A proposito di contagiati a marzo, oggi ho ricevuto due testimonianze dirette da Bergamo. DOnna sui 60 che presenta ancora astenia, ma il problema più grande è il deficit di memoria.
UOmo della stessa fascia di età che ha subito un cambiamento comportamentale post covid (ora su questo ci sarebbe da fare un'analisi più approfondita).
Però entrambi i casi confermerebbero l'interessamento di aree del cervello da parte del virus. Sul come e il perchè pensop avremo novità in futuro
Ma infatti questo continuo sottolineare la presunta limitata pericolosità del tutto.....ha stufato!!
Due miei nonni hanno 90 anni e mio babbo 70, quindi dovrei vederla in modo positivo che si muoia in media a 80anni?!?
Ci sono decine e decine di altre enormi complicanze causate dal virus ai 60/50/40enni oltre a provocare la morte degli 80enni.....si è capito questo oppure dobbiamo ribadirlo ogni 2 post?!?
Già solo le morti avute hanno abbassato statisticamente l'aspettativa di vita di un italiano di quasi un'anno, le complicanze dalle lievi alle peggiori stanno peggiorando la qualità della salute della vita da ora in avanti e la accorceranno di un altro anno (lo constateremo statisticamente solo fra un decennio). Basta questo?!?
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Ultima modifica di Simotgl; 22/09/2020 alle 14:53
Sono cose ben diverse: un conto è il rientro, dei cittadini italiani, dall'estero verso casa: sono persone che vivono, lavorano, stanno qui, e quindi sono facilmente "controllabili" (passatemi il termine): come dici tu, basterebbe un obbligo di tampone prima di rientrare al lavoro, e già una bella fetta lo farebbe.
Ma il problema con la Francia è che non si tratta di nessun rientro, ma di un viavai pressochè continuo, di persone che fanno avanti e indietro, sia per motivi di lavoro, sia per motivi di spesa o di esigenze. Come dicevo, il mercato settimanale di Cuneo attrae moltissimi francesi, intere famiglie. Come si fanno a controllare? Come si fa ad imporre un tampone, a persone che arrivano, stanno magari mezza giornata, e poi ripartono? L'unico modo (non percorribile) sarebbe quello di contingentare gli ingressi ai valichi, imponendo un tampone rapido ai componenti delle macchine, attendere i risultati, e poi lasciare il via libera o no... A me sembra quasi impossibile...
Lou soulei nais per tuchi
Grazie dello studio!
Gli ho dato una lettura.
Sono rimasto soddisfatto. Hanno anche usato il metodo Rogan and Gladen (mai sentito prima, ma da quanto ho cercato è il corrispondente del metodo statistico usato per omogeneizzare i dati nelle serie storiche meteorologiche; in questo caso si "omogeneizzano" e correggono, tenendo conto della sensibilità e della specificità dei test usati, sempre imperfetti, i dati ottenuti dagli studi di sieroprevalenza) per correggere e leggere con affidabilità i dati grezzi che hanno ricavato.
Un limite forte, da loro stessi indicato, è che lo studio è stato condotto su campioni di sangue da donatori a Manaus e San Paolo, e la fascia per donare sangue in Brasile è quella tra 16 e 64 anni, dunque taglia sia la fascia dei minorenni, sia quella degli anziani.
Hanno provveduto a correggere anche questa discrepanza, ad ogni modo.
Per ricavare la sieroprevalenza, hanno usato un test Abbott per la ricerca IgG e IgM.
Hanno usato due misure di sensibilità e specificità: la prima fornita dalla ditta (0,4 S/C: 92,2% sensibilità; 96,7% specificità) e l'altra ricavata dal confronto con la tecnica di immuno-assay della Roche (ad altissima specificità, intrinseca al test: 99%) per stimare la sensibilità (risultato da loro ottenuto: 84%).
Prima di esporre i risultati, vorrei sottolineare un aspetto interessante .
Non solo la quota di anticorpi diminuisce nel tempo sempre più, ma anche lo stesso test sierologico vede abbassare la sua sensibilità man mano che passa tempo dall'infezione!
In una coorte di pazienti ospedalizzati (dunque gravi), tra 20 e 33 giorni dal contagio, la sensibilità del test sierologico della Abbott era 91,8% (intervallo di confidenza 95%: 80-96%), suggerendo che l'8% circa dei pazienti gravi NON sviluppa anticorpi rilevabili (qui c'è una sfumatura di significato: non producono anticorpi, o non in dose sufficiente a essere riconosciuta dal test?).
In una coorte di pazienti sintomatici ma con malattia lieve, nello stesso intervallo temporale dal'infezione, la sensibilità scende all'84,5% (intervallo di confidenza 95%: 78,7%-88,9%) indicando come la sieroconversione sia più bassa nei casi lievi.
In campioni raccolti molto tempo dopo dal momento dell'infezione (50-131 giorni) la sensibilità del test diminuiva ulteriormente, fino a solo 80,4% (intervallo di confidenza 95%: 71,8%-86,4%), e ciò in accordo con la diminuzione ulteriore, con il tempo, degli anticorpi.
Questo significa che non è tanto il test a non essere capace di rilevare anticorpi per un suo limite intrinseco, quanto la diminuzione o assenza di anticorpi anche in soggetti che hanno avuto la malattia gravemente a determinare la minore performance del test.
Non solo: valutando come diminuiva la dose di anticorpi, hanno stimato la loro emivita in 106 giorni (CI 95%: 89-132).
Ciò significa che ogni 106 giorni la quota di anticorpi di un soggetto si dimezza. E se molti partono già da una quota bassa, va da sè che questo è il motivo per cui dopo 100 giorni risultano negativi.
Passando ora ai risultati finali, questa tabella li riassume, indicando anche gli intervalli temporali da cui i campioni sono stati attinti:
Screenshot_2020-09-22 COVID-19 herd immunity in the Brazilian Amazon.png
Nella sezione in alto, i dati di Manaus.
In quella in basso i dati di San Paolo.
Facendola breve:
- crude prevalence indica il dato crudo, cioè la percentuale di campioni positivi al test sul totale dei campioni
- weighted prevalence è il dato corretto per fasce d'età
- il dato finale filtrato e pulito corrisponde a sensitivity and specificity adjusted data, che costituiscono il corrispondente dei dati omogeneizzati in meteorologia come vi dicevo
- la seroreversion adjusted data corrisponde invece al dato della sieroprevalenza reale, cioè la percentuale di popolazione che si è infettata per davvero.
Può apparire controintuitivo che la "seroreversion adjusted data" sia superiore al dato della "sensitivity and specificity adjusted data", ma in realtà ha senso: come potete vedere, la percentuale di campioni positivi agli anticorpi sta diminuendo fin da Luglio, e questo perchè molti si stanno negativizzando come vi ho spiegato prima.
Di conseguenza, la reale percentuale di persone infettatesi è maggiore, ovviamente, del picco registrato a Giugno.
Sono riportati i dati di sieroprevalenza ottenuti sia con il solo test Abbott (1.4 S/C), sia con l'immunoassay (specificità 99%; 0.4 S/C).
A Manaus emerge una percentuale di popolazione che si è infettata compresa dunque tra il 44 e il 66% (il dato del 44% non tiene conto della falsa negatività e della perdita degli anticorpi con il progredire del tempo).
A San Paolo invece del 22,4%.
Ma soprattutto, considerando tutti i morti sia diagnosticati col tampone, sia con quadro sintomatico riconducibile al Covid, l'IFR (cioè il vero tasso di mortalità) a Manaus è stato dello 0,28%.
A San Paolo invece dello 0,72%.
Posso dirvi che la misura è ottima: ho adoperato il mio metodo standard di calcolo della mortalità, che è estremamente alto (lo so da Maggio, ma lo uso come "worst case scenario").
Ebbene, a Manaus sarebbe dello 0,5%. Considerando che appunto è uno scenario estremo, la stima dello 0,3% è assolutamente realistica.
Il maggior IFR a San Paolo deriva dalla presenza più cospicua di anziani nella popolazione.
Ultima nota: viene detto che a metà Maggio un altro test sierologico era stato condotto a Manaus, ottenendo una sieroprevalenza del 12,5% (quando nello studio, come abbiamo visto, la "crude prevalence" stimata a Maggio era del 40%!).
Loro imputano la differenza al fatto che mentre lo studio è stato eseguito su campioni di sangue (prelevati dunque dalla circolazione principale), il test sierologico di metà Maggio era un test pungi-dito, che prelevava sangue dai capillari dell'ultima falange.
Probabilmente la sensibilità dei test al sangue capillare è dunque inferiore alla sensibilità al sangue profondo, e questo, concludono, dovrebbe far puntare a esaminare campioni di sangue da donatori.
Aggiornamento ER 22-09-2020
Tamponi 9.791
Test 2.609
Positivi 56 (20 asintomatici, 7 rientri dall'estero e 5 da altre regioni) età media nuovi positivi 43 anni
Malati effettivi 4.633 (+15)
TI 22 (-1)
Ricoverati 185 (+18)
Decessi 1 (un uomo novantenne piacentino)
Ieri con 7.000 tamponi i positivi erano 116, oggi con quasi 10.000 (oltre 12.000 compresi i test) sono la metà, qualcosa non torna
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
In Puglia 67 positivi su 4500 tamponi. Positività 1,5%.
Situazione stabile, se non in miglioramento.
DATO NAZIONALE
In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 300.897 persone (+1.392 rispetto a ieri, +0,5%; ieri +1.350) hanno contratto il virus Sars-CoV-2 .
Di queste, 35.738 sono decedute (+14; ieri +17) e sono state dimesse 219.670 (+967, +0,4%; ieri +352). Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 45.489 (+410, +0,9%; ieri +981); il conto sale a 300.897 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia.
I tamponi sono stati 87.303 (31.441 in più rispetto a ieri che erano stati 55.862).
I pazienti ricoverati con sintomi sono 2.604 (+129, +5,2%; ieri +110), di cui 239 in terapia intensiva (+7, +3%; ieri +10).
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
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