Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Questo thread penso che sia il migliore di sempre, perchè, oltre a dati statistici e scientifici, ci arrovelliamo per trovare soluzioni e proposte. Una cosa che nelle prossime settimane ogni persona farà.
Soluzioni pronte non ce ne sono.
Ma... non voglio fare l'ottimista, ma possiamo uscirne.
E credo che le soluzioni siano nel mezzo. Non al lockdown e no alla libera circolazione del virus: sono misure estreme, entrambe catastrofiche. La libera circolazione del virus ci porterebbe alle fosse comuni ai bordi delle strade, senza se e senza ma. Che piaccia o no siamo un paese di anziani, malati e pluripatologici, sarebbe un'ecatombe, con centinaia di migliaia di morti e altre centinaia di migliaia di morti collaterali per collasso del sistema sanitario, oltre a migliaia e migliaia di operazioni e diagnosi non fatte, crollo del personale sanitario, tensioni sociali. E il tutto, ovviamente, senza sapere quanto durerà l'immunità per i superstiti. Ci sarebbe una catastrofe umanitaria a cui seguirà una catastrofe economica e sociale, nonchè la paura latente che tutto possa riaccadere. E, per citare qualcuno, dovremmo davvero dare per scontato che perderemo i nostri cari o che noi stessi potremmo morire. Siamo pronti ad affrontare una cosa del genere? Io non credo..
Il lockdown salvaguarda le persone dall'infezione da Covid-19 per cui, effettivamente, bloccherebbe temporaneamente l'epidemia, abbiamo visto che sì, funziona. Ma gli effetti collaterali sono anch'essi catastrofici: depressioni, violenze domestiche, suicidi (tutte cose che verranno fuori, vedrete), collasso del sistema economico, crisi gravissima con migliaia di disoccupati, casse statali sempre più in rosso, indebitamento folle che porterà ad un'esasperazione della tassazione per i pochi che potranno ancora lavorare e produrre. Anche questo non è sostenibile, e i danni sono subdoli, magari non immediatamente evidenti, ma ci saranno, perchè ci sono interi sistemi economici che collasseranno (l'industria dello spettacolo o dell'intrattenimento, ad esempio, in parte quella del turismo, delle feste, ecc.) e migliaia di persone che non potranno più sostentarsi, e che cercheranno di riqualificarsi altrove. Ergo aumento smisurato di disoccupati, pronti a vendersi a salari sempre più bassi, e problemi annessi: ansia, suicidi, delinquenza, criminalità, furti, rapine.
Se vogliamo andare avanti, bisogna incontrarsi a metà. Una via di mezzo tra una circolazione del virus e una limitazione alle attività. Ma una cosa pensata bene, a lungo termine, una sorta di "piano quinquennale", per andare sul sicuro. L'idea dei lockdown locali, personalmente, non mi ha mai convinto, o per lo meno ha senso con pochissimi casi tracciabili. A questi livelli non ha senso, casi ce ne sono ovunque, già il tracciamento è andato a farsi benedire. Penso che un buon compromesso sarebbe una sorta di "rotazione delle attività": chiusure temporanee di determinati settori (es. bar, pasticcerie) mentre altre restano aperte (es. musei e parrucchieri), poi, dopo un tot di giorni, aprono i settori rimasti chiusi e chiudono quelli che erano aperti. In questo modo ne patiranno tutti senza dubbio, ma forse in maniera più "soft" e senza scossoni eccessivi, garantendo comunque quel minimo di respiro per le attività finora messe da parte. Il sistema economico - se pianificato bene - patirà in maniera non estrema, poichè verrà comunque garantita una continuità delle attività e delle commesse: anche il mercato del lavoro non morirebbe del tutto, poichè, anzichè alla chiusura, si guarderebbe già alla prossima apertura. Certo, sarà economicamente costoso, nessuno lo nega, ma d'altra parte fa sì che le cose proseguano, con delle pause (brevi, una decina-quindicina di giorni) e delle ripartenze.
Non sarà la soluzione, ma spero che qualcuno inizi a ragionarci su. Anche come impatto psicologico sarebbe molto molto più accettabile.
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