Originariamente Scritto da
burian br
Covid-19: "Japanese tracking" the strategy that seems to be successful in Asian countries - Mirai
Qui è spiegato il contact tracing giapponese.
Loro non seguono la nostra politica di rintracciare tutti i contatti della persona positiva, o almeno, non fanno solo questo.
Cercano anche retroattivamente di rintracciare il possibile luogo di contagio e la possibile persona all’origine del contagio. Questo perché, se il soggetto positivo si è infettato da poco, potrebbe esserci ancora in giro l’individuo che lo ha infettato e potrebbe essere un super diffusore.
Si parla di “backtracing” o “Japanese tracing”.
A muovere il tutto l’idea che solo il 20% dei positivi infetta più di 1 persona, quindi tanto vale andare alla ricerca di questi superdiffusori, magari andando a guardare tra i luoghi dove è più probabile che simili eventi di superdiffusione si realizzino.
Ora: io trovo sia eccessivamente presto per ipotizzare qualsiasi motivo nel successo giapponese in questa fase, ancor più perché i casi in Giappone sono aumentati in estate. La curva è stata poi appiattita, è vero, ma è andata avanti per un mese e mezzo.
Il Giappone poi è abbastanza isolato, e avrà collegamenti solo con la Corea del Sud che è un altro mostro del tracing.
Non è circondata da una marea di micro stati ognuno dei quali fa come gli pare e influenza però così per via degli stretti contatti lo stato epidemiologico della nazione di fianco, in una sorta di effetto domino che prima o poi finisce per colpire tutti.
Ciononostante, vi lascio l’articolo a titolo informativo
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