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Discussione: Nuovo Virus Cinese

  1. #70041
    Bava di vento
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da verza81 Visualizza Messaggio
    Non credo.
    Noi da ottobre abbiamo avuto 4 positivi distinti, arrivata mail di comunicazione ma senza nome (anche se ovviamente, nonostante siamo in più di 300 si è capito subito chi fossero).
    Operaio hanno fatto tampone ai 4 colleghi più vicini di postazione, poi 3 impiegati, nessun tampone ai colleghi, neanche a quelli vicini di scrivania.

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    Lo chiedevo, perche da noi se non era il dipendente che rispondeva a messaggio diretto...su che fine avesse fatto...dopo 2 settimane ha detto...sono in quarantena....sono positivo completamente asintomatico....dall azienda ...nessuna comunicazione

  2. #70042
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    E' morto un paziente di mio padre, 92 anni, di cui vi avevo parlato. Aveva rifiutato la proposta di mio padre di ricoverarsi, in accordo con la moglie di 83 anni, ed è morto a casa.

    L'ASL non ha MAI aperto nemmeno la mail di mio padre in cui richiedeva il tampone. Vergognoso. Sanno di essere positivi perchè di propria sponte hanno eseguito il tampone rapido (positivo), e comunque ci si arrivava a logica: il nipotino, che li ha infettati, era positivo al tampone molecolare.


    Questo morto NON sarà mai contato nei morti ufficiali. Ma noi insistiamo pure con la storia di Bassetti che contiamo morti in più, quando ci saranno centinaia di persone del genere che muoiono in casa MAI CENSITI.
    La moglie di quest'uomo, 83 anni, ha ancora sintomi e non è mai stata ricoverata. Ma non avendo NESSUNO risposto alla mail di mio padre, giace a casa, sola, col marito deceduto. Questo è puro squallore umano.
    Sono persone che per lo Stato figurano tra i fantasmi di quest'epidemia. Senza aver risposto alla segnalazione quei due anziani non hanno potuto nemmeno usufruire dell'USCA. Se si sono curati con quel poco che c'è è solo per merito della terapia data loro via telefono da mio padre.

  3. #70043
    Vento forte L'avatar di Federico Ogino
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    E' morto un paziente di mio padre, 92 anni, di cui vi avevo parlato. Aveva rifiutato la proposta di mio padre di ricoverarsi, in accordo con la moglie di 83 anni, ed è morto a casa.

    L'ASL non ha MAI aperto nemmeno la mail di mio padre in cui richiedeva il tampone. Vergognoso. Sanno di essere positivi perchè di propria sponte hanno eseguito il tampone rapido (positivo), e comunque ci si arrivava a logica: il nipotino, che li ha infettati, era positivo al tampone molecolare.


    Questo morto NON sarà mai contato nei morti ufficiali. Ma noi insistiamo pure con la storia di Bassetti che contiamo morti in più, quando ci saranno centinaia di persone del genere che muoiono in casa MAI CENSITI.
    La moglie di quest'uomo, 83 anni, ha ancora sintomi e non è mai stata ricoverata. Ma non avendo NESSUNO risposto alla mail di mio padre, giace a casa, sola, col marito deceduto. Questo è puro squallore umano.
    Sono persone che per lo Stato figurano tra i fantasmi di quest'epidemia. Senza aver risposto alla segnalazione quei due anziani non hanno potuto nemmeno usufruire dell'USCA. Se si sono curati con quel poco che c'è è solo per merito della terapia data loro via telefono da mio padre.
    Post muto

  4. #70044
    Brezza tesa L'avatar di Musoita
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    E' morto un paziente di mio padre, 92 anni,
    Questo mi fà incazzare e e deprimere come poche cose al mondo.
    Riposi in pace

  5. #70045
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da kima Visualizza Messaggio
    Perché io nelle notizie trovo 5007 casi e 79 decessi nelle ultime 24 ore?
    Non so, io su Worldometer leggo quanto ho scritto

  6. #70046
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da verza81 Visualizza Messaggio
    Ma scusa, stai dicendo che il 99% dei positivi sviluppa sintomi o ho capito male io?
    Oppure che tra chi sviluppa sintomi, il 99% entro 14 gg, il restante 1% dopo i 14 gg?

    Inviato dal mio LYA-L09 utilizzando Tapatalk
    Seconda opzione.

  7. #70047
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Intanto in USA sia NY sia NJ mostrano ormai troppi casi: oltre 4000 nel NJ e oltre i 5000 a NY, con rispettivamente 26 e 39 morti.

    Gli USA sono infetti come topi: 25 stati su 50 hanno più del 4% (ripeto 4%, 1 persona ogni 25!) di positivi, e la media nazionale è sul 3,6% (ma è spinta verso il basso dai dati sottostimati di NY e NJ).

    Moltissimi stati puntano a superare lo 0,1% di mortalità.

  8. #70048
    Brezza tesa L'avatar di Musoita
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Sull articoli di Tumori Jouranl:


    Da Facta:
    L’11 novembre 2020 è stato pubblicato sulla rivista accademica Tumori Journal uno studio scientifico intitolato “Unexpected detection of Sars-CoV-2 antibodies in the prepandemic period in Italy” – in italiano, “Inattesa rilevazione di anticorpi contro Sars-CoV-2 nel periodo pre-pandemia in Italia” – e firmato da sedici ricercatori italiani guidati da Gabriella Sozzi e Ugo Pastorino, rispettivamente ricercatrice e medico presso la Fondazione Irccs – Istituto Nazionale Tumori di Milano. Stando allo studio, il nuovo coronavirus Sars-Cov-2 responsabile della pandemia di Covid-19 sarebbe stato già ampiamente in circolazione in Italia a settembre 2019. Tre mesi in anticipo rispetto ai primi casi di Covid-19 ufficialmente identificati a Wuhan a fine dicembre 2019.
    Lo studio è rapidamente circolato sui media in Italia e anche all’estero. È corretto credere a tutte le sue conclusioni? Diversi ricercatori, come ad esempio il biologo Enrico Bucci, l’epidemiologa Stefania Salmaso e l’immunologa Antonella Viola in Italia e, all’estero, Francois Balloux dell’Istituto di Genetica dell’University College London, hanno espresso immediatamente forti perplessità. Come mai?
    Come disse l’astronomo e divulgatore Carl Sagan, «affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie», ma purtroppo non sembra questo il caso.
    Che cosa dice lo studio
    Gli autori dello studio hanno analizzato campioni di sangue raccolti su un totale di 959 persone che tra settembre 2019 e marzo 2020 hanno partecipato a uno studio clinico sul tumore al polmone (non correlato quindi alla Covid-19). Più di metà dei campioni di sangue proviene dalla Lombardia, mentre gli altri da altre regioni italiane, principalmente dal Lazio e da località del Nord Italia. I ricercatori hanno cercato anticorpi capaci di riconoscere il coronavirus Sars-Cov-2. Si tratta di una indagine equivalente a un test sierologico, che sfrutta il comune test Elisa.
    Il risultato è che 111 dei 959 pazienti testati (l’11,6 per cento circa) mostrano anticorpi capaci di riconoscere Sars-Cov-2, come se si fossero già infettati col virus. Una percentuale molto più alta rispetto ai dati epidemiologici del Ministero della Sanità, che mostravano al 27 luglio 2020 una esposizione complessiva al Sars-CoV-2 del 2,5 per cento. Sorprendente è che molti di questi campioni positivi risalgano a settembre, ottobre e novembre 2019: le percentuali di campioni di sangue positivi per questi tre mesi sono 14,2 per cento, 16,3 per cento e 9,5 per cento.
    Da questi risultati gli autori hanno dedotto che in Italia una quantità molto alta di persone doveva aver contratto Sars-Cov-2 a settembre 2019, il che significherebbe che il virus doveva essere in circolazione nel Paese da quella data e, vista l’alta quantità di persone che sarebbero risultate infette, probabilmente anche un mese o due prima. Ciò sposterebbe indietro di parecchio l’origine della pandemia, all’estate 2019. La maggior parte dei campioni infetti proviene dalla Lombardia, aspetto che secondo gli autori si troverebbe in accordo con la diffusione della Covid-19 durante la prima ondata di febbraio-aprile 2020.
    Lo studio è stato pubblicato su una rivista accademica minore affiliata al gruppo editoriale Sage Publishing, Tumori Journal, il cui capo di redazione e gran parte dei redattori sono affiliati alla Fondazione Irccs – Istituto Nazionale dei Tumori.
    Nell’articolo si legge che questo è stato ricevuto dalla rivista e accettato per la pubblicazione lo stesso giorno, il 29 ottobre 2020. Non è chiaro come possa essere stato sottoposto a peer review in meno di 24 ore: il tempo medio per ricevere un responso di peer review è solitamente di 8-9 settimane. Con l’urgenza dovuta alla pandemia è diventato molto più rapido negli ultimi mesi ma sempre dell’ordine di 5-23 giorni. Secondo un commento di Valentina Bollati (co-autrice dello studio) postato sul gruppo chiuso di Facebook dell’associazione di ricercatori italiani Airi, «in realtà non ci sono volute 24 ore», ma al momento non sono disponibili ulteriori dettagli.
    Il controllo che non c’è
    Al di là della rivista su cui è stato pubblicato e della (forse) veloce revisione fatta, le conclusioni dello studio mostrano alcune difficoltà. Il principale grande limite è che non c’è, apparentemente, nessun controllo sul fatto che gli anticorpi riconosciuti dai test siano effettivamente specifici per Sars-Cov-2 e non per altri coronavirus.
    Sappiamo infatti che una percentuale piccola ma significativa di persone non infettate da Sars-Cov-2 possiedono anticorpi capaci di riconoscere il nuovo coronavirus: il 5 per cento, ad esempio, secondo uno studio pubblicato su Science il 6 novembre 2020 (su Facta ne abbiamo discusso qui). Questo è dovuto con ogni probabilità al fatto che in una minoranza di casi gli anticorpi sviluppati dall’organismo contro altri coronavirus, normalmente in circolazione e che causano comuni raffreddori, possono riconoscere anche il virus Sars-Cov-2, a cui in parte assomiglia.
    È vero che il test dello studio usa, per individuare gli anticorpi, una regione della proteina virale Spike detta Rbd (Receptor Binding Domain) che dovrebbe essere molto specifica per Sars-Cov-2. Stanno però emergendo dei dati che mostrano come possano esserci anticorpi specifici per Rbd anche in campioni non infetti da Sars-Cov-2: in questo studio, pubblicato per ora come preprint, il 2 per cento di campioni di siero sanguigno raccolto nel 2017 da pazienti sani e depositato nella Penn Medicine Biobank conteneva anticorpi di tipo IgG che riconoscono la regione Rbd: una percentuale pressoché identica a quella osservata nello studio Irccs, che va dal 0,9 a 2,4 per cento.
    Riassumendo: sappiamo che anche persone non infette dal virus Sars-CoV-2 possono a volte produrre anticorpi che accidentalmente riconoscono il virus Sars-CoV-2, e gli autori dello studio non sembrano aver tenuto conto esplicitamente di questa possibilità.
    I ricercatori dello studio Irccs infatti non fanno poi nessun riferimento al controllo sulla specificità del loro test: né all’interno dell’articolo scientifico da loro scritto, né nei materiali supplementari ad esso allegati, né all’interno di un altro articolo che, citato in bibliografia, dovrebbe descrivere il test da loro utilizzato.
    Anzi, all’interno di quest’ultimo (dal titolo «Comparative analyses of SARS-CoV-2 binding – IgG, IgM, IgA – and neutralizing antibodies from human serum samples», in italiano «Analisi comparativa di anticorpi IgG, IgM e IgA che legano e neutralizzano Sars-CoV-2») viene scritto esplicitamente che «il prossimo passo sarà di validare completamente questi ELISA […] e di analizzare la performance e specificità di questi test con campioni di siero sanguigno umano che sono altamente positivi verso altri coronavirus umani». La precisazione sembra implicare che tali test, al momento della pubblicazione, non erano stati ancora fatti. È sicuramente possibile che le cose siano cambiate, ma gli autori non offrono alcun dato al riguardo.
    Il 15 novembre 2020 Gabriella Sozzi, una delle autrici dell’articolo, ha sostenuto su Twitter che tali test sono già stati fatti ma non inseriti nell’articolo. In un commento sul gruppo Facebook dell’associazione di ricercatori italiani Airi un’altra autrice dello studio, Valentina Bollati, ha confermato questa versione.
    Nello studio si dichiara inoltre di aver convalidato i risultati usando un cosiddetto «test di microneutralizzazione», un test in cui si osserva se il siero dei pazienti è capace di impedire la crescita del virus Sars-Cov-2 in laboratorio. Dei 111 campioni positivi solo 6 (il 5,4 per cento) mostrano questa capacità, il che sembra in contrasto con l’idea che i campioni positivi fossero stati effettivamente infettati da Sars-Cov-2. Di nuovo, una piccola percentuale di anticorpi attivi in questi test è già stata osservata anche in campioni risalenti a prima del 2019.
    Un virus un po’ troppo diffuso
    Uno dei punti di forza apparenti dello studio è che la distribuzione geografica dei positivi sembra a grandi linee coerente con la diffusione della pandemia di Covid-19 in Italia durante la prima ondata. In particolare la maggior parte dei campioni positivi (59 su 111, 53,2 per cento del totale) proviene dalla Lombardia, regione che più delle altre ha dovuto combattere con l’emergenza sanitaria. Gli autori scrivono che «la distribuzione geografica degli individui positivi a Sars-Cov-2 identificati nel nostro studio rispecchia da vicino l’incidenza della Covid-19 registrata ufficialmente in Italia» e «la maggior parte dei primi individui positivi agli anticorpi viveva in regioni dove è iniziata la pandemia».
    In realtà basta guardare la tabella sulla composizione del campione di pazienti, pubblicata come materiale supplementare allegato allo studio (tabella S3), per accorgersi che vengono scoperti più campioni positivi in Lombardia semplicemente perché la maggior parte dei loro campioni di siero (il 53,2 per cento) viene proprio dalla Lombardia. Usando la loro tabella per calcolare la percentuale di positivi in ciascuna regione, si osserva che Lazio, Veneto, Piemonte, Toscana e Liguria avrebbero avuto una percentuale di positivi al Sars-Cov-2 pari o leggermente superiore a quella della Lombardia.
    Per le prime sei regioni in tabella, ovvero quelle con un numero di campioni sufficientemente alto per poter ottenere dei numeri in qualche modo significativi, lo studio trova sistematicamente circa la stessa percentuale di positivi in ogni regione: il 13 (±2,5) per cento.
    Questo rende ancora più discutibili le conclusioni dello studio: implica che il Sars-Cov-2 sarebbe stato diffuso nel 10 per cento della popolazione in praticamente tutte le regioni italiane per mesi, per poi “esplodere” a febbraio e marzo solo in alcune di queste. È invece un risultato del tutto coerente con un problema sistematico nella procedura sperimentale, indipendente dall’origine del campione.
    In conclusione
    Stabilire se uno studio scientifico corrisponde o meno a verità è compito della comunità scientifica. Analizzando lo studio recentemente diventato virale e che retrodaterebbe la comparsa del nuovo coronavirus in Italia a settembre 2019, abbiamo però scoperto alcuni punti critici che dovrebbero indurre cautela. Bisogna aspettare ulteriori studi per confermare o meno in modo più solido i risultati recentemente ottenuti.
    Al momento le conclusioni dello studio Irccs contrastano con i dati genetici sull’origine del coronavirus Sars-Cov-2 che identificano l’origine internazionale della pandemia tra ottobre e dicembre 2019. È vero che il virus era in circolo, in Italia e nel mondo, prima che ce ne accorgessimo. La prima infezione confermata in Cina sembra infatti risalire al 17 novembre 2019. I successivi primi casi confermati in Europa tramite test genetici, che come abbiamo già raccontato sono altamente specifici per il virus, risalgono a fine dicembre 2019, e un’analisi genetica delle acque reflue in Italia pubblicata dall’Iss ha riscontrato la possibilità che il virus circolasse nel nostro Paese già a dicembre 2019.
    Ma i risultati dello studio Irccs sono incompatibili con i dati sanitari, visto che se il virus fosse avesse avuto una circolazione così ampia, con addirittura il 10 per cento di infetti, avrebbe dovuto causare una significativa ondata di ricoveri prima in Cina e poi in Europa all’inizio dell’autunno 2019, di cui non c’è stata traccia, a differenza della prima e seconda ondata di Covid-19 del 2020. Tutti i pazienti positivi identificati dallo studio oggetto della nostra analisi erano privi di sintomi della Covid-19, il che è sorprendente su 111 pazienti visto che – come abbiamo approfondito – gli asintomatici sono intorno al 50 per cento.
    Nessuna di queste cose, di per sé, invalida lo studio, ma lo inquadra come dato contrario a numerosi altri dati indipendenti. Il che può certamente succedere, ma dovrebbe essere corroborato da una base sperimentale e di analisi assai solida perché possa essere preso in seria considerazione.

    Il post:

    Negli ultimi giorni è stato molto ripreso e commentato – su giornali e social network – uno studio secondo il quale il coronavirus (SARS-CoV-2) sarebbe stato in circolazione in Italia già alla fine dell’estate del 2019, quindi molti mesi prima della sua identificazione in Cina e in altre aree del mondo. Come molte altre ricerche sulla pandemia in corso, anche questa dovrebbe però essere trattata con cautela e senza arrivare a conclusioni affrettate. Secondo alcuni esperti, lo studio non fornisce prove sufficientemente solide per affermare che il coronavirus fosse già in circolazione in Italia tra la fine di agosto e l’inizio di settembre del 2019.L’analisi è stata realizzata da un gruppo di ricercatori italiani, con fondi provenienti dall’Istituto dei Tumori, dal ministero della Salute e dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (AIRC), ed è stata pubblicata su Tumori Journal, la rivista scientifica dello stesso Istituto.

    I ricercatori hanno analizzato 959 campioni di sangue provenienti da altrettanti individui, che avevano partecipato a un test clinico di controllo sul tumore al polmone tra settembre 2019 e marzo 2020. Per ogni campione sono andati alla ricerca dell’eventuale presenza di anticorpi specifici (RBD) contro il coronavirus. Nel loro studio dicono di averne trovati in 111 casi, pari all’11,6 per cento degli individui da cui erano stati effettuati i prelievi.
    Nei campioni di settembre 2019 i casi sono stati il 14,2 per cento, con percentuali ancora più alte a ottobre 2019 e soprattutto a marzo 2020, quando l’epidemia era sempre più diffusa nel Nord Italia, ma molto più basse nei mesi intermedi. La presenza degli anticorpi a settembre indicherebbe che il coronavirus fosse già presente almeno ad agosto del 2019, perché occorre del tempo da quando si contrae il virus a quando si sviluppano e poi si mantengono alcuni tipi di anticorpi per contrastarlo.


    Nel riassunto dello studio, i ricercatori sostengono che:
    Questo studio dimostra una circolazione inattesa e molto precoce del SARS-CoV-2 tra individui asintomatici in Italia diversi mesi prima che fosse identificato il primo paziente, e mette in chiaro l’avvio della diffusione della pandemia e della COVID-19. L’avere trovato anticorpi per il SARS-CoV-2 negli individui asintomatici prima dell’epidemia di COVID-19 in Italia potrebbe portare a una riscrittura della storia della pandemia.
    Le conclusioni dello studio sono piuttosto categoriche e anche per questo motivo hanno fatto sollevare perplessità da alcuni ricercatori, che non hanno partecipato allo studio.
    Stando alle ricostruzioni effettuate finora sulla circolazione del coronavirus sulla base di svariate evidenze scientifiche, il primo caso confermato di infezione fu rilevato in Cina il 17 novembre 2019, con un altro caso sospetto e meno facile da confermare in Francia verso la fine di dicembre.
    Uno studio molto più ampio e documentato, basato sulla rilevazione delle acque di scarico, dove possono essere rilevate tracce del materiale genetico del coronavirus, ha segnalato che probabilmente il SARS-CoV-2 fosse presente in Italia a dicembre del 2019, e che potesse avere causato un certo numero di casi, non identificati perché all’epoca non si avevano praticamente informazioni o conoscenze su questo specifico virus.
    Lo studio sui campioni di sangue porterebbe ad anticipare la presenza del coronavirus in Italia di tre mesi, possibilità che non convince tutti. Il direttore dell’Istituto di Genetica dello University College London (Regno Unito), Francois Balloux, ha spiegato che l’analisi genetica del SARS-CoV-2 indica che il passaggio da un animale ospite agli esseri umani avvenne tra ottobre e novembre del 2019 in Cina, e che successivamente il virus si diffuse con una certa velocità in Europa. Secondo Balloux, non ci sono evidenze né elementi per collocare la presenza del coronavirus in Italia ad agosto dello scorso anno.
    Un’ipotesi è che nell’analizzare i campioni di sangue i ricercatori siano incappati in anticorpi che il nostro organismo impiega già da tempo contro altri coronavirus, che causano il raffreddore comune. Le informazioni sulla metodologia seguita per le analisi nel nuovo studio non sono però molte, e questo complica la valutazione dei risultati.
    Altri esperti hanno fatto notare che il metodo di ricerca degli anticorpi possa avere compreso l’impiego di test poco accurati, che possono portare a rilevare anticorpi che il nostro organismo produce contro altri virus. Altri dubbi sono emersi nelle valutazioni statistiche, considerato che il 14,2 per cento riferito a settembre di presunti casi positivi sarebbe un dato molto alto, anche se rapportato alle aree del Nord Italia dove a inizio anno si sarebbe poi registrato il maggior numero di casi.
    L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è messa in contatto con gli autori della ricerca, in modo da ottenere dati per ulteriori approfondimenti
    Ultima modifica di Musoita; 20/11/2020 alle 02:14

  9. #70049
    Uragano L'avatar di jack9
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    E' morto un paziente di mio padre, 92 anni, di cui vi avevo parlato. Aveva rifiutato la proposta di mio padre di ricoverarsi, in accordo con la moglie di 83 anni, ed è morto a casa.

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    Questo morto NON sarà mai contato nei morti ufficiali. Ma noi insistiamo pure con la storia di Bassetti che contiamo morti in più, quando ci saranno centinaia di persone del genere che muoiono in casa MAI CENSITI.
    La moglie di quest'uomo, 83 anni, ha ancora sintomi e non è mai stata ricoverata. Ma non avendo NESSUNO risposto alla mail di mio padre, giace a casa, sola, col marito deceduto. Questo è puro squallore umano.
    Sono persone che per lo Stato figurano tra i fantasmi di quest'epidemia. Senza aver risposto alla segnalazione quei due anziani non hanno potuto nemmeno usufruire dell'USCA. Se si sono curati con quel poco che c'è è solo per merito della terapia data loro via telefono da mio padre.
    questa cosa andrebbe sottolineata qui dentro più volte al giorno, tipo una all'ora.
    come lui ce ne saranno decine al gg, altroché contarne di più.
    Si vis pacem, para bellum.

  10. #70050
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da jack9 Visualizza Messaggio
    questa cosa andrebbe sottolineata qui dentro più volte al giorno, tipo una all'ora.
    come lui ce ne saranno decine al gg, altroché contarne di più.
    Io martellerei periodicamente sui media, appena escono i dati dell'ISTAT sulla mortalità italiana in eccesso per ogni mese, e lascerei solo 2 righe di articolo con la sola domanda "come mai ci sono state queste tante morti in più?
    - Epidemia di infarti
    - Tamponamenti a catena
    - Scivolate di massa per le scale
    - Evirazioni autoinflitte
    - Raffreddori fulminanti
    - Epidemia di un virus sconosciuto e contagioso
    A voi la risposta..."

    Sennò poi se uno scrive troppo finisce per essere tacciato di voler convincere il negazionista.

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