Si vis pacem, para bellum.
La chiusura della nostra settimana epidemiologica (rilevata come sempre dal sabato al venerdì successivo) ci permette di fotografare l’andamento dell’epidemia nel periodo 23-29 gennaio, con un aggiornamento dei dati principali più “fresco” rispetto alla rilevazione dell’Iss (il Bollettino settimanale ha come ultima settimana rilevata quella compresa tra il 18 e il 24 gennaio). Procederemo dapprima con il consueto confronto tra due settimane epidemiologiche consecutive, e successivamente a quello con i dati rilasciati dall’Iss: confronto che, essendo calcolato tra due periodi mobili, ci offre una visione delle variazioni intercorse negli ultimi giorni. Iniziamo dai nostri periodi epidemiologici: a livello nazionale i nuovi casi (23-29 gennaio) sono stati 87.265, in calo del 2,3% dagli 89.328 della settimana 16-22 gennaio. Il numero medio dei casi giornalieri scende da 12.761 a 12.466, comunque molto distante dal valore di 4.311 che permetterebbe di riprendere le attività di tracciamento con piena efficienza e di passare dalla fase di mitigazione a quella di contenimento. I periodi considerati sono omogenei, perché entrambi risentono dell’inserimento dei test rapidi nel totale dei tamponi eseguiti. La variazione al ribasso appare veritiera, in quanto conseguente a un numero di test totali eseguiti sostanzialmente stabile: 1.723.859 (23-29 gennaio) contro 1.697.283 (16-22gennaio) con una variazione dell’1,5%. Andamento analogo per il numero dei casi testatati (primo tampone): 554.569 tra il 23 e il 29 gennaio, 542.129 tra il 16 e il 22 gennaio (+2,29%). Siamo molto lontani dai massimi (880.173 casi testati tra il 7 e il 13 novembre) ma anche dai minimi (con soli 344.563 casi testati tra il 26 dicembre 2020 e l’1 gennaio 2021). Veniamo ai dati della Lombardia, che monitoriamo da inizio epidemia in quanto Regione con il maggior numero di casi e negli ultimi giorni al centro dell’attenzione per il conflitto con il Ministero della Salute. I nuovi casi individuati nella settimana 23-29 gennaio sono stati 12.420, in rialzo del 4,06% dagli 11.935 del 16-22 gennaio. Come a livello nazionale il numero dei test totali è rimasto sostanzialmente stabile (+3,4%) passando da 211.197 (16-22 gennaio) a 218.450 (23-29 gennaio). Così pure i casi testati (+1,60%, da 52.962 a 53.812) con valori lontanissimi dai massimi di inizio novembre (154.038 nella settimana 7-13 novembre) ma in rialzo dai soli 39.940 del periodo 26 dicembre 2020 - 1 gennaio 2021. Verifichiamo ora lo scostamento tra la nostra settimana epidemiologica (23-29 gennaio) e quella rilevata nell’ultimo Bollettino Iss (18-24 gennaio): entrambe le rilevazioni sono condotte utilizzando la stessa base dati (forniti da Regioni e Province autonome). A livello nazionale il periodo mobile 23-29 gennaio ha registrato. come abbiamo visto, 87.265 nuovi casi: contro 81.441 (18-24 gennaio) con un incremento del 7,1%. Considerando la sola Lombardia abbiamo 12.420 nuovi casi tra il 23 e il 29 gennaio, contro 11.480 del 18-24 gennaio (+8,1%). Una variazione al rialzo meritevole di approfondimento in un arco di tempo più lungo, ma al tempo stesso da non sottovalutare: perché le infezioni dell’ultimo periodo iniziano a riflettere la fase successiva al termine delle restrizioni attuate a cavallo delle festività di Natale e inizio anno. Se il trend trovasse conferma, il passaggio in zona gialla di gran parte dell’Italia a partire dalla prossima settimana rischierebbe di coincidere con un fase di ripresa dell’infezione: una situazione che consiglierebbe di attuare un forte incremento dei test, e soprattutto dei casi testati, per tracciare al massimo possibile la presenza del virus sul territorio ed evitare un rapido ritorno alle restrizioni: un tema sul quale torneremo più in dettaglio nella prossima analisi settimanale.
dati live: http://www.meteosanteramo.com/Liveiphone6.asp
(Befana 2017 indimenticabile, oltre 1mt di neve in 24h)
Hanno cambiato la scritta nel sito, ma rimane il fatto che nelle due ordinanze non c'è traccia del fatto che tutte quelle regioni siano passate al giallo.
Non è una cosa indifferente, a tutt'oggi non esiste ordinanza che dica che siamo passati a giallo, né ministeriale né regionale. Vi state rendendo conto?!?
Praticamente siamo gialli noi come quasi tutto il resto d'Italia solo perché si son messi d'accordo con i governatori delle regioni cui han concesso ciò. A rigor di norme ancora in vigore saremmo arancioni.
Inviato dal mio Redmi Note 4 utilizzando Tapatalk
Brutto dire "l'avevo detto" ma.. L'avevo detto :D con questi ritmi non ne usciremo grazie ai vaccini, poco ma sicuro. Chiusure e aperture parziali fino all'immunità di gregge evitando il collasso sanitario. Ossia, considerato che non si farà mai il "liberi tutti", fine primavera 2022. Forse un po' prima, fine inverno / inizio primavera 2022, se i vaccini arriveranno in massa e verranno somministrati massivamente. In pratica dobbiamo pazientare ancora 1 anno, in soldoni.
Inviato dal mio SNE-LX1 utilizzando Tapatalk
Io per tenermi più tranquillo direi la primavera del 2026.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Segnalibri