Originariamente Scritto da
burian br
Altri calcoli: 4,7% dei cinesi hanno avuto bisogno della terapia intensiva.
Usando le percentuali che vi diedi sopra (3,3% di chi accedeva alla terapia intensiva era già affetto da malattie croniche, contro l’1,4% dei sani), proviamo le ad applicarle ai 72000 casi cinesi.
Ho dedotto che le proporzioni sono 80% sani, 20% affetti da malattie croniche. Quindi dei 72mila, 57600 erano sani (senza comorbilità) e 14400 già affetti.
L’1,4% dei sani giunti in terapia intensiva pesca dall’80% del totale sano. Ergo corrisponde all’1,75% dei sani. Quindi chi è andato in terapia intensiva dei 57600 è pari a 1008 casi.
Questa percentuale è vicinissima a quella da me ipotizzata all’inizio, e considerando che chi ha avuto bisogno di terapia intensiva è 1/3 di chi ha avuto polmonite, torniamo alla mia percentuale del 3% (qui sale al 5% in realtà tra i sani, ma la mia stima era approssimativa, e si potrebbe comunque ridurre al 3% rimuovendo gli anziani sani).
Continuiamo: ho stimato che il 3,3% del totale dei casi in terapia intensiva venisse da chi già con altre patologie. Essi pescano dal restante 20%. In sintesi vanno in terapia intensiva il 16,5% di chi già con problemi.
Su 14450 siamo a 2376.
Ora, calcoliamo il totale di chi è stato in terapia intensiva dalle stime cinesi: il 4,7% di 72000 è 3384.
Sommando i miei calcoli, otteniamo 2376+1008=3384
Cioè, i miei calcoli sono giusti, sebbene, ripeto, sono stime potenzialmente non valevoli di scientificità.
Se così fosse, solo l’1,75% dei sani avrebbe bisogno di ospedalizzazione serissima (terapia intensiva). Se i malati cronici non si contagiassero, e il virus circolasse tra i sani, solo l’1,75% quindi andrebbe in ospedale.
E solo la metà (0,87%) morirebbe.
Guarda caso, la mortalità nelle regione cinesi fuori dall’Hubei è sullo 0,7-0,8%. La mia ipotesi è che la quarantena cinese abbia salvato inalati cronici e gli anziani dalla malattia.
Considerate che nella mia stima dell’1,75% dei casi ho inserito gli anziani.
Segnalibri