Più che perdere la bussola è che non ci sono alternative, il problema grosso è quello.
Finchè circola il virus non si potrà fare niente se non chiusure su chiusure, parziali aperture temporanee e in seguito nuove chiusure, a ripetizione.
Altre soluzioni non esistono.
Lou soulei nais per tuchi
La mia umile stazione meteo
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Ecco bravo hai colto il punto ma questo è un trehad dove smesuste una sola voce, e se alzi il ditino per fare presente che dopo un'anno in cui non è cambiato nulla forse non è la soluzione che risolve il problema, passi per contestatore per uno che si lamenta e basta.
La peste del medioevo ha dimezzato la popolazione mondiale ma l'uomo ha continuato ad esistere, e continuerà ad esistere anche adesso.
Qui il vero problema mondiale è il sovrapopolamento del pianeta terra che non può essere sfruttato come stiamo facendo da 7 miliardi di persone non reggerà ancora a lungo, il secondo problema o primo fate voi, sarà l'acqua e questo non fra 50 anni, ma molto molto prima
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Eh... sì... ma quale sarebbe la scelta?
Posto che la situazione è
Più aperture = più circolazione virale = più contagi = sistema sanitario più in difficoltà = meno problemi sociali (danni "collaterali")
Meno aperture = meno circolazione virale = meno contagi = sistema sanitario meno in difficoltà = più problemi sociali
Obbligatoriamente bisogna muoversi in questo delicatissimo equilibrio: tutto il mondo sta facendo così, ad esclusione di alcuni Stati come la Tanzania (di cui è morto il presidente, per cui non mi sembra un buon segno) e il Brasile, che infatti sta diventando un mattatoio a cielo aperto.
L'unica "scelta" che si ha è il barcamenarsi tra aperture e chiusure, ossia quando/quanto aprire un pò e quando/quanto chiudere un pò, tenendo conto della tenuta del sistema sanitario (e soprattutto senza spingerlo al limite) e della sopportazione della gente.Non oltre.
Certo, ci settassimo su un sistema sanitario composto da svariate centinaia di migliaia di persone in più e centinaia di migliaia di posti letto in più, terapie intensive, attrezzature, macchinari, potremmo ovviamente tenere molte più attività aperte e avere molte meno limitazioni, ma per arrivare ad un risultato del genere ci vogliono svariati decenni, non è una cosa che possiamo improvvisare dall'oggi al domani..
Lou soulei nais per tuchi
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Lavoro: Brendola - casello di Montecchio Maggiore (VI)
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Per me dovrebbero partire dalle età più avanzate anche all'interno di ogni singola fascia di età: un classe 1942 rischia il triplo di morire di Covid rispetto a un classe 1951, dovrebbero tenerne conto e definire le priorità in base a questo. Non si tratta di una differenza minima come fare testa o croce per decretare quale squadra batterà il calcio d'inizio di una partita. In ogni caso fai bene ad essere contento per tuo padre, non sto affatto criticando questo, ci mancherebbe.
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
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Hai ragione: le chiusure non sono una soluzione, ma nessuno le ha mai spacciate per tale: sono un palliativo, una misura per non far collassare il sistema sanitario, per non fare milioni di morti e per non avere un disastro economico ancora peggiore rispetto a quello causato dalle chiusure.
E' molto tempo che scriviamo queste cose, dovrebbe essere chiaro a tutti ormai
La peste del Medioevo (ma anche le malattie successive) vedevano, grosso modo come adesso, i governi dell'epoca che imponevano chiusure e limitazioni (una fra tutte la quarantena), divieto di svolgimento di mercati, ecc.ecc.
Non c'è mai stata una pandemia, negli ultimi 1000-1500 anni, senza alcun provvedimento limitativo da parte dell'uomo. Che poi fossero provvedimenti inadeguati o poco utili lo sappiamo ora, ma per l'epoca era quanto di meglio si potesse fare. Nella peste del Trecento erano stati istituiti degli enti appositi per pulire le strade e pulire le città, erano stati predisposti dei divieti di fare fiere, mercati, nonchè enormi limitazioni di spostamento: nell'Italia Centrale le città si erano "blindate": non si entrava e non si usciva, proprio perchè si temeva il dilagarsi del contagio in maniera ancora peggiore.
Quello che voglio dire è che limitazioni alla circolazione, allo spostamento, agli "assembramenti", in fasi pandemiche, sono state attuate da tutti i tipi di governi da quando esistono gli stessi. Non siamo i primi umani a subìre questo, nè saremo gli ultimi.
Ma anche l'idea di lasciare dilagare il virus del tutto liberamente, alla fine, non si traduce in qualcosa di molto diverso. Si ammalano moltissime persone in più, che fisicamente non escono di casa (e dunque non circolano), molte attività tengono chiuse (perchè i proprietari sono malati o morti), molti clienti non ci sono (perchè malati o morti), e molte persone sane non escono o escono il meno possibile per paura di ammalarsi.
Il danno economico ci sarebbe ugualmente (forse peggiore, ma non sbilanciamoci), e in più il sistema sanitario non esisterebbe praticamente più.
Lou soulei nais per tuchi
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