Ore 19.15. Il bollettino dei contagi. Sono 1624 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 304 in provincia di Alessandria, 90 in provincia di Asti, 78 in provincia si Biella, 100 in provincia di Cuneo, 117 in provincia di Novara, 595 in provincia di Torino, 102 in provincia di Vercelli, 59 nel Verbano-Cusio.Ossola, 36 sono residenti fuori regione che sono in carico alle strutture sanitarie piemontesi, mentre 143 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
Le persone ospedalizzate sono 1323, di cui 193 ricoverate in terapia intensiva. In isolamento domiciliare, perché positive al test e sintomatiche ma le cui condizioni non richiedono il ricovero, ci sono 180 persone. I tamponi finora eseguiti sono 5758, di cui 3808 risultati negativi e 317 in fase di analisi.
Purtroppo altri 10 decessi.. C'è da dire che il numero dei ricoverati in terapia intensiva è molto alto in percentuale ai positivi, non so come mai
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La mentalità italiana (anzi, italiota) è : perché devo fare qualcosa io se lo può fare qualcun altro? E poi "ma e lo Stato cosa fa per me?" anziché "cosa faccio io per il mio Paese?". Tanti difetti e mentalità molto individualista secondo me, però, devo dire che in questo frangente mi sembra che tutti gli italiani si stiano comportando bene. Anzi, ne sono positivamente sorpreso..
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https://www.wunderground.com/personal-weather-station/dashboard?ID=IMRCASEB2
Freddofilo e nivofilo in Inverno ,Temporalofilo in primavera e autunno ,Caldofilo in estate,Tornadofilo tutto l'anno
Per il solito motivo: accedono al tampone solo i casi più gravi, che solitamente sono anziani e/o malati, e statisticamente hanno più probabilità di finire in terapia intensiva oltre che di non sopravvivere.
Con altri numeri di grandezza (positivi reali) la percentuale sarebbe minima e più o meno come altrove
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La cultura e la mentalità sono diverse, ma alla base c'è lo stesso substrato psichico e psicologico, cui nessuno è esente. E le dinamiche del contagio riguardano questo substrato: tutti ad esempio si toccano gli occhi in momenti di stress, o il naso o la bocca per grattarsi. Ebbene, questi sono veicoli di contagio, e non c'è campagna che tenga per prevenire del tutto questi gesti involontari.
O ancora il contatto interumano, la pratica del parlare con persone fidate. Puoi emanare quante campagne vuoi, ma finchè non si percepisce la situazione di emergenza (e accade solo quando ti sconvolge la vita di tutti i giorni, come una quarantena estesa a tutta la nazione) la stragrande maggioranza delle persone, di qualunque nazionalità o popolo, non ci pone la stessa attenzione, e continuna imperterrita nella sua quotidianità che ora è potenziale causa di pericolo per tutti.
Per modificare la quotidianità delle persone serve un deciso intervento dall'alto. Non c'è altra alternativa. Che sia un evento naturale (una serie di morti nella città), o una decisione governativa. Visto che non si può aspettare che si incasellino decine di morti in ogni abitato, è bene intervenire con la seconda.
E' questo che sinteticamente intendevo.
Non entro nel merito della mentalità italiana, ché già qui al Sud ci sono mentalità diverse a seconda dei contesti. La mia era una riflessione sul fatto che lo Stato svizzero, o quello tedesco o francese o inglese, conscio e consapevole del destino che sarebbe loro spettato vedendo il caso italiano, avrebbero dovuto adottare scelte dure (quali quelle che comunque stanno adottando adesso, con lo stesso malcontento del popolo) prima.
L'Italia non ha la stessa responsabilità perchè davanti aveva solo l'esempio cinese, che come dici non è un regime democratico. Ma io fin dall'inizio mi sono lamentato della gestione, e ora mi rode molto il fatto di vedere migliaia di persone morire perchè certe scelte non sono state fatte prima.
Ultima modifica di burian br; 16/03/2020 alle 22:05
Concordo con quanto dici, ma qua secondo me ci riallacciamo al discorso che siamo in una società e sistema economico dove ci sono limiti nell’affrontare queste problematiche, indipendentemente dal fatto se ci troviamo in Svizzera, Italia, Germania, Islanda.
Noi non siamo la Cina.
Pure io ho notato una tempestività non ottimale nell’attuazione di determinate misure (ovunque), ma cosa ci possiamo fare? Inglesi a parte non si può dire che non si sta facendo nulla. E il tutto è così rapido che cambia poco se il virus è passato prima dall’Italia o dalla Germania. Non c’è tempo materiale per fare determinate cose. Era da un secolo che non capitava una pandemia del genere. Nei piani di emergenza nazionali si dice che le pandemie nelle società odierne rappresentano un elevato fattore di rischio, ma esperienze pratiche ne abbiamo avute poche gli scorsi decenni (e meno male).
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