Un paio di considerazioni oggi su come i numeri, nel corso di un evento complesso come un’epidemia, non debbano essere sempre visti nello stesso modo, ma contestualizzati all’interno dello scenario complessivo in cui vengono generati. La prima delle due, come abbiamo promesso ieri, riguarda le molte domande che ci sono arrivate sul calo delle terapie intensive, più lento di quanto accaduto in passato. Non si tratta di un effetto di una forma più grave della malattia, ma paradossalmente delle conseguenze di un aspetto migliorativo rispetto alle ondate precedenti: gli anziani, e soprattutto i cosiddetti grandi anziani, iniziano a essere protetti dal vaccino in grande quantità (l’81% degli over 80 è già vaccinato con almeno una dose). Per questo motivo nelle terapie intensive si presentano soggetti con un’età media inferiore rispetto al passato, e con una maggiore resistenza fisica: i tempi di ricovero sono molto più lunghi, mentre con la popolazione più anziana nel giro di pochi giorni o il paziente reagiva in modo positivo, oppure il peggioramento era rapido e conduceva spesso alla morte. Per lo stesso motivo in quest’ultima fase stiamo osservando un numero di decessi, per quanto inaccettabile, inferiore a fasi analoghe del passato. La seconda considerazione è relativa ai toni da apocalisse con cui vengono riportati i circa 340.000 contagi giornalieri in India: e, ad ottenere maggiore effetto, si aggiunge spesso “un milione in tre giorni”. Numeri che effettivamente, visti con la nostra lente di ingrandimento (viviamo in un Paese con 60 milioni di abitanti) sono impressionanti. Se però li rapportiamo non alla nostra percezione di quell’ordine di grandezza, ma al numero di abitanti dell’India (1 miliardo 400 milioni) vediamo che i contagi giornalieri colpiscono lo 0,024% della popolazione residente. Riferiti all’Italia, con un pari peso percentuale, diventano 14.640. Un numero molto vicino a quello con cui, lungi dall’essere in clima da apocalisse, stiamo tranquillamente procedendo alla riapertura del Paese e al ripristino delle zone gialle. Delle quali parleremo diffusamente nell’analisi della prossima settimana. (M.T.I.)
Il sommerso dell India è ben diverso visto anche il rapporto tamponi abitante.
Io invece scommetto che anche quando eravate in zona gialla gli ospedali in questione erano tutti dedicati a pazienti covid e pertanto non accettavano nessun altro anche avendo posti liberi. Sennò non si spiega, in zona gialla non puoi avere una saturazione di tutti i posti letto non in uno ma in cinque ospedali e prendendo anche testimonianze diverse, mi sembra molto strano
E' un dato da considerare con molte precauzioni, nelle giornate di domenica e lunedì la trasmissione dei dati è "rallentata", spesso alcuni decessi risalenti agli ultimi giorni di una settimana vengono comunicati nei giorni centrali della settimana successiva, creando una sorta di "ingolfamento"...
Ma non sono 20 milioni (magari) quelle sono le dosi somministrate
Stiamo riaprendo in una situazione peggiore dello scorso anno, forse la Lombardia è una delle poche regioni messe meglio, ma grazie, l'anno scorso partiva da una situazione disastrosa. Abbiamo ancora 1000 ingressi settimanali in TI, più o meno come a gennaio e febbraio, nonostante le vaccinazioni, con una circolazione virale molto più alta. La gente l'anno scorso faceva più attenzione, e le riaperture del 4 maggio 2020 erano molto più blande di queste. Non sono così fiducioso, mentre l'anno scorso lo ero e non credevo ad una nuova ondata in estate. Nella fascia 50-70 siamo al 20% con una dose, troppo poco
Se mi piace il ruolo del cacciatore e della lepre? Se c'è uno davanti è normale che gli altro lo inseguano. E' come il gioco di guardia e ladri, i ladri scappano e le guardie inseguono...
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