Secondo il sito ci sono 2 guariti, uno è il ricercatore Emiliano ricoverato allo Spallanzani, l'altro è guarito ora, qualcuno sa chi è??
Ultima modifica di Nocturno Frostreaper; 25/02/2020 alle 22:52
"Non farà tanto caldo" Frase più divertente del 2022
"We are Motörhead. And we play rock and roll."
"Just a hellish rock n' roll freak. We're too old too cold"
Ragazzi ci han già pensato le istituzioni sanitarie della zona, come vedete, sappiamo che han fatto il tampone solo ed esclusivamente ai contatti più stretti e solo a chi ha febbre e eventuali altri sintomi, neanche a tutti i familiari l'hanno fatto e non lo faranno fino a eventuale peggioramento...quindi si dimostra il fatto che mandare in quarantena 20000 persone o far tampone "indistintamente" solo xke c'è stato contatto tramite terzi non è praticabile.
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Posso fare un ragionamento un pò impopolare? Rischierò il linciaggio, va bene, lo accetto.
I primi casi di questo virus, all'inizio definita come "polmonite di causa sconosciuta" risalgono intorno a metà Dicembre 2019, a Wuhan. Si ipotizza che i primissimi casi possano essere avvenuti qualche settimana prima, siamo buoni, diciamo i primi di Dicembre 2019.
Qualcuno ha idea degli spostamenti che si sono avuti, da quei giorni, a Wuhan, in tutto il mondo? Qualcuno ha idea? Sa come ricostruirli? Perchè il virus è stato identificato esattamente un mese dopo, cioè il 7 gennaio 2020. Da metà Dicembre 2019 al 7 Gennaio 2020, quindi, questo virus ha potuto tranquillamente circolare ovunque, partendo da Wuhan, senza che nessuno sapesse neanche che cosa diavolo fosse. Pochi casi, all'inizio? Può darsi. Ma chi può escludere che, per le vie della città, in qualche ristorante, in qualche mercato, in qualche negozio, già allora - prima ancora dell'isolamento del virus, ripeto - non ci sia stato almeno UN turista canadese, greco o cileno che si sia ammalato e che l'abbia portato a spasso con sè? Ricordo che c'era Natale e Capodanno, subito dopo (non cinesi, certo, ma per la stragrande maggioranza del mondo). E infatti, qui casca l'asino: il 22 gennaio viene posta la quarantena nella città di Wuhan, peccato che esattamente il giorno prima, il 21 gennaio, era stato già registrato il primo caso negli Stati Uniti. Quindi, cosa significa? Che la quarantena della città cinese è già avvenuta troppo tardi, maledettamente tardi, perchè io sono sicuro e strasicuro che in una città di 11 milioni di persone, nel periodo tra dicembre e gennaio i turisti/commercianti/lavoratori stranieri erano a centinaia se non a migliaia, e centinaia e migliaia di sono mossi per le festività, sono tornati a casa, sono andati in vacanza, ecc. Un sacco si saranno ammalati, altri non se ne saranno manco accorti: non lo sapremo mai. Comunque, dal 22 gennaio in avanti (un mese e mezzo dopo l'inizio della malattia, ricordiamolo) si è corsi ai ripari ovunque: chiusura dei voli, controlli, quarantene, e chi più ne ha più ne metta. Si è chiuso il recinto quando i buoi erano scappati già da molto, molto tempo, da settimane, almeno.
L'epidemia italiana è iniziata ufficialmente il 31 gennaio, quando una coppia di turisti cinesi originaria dell'Hubei, a Roma, è risultata positiva: i coniugi, però, erano già sbarcati il 23 gennaio a Malpensa, e cioè appena un giorno dopo l'inizio della quarantena di Wuhan (estesa alla sola città, e non ancora alla provincia, per giunta).
Il "focolaio lombardo" o quello veneto non sono altro che il riflesso di ciò che era già avvenuto magari ben ben prima del fatidico 23 gennaio. Ricordiamolo: dai primi di dicembre al 22 gennaio ogni persona di Wuhan e della sua provincia è stato libero di andarsene ovunque nel mondo.
Visto che ormai si è capito che i buoi sono scappati, e che il famigerato "paziente zero" è chiaramente IMPOSSIBILE da trovare, ha ancora senso proseguire in questa corsa al massacro? Nella chiusura totale di ogni attività, nel blocco totale di un Paese, nella corsa forsennata al contagio, nell'isolamento dei casi, nella ricostruzione degli spostamenti, nelle ipotesi e nell'isteria di massa? Per quanto ci riguarda potrebbero esserci decine, centinaia di focolai ovunque in Italia: sono stati beccati i più evidenti, probabilmente, grazie alle task force che ci lavorano sopra. E non metto in dubbio la qualità del loro lavoro, non mi permetterei mai di criticarlo. Ora io metto in dubbio il perchè del loro lavoro.
Le misure contenitive e precauzionali, il blocco totale di tutto, la paralisi economica e produttiva siamo sicuri che non creino un danno maggiore di un'eventuale pandemia che servano VERAMENTE a contenerla? Perchè, se non abbiamo il "paziente zero", scusate, ma mi viene da dire "che cosa stiamo contenendo?". I focolai lombardo e veneto saranno poi i primi? Ma siamo sicuri? E se fossero focolai secondari, fatti già da malati di seconda o terza "generazione"? A che cosa serve tutto questo? Quanti viaggiatori di passaggio ci sono nel mondo e in Italia, e quanti ne sono passati durante le vacanze di Natale, a Capodanno, all'Epifania?
Per questo io dico basta, basta tutto. Basta con queste misure folli, in questo gioco al massacro o si isolano tutti o non si isola nessuno. E visto che isolare tutti non è possibile, allora che cessi questo stato di guerra. Che si pensi, piuttosto, a potenziare, anche con ospedali da campo e personale militare, il nostro sistema sanitario, di modo che le persone che ne avranno veramente bisogno , e cioè malati cronici, immunodepressi, anziani e malati gravi, possano ricevere le cure adeguate. Perchè la stragrande maggioranza della popolazione in salute NON avrà problemi con il Coronavirus, ormai è chiaro e dobbiamo stamparcelo in testa: i problemi li hanno chi ha già situazioni cliniche non rosee. Prepariamoci a curarli al meglio possibile, ma per favore, affrontiamo quest'epidemia come un'influenza più contagiosa e più aggressiva del solito, non come un morbo alieno dalla mortalità al 100%: abbiamo esagerato. Il numero dei morti potrebbe essere alto? Sì, certo, potrebbe eccome, perchè siamo un Paese di anziani. Ma mettiamo il personale sanitario in condizioni di lavorare con calma, in sicurezza, anzichè sprecare tempo e risorse in questa follia.
Lou soulei nais per tuchi
@Lou_Vall
Non sei impopolare. E' la mia stessa posizione, che mitigherei imponendo la quarantena a chi è più debole e malato cronico, inclusi coloro che vivono assieme a questi.
Al tempo stesso, in molte regioni non sono noti focolai, per cui quelle le chiuderei. Se poi il virus dovesse diffondersi comunque, tanto vale fregarcene dell'Europa e del mondo. Che facciano loro ciò che possono per difendersi, incluso isolarci e chiuderci i confini.
Tu contatta il tuo medico di base senza ribellarti al sistema. Alla fine cosa ci perderai? Cinque minuti di chiacchierata tranquilla?
Mettiti in autoquarantena finchè non arriva il test, potrebbe metterci un paio di giorni.
Poi fai come vuoi eh, ma stai agendo come il classico italiano medio che nessuno è mai, a parole, ma evidentemente esiste.
@Lou_Vall, trovo eccellente la tua disamina!
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
Credo che questo pensiero sia condivisibile per molti, tra l'altro chi più, chi meno, ha esternato opinioni simili.
Il virus circola da tempo, molto tempo prima che ci si focalizzasse in maniera acuta.
Ripeto, per me è già presente in molte regioni, non lo si è ancora scoperto semplicemente perchè non ha toccato ancora persone deboli.
Tra l'altro qui in Basilicata, mi pare di aver capito che solo nella giornata di domani arriveranno tamponi in dose massiccia per effettuare test campioni (forse negli ospedali?), forse uscirà qualcosa nelle prossime ore.
Abbiamo comunque creato psicosi inutile e contro producente, molto più pericolosa del virus stesso.
Capisco, ma quello che voglio mettere in chiaro è: che cosa è più importante?
Isolare i focolai di Coronavirus o proteggere i soggetti a rischio?
Isolare i focolai di Coronavirus? Bene, è impossibile. Era già tardi a gennaio, magari già a dicembre, figuriamoci ora. Quindi stop, non si può fare.
Vogliamo proteggere i soggetti a rischio? Facciamolo, dunque, facciamo posto e diamo priorità a loro, per qualsiasi malattia, Coronavirus o meno. E' più importante sapere chi ha il Coronavirus o chi è a rischio di vita? Chi è a rischio della propria vita, indipendentemente dal Coronavirus o dall'influenza stagionale.
Quante persone, quanti malati terminali in questo stesso istante stanno morendo per polmonite, bronchite causata dall'influenza di stagione? Quante decine e decine, se non centinaia, da inizio stagione?
Tu diresti di chiudere le regioni in cui non sono noti focolai. Ok, ma abbiamo idea di che cosa significa fare una cosa del genere? Di cosa significa impedire la circolazione di persone, mezzi, alimenti, generi vari, materiali, operai di manutenzione & co? Cosa accadrebbe in caso di un banale black-out di corrente, di un qualsiasi guasto di qualcosa, di una qualsiasi necessità? O della banale carenza di infermieri/personale di qualsiasi cosa?
Una misura del genere farebbe e di fatto provoca una serie di danni collaterali infinitamente maggiori del Coronavirus stesso. E non ho menzionato la componente economico-produttiva, per cui rappresenterebbe un vero e proprio collasso.
Cosa è più importante? Capire chi ha il Coronavirus e isolarlo, isolando un Paese intero, regioni intere, province intere, comuni interi, bloccando tutto, o curare e dare assistenza ai malati, TUTTI i malati, di qualsiasi cosa?
Ricordiamoci bene della mortalità di questa malattia, ricordiamoci bene di che cosa stiamo parlando. Ripeto: non è un morbo alieno dalla mortalità folle, è un'influenza SERIA, che va trattata bene e come si deve, ma a questo punto va TRATTATA, e non ISOLATA, perchè l'isolamento, come è ben chiaro, ormai è I M P O S S I B I L E.
Lou soulei nais per tuchi
Avete notato come oggi negli altri stati europei e in Algeria siano spuntate notizie di contagi guarda caso portate solo da turisti italiani?
insomma, i nostri vicini sembra si stiano svegliando nella conta dei casi (bene, bravi, bis) ma per non ammettere la propria incompetenza vanno a caccia di turisti italiani. Una sorta di “dagli all’untore” in salsa europea.
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