Originariamente Scritto da
Gio83Gavi
Ciao.
Provo a risponderti per quello che ho capito informandomi un pò su internet... Il virus dell'HIV è un retrovirus, ovvero una particolare tipologia di virus a RNA, che per replicarsi utilizza un processo chiamato della trascrittasi inversa, ovvero deve convertire il codice genetico rappresentato dal genoma RNA in un genoma DNA.
Tuttavia questo processo di "conversione genetica", utilizzando una base diversa (che viene definita "primer") da quella che si otterrà a processo terminato (parte da una codice genetico a RNA per poi ottenerne uno a DNA) è soggetto ad un errore piuttosto elevato (perchè, secondo me, il codice genetico da copiare è costituito da tanto materiale e anche molto diverso), e questo errore è rappresentato dalle mutazioni che il virus subisce a seguito della replicazione.
Mutando molto velocemente (questa caratteristica è tipica, ad esempio, del virus dell'HIV) rende molto molto complesso trovare un vaccino in quanto, come forse potrai intuire, il virus che ha infettato la cellula all'istante X può risultare completamente diverso dal virus che si troverà nell'organismo nell'istante X+100.
Perchè un vaccino risulti efficace il virus deve mutare poco: per fare un paragone, è un pò come se un cacciatore vuole sparare ad un uccello fermo su un albero oppure ad un uccello che si muove in continuazione... Riuscire a colpirlo, nel secondo caso, è molto più difficile
Discorso COVID... Credo che la comunità scientifica sia convinta di trovare un vaccino perchè non sono state riscontrate mutazioni importanti su alcune caratteristiche peculiari di questo virus, tra cui la "famosa" proteina Spike e l'RDB, ovvero il recettore che consente alla proteina Spike di aggredire le nostre cellule attaccandosi al recettore "ACE2".
Se alcune proprietà di questo virus rimangono, infatti, inalterate nel tempo e non subiscono mutazioni particolari possono essere il "bersaglio" di terapie antivirali o di un vaccino.
Comunque recentemente e a proposito di vaccini, ho letto un articolo uscito da qualche giorno su Nature come appunto uno dei principali bersagli e obiettivi per la creazione di un vaccino antivirale possa essere appunto il recettore "RDB" che consente alla proteina Spike di "attaccarsi" al recettore ACE2.
Vi sono infatti, se ho interpretato bene l'articolo in quanto anche se tradotto in italiano ci sono argomenti piuttosto complessi da capire, che esistono comunque anticorpi policlonali IGg che riescono ad aggredire lo stesso recettore presente però nella versione "precedente" del virus, ovvero il SARS-COV (che comunque condivide circa il 70% del codice genetico del nuovo coronavirus).
Il risultato del test appunto sembra confermare che l'anticorpo, aggredendo il recettore RDB, impedisce la replicazione del virus bloccando la proteina "S":
Allegato 523627
L'articolo è questo, per chi ha voglia di approfondire:
Characterization of the receptor-binding domain (RBD) of 2019 novel coronavirus: implication for development of RBD protein as a viral attachment inhibitor and vaccine | Cellular & Molecular Immunology
Mi appello comunque anch'io ad altri del forum più preparati, come @
burian br e @
Gianni78ba
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