E' interessante parlare di questa ipotesi estrema, perciò ti chiedo: è possibile che una patologia veicolata da un virus che ha R0 di 2.3 rimanga endemica a tempo indeterminato, dato che quelle per cui è successo erano veicolate da batteri (con modalità di trasmissione del tutto diverse) o da virus capaci di diffondersi molto più velocemente? (R0 di rosolia e morbillo 16, polio 6, ecc.)
Non è più probabile che a un certo punto si raggiunga l'immunità di gregge (sempre sperando che l'immunizzazione sia totale o quasi)?
Anche per me si dovrebbe riaprire tutto (non proprio tutto...) gradualmente. Però alcuni negozi, e soprattutto locali, ristoranti, villaggi turistici, resterebbero inevitabilmente chiusi
Sicuramente si deve pensare a una strategia valida per affrontare i contagi (saranno comunque molti meno di ora) che si verificheranno, ma non trovo molte alternative.
Comunque è interessante fare un confronto tra Svezia e Norvegia.
La prima 3069 casi e 105 morti (letalità del 3.5%), la seconda 3771 casi e 19 morti (0.5%). La prima 70 pazienti critici, la seconda 214. Da questi dati, tenendo conto che l'età media e la distribuzione per fasce di età della popolazione norvegese e svedese dovrebbe essere simile, emerge un'anomalia molto forte in Svezia, che difficilmente può spiegarsi con la diffusione in ambienti diversi a mio parere. D'altronde, questo sarebbe coerente con le misure introdotte dai due Stati, portando a pensare a una maggiore diffusione in Svezia. Probabilmente là la situazione è molto peggiore di quello che sembra e non è lontana da quella presente in Svizzera, Belgio, Olanda e Austria.
Se dovesse esserci una pandemia a diffusione incontrollata si svilupperebbe l'immunità di gregge, ma rimarrebbe sempre qualcuno che potrebbe infettarsi (perchè rimasto illeso) e che potrebbe veicolare la malattia ai bambini, che essendo nati dopo l'ondata epidemica saranno sempre suscettibili al virus.
Pensa alla varicella. Resiste da secoli proprio tramite questo meccanismo, ma è lo stesso anche per altri virus (morbillo o vaiolo).
Se però il virus desse solo un'immunità parziale, si comporterebbe come il raffreddore, e ogni anno potremmo reinfettarci anche se con sintomi meno gravi. Ma potendo reinfettarci possiamo trasmetterla anche a chi non si è mai infettato, e allora sarebbero problemi gravi se colui al quale la trasmettiamo fosse anziano o malato cronico.
Per cui, per rispondere alla domanda: sì, è possibile e anzi è successo con tutte le malattie virali che oggi infestano l'umanità. Infatti si ritiene che le malattie infettive si siano cominciate a diffondere dal Neolitico, con la nascita dei primi insediamenti umani, che hanno facilitato la trasmissione interumana di virus che avevano eseguito un salto di specie. Magari prima invece un virus lo eseguiva, ma visto che non esistevano insediamenti non riusciva a contagiare altri esseri umani all'infuori di coloro che appartenevano alla ristretta cerchia familiare.
E' un circolo vizioso: più esseri umani ci sono (e più abitano assieme) tanti più virus eseguiranno un salto di specie e si diffonderanno, perchè aumenti le probabilità che ciò avvenga aumentando il numero di volte in cui c'è contatto tra animale e uomo, e poi tra uomo e uomo.
Ultima modifica di burian br; 28/03/2020 alle 02:38
Stati uniti saliti a 400 morti
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In Corea del Sud oggi +146 casi, in aumento.
Pagina azzerata e corea 146 nuovi casi
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@Gianni78ba
Per chiunque volesse informarsi sulle terapie in studio (Remdesivir, idrossiclorochina, lopinavir ecc..) qui un articolo di Science:
Race to find COVID-19 treatments accelerates | Science
L'OMS sta eseguendo uno studio clinico raccogliendo dati da tutto il mondo sui vari trial in corso su pazienti trattati con vari farmaci, così da avere in pochissimi tempo (poche settimane) dati solidi sulle terapie già approvate e che si stanno analizzando per testarne l'efficacia. Lo studio mi pare di aver capito si chiami "SOLIDARITY".
Una nota sul Remdesivir: è in uso, sostiene l'articolo, su centinaia di pazienti in Europa, ed è il farmaco che appare più "promettente" (da non intendere che si sappia già funzioni eh, ma solo che è il farmaco in cui si ripongono le maggiori speranze). Si crede abbia più effetto se somministrato nella fase precoce a sintomi lievi, ma c'è il problema per il quale solo il 15% dei pazienti svilupperà sintomi gravi a partire da una severa polmonite, per cui somministrarlo a tutti gli infetti prima che sviluppino sintomi sarebbe inappropriato e molto costoso.
Ultima modifica di burian br; 28/03/2020 alle 03:14
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