Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Chi l'ha visto andato in onda giovedì 26 marzo è stato piuttosto inquietante..
Coronavirus, ospedale Alzano Lombardo. A Chi l'ha visto?: "Caso di contagio il 23 febbraio, subito riaperto" - Corriere dell'Umbria
Sto cercando articoli, non ne trovo granchè.
C'è un'ipotesi sul disastro della provincia di Bergamo e della Lombardia in generale.
Posso fare un riassunto del servizio?
In pratica il 15 febbraio 2020 un signore viene ricoverato all'ospedale di Alzano Lombardo, addirittura (se non ricordo male) in due reparti differenti. Nella notte tra sabato 22 e domenica 23 febbraio (quindi ben 7 giorni dopo!) si scopre che era positivo al Covid-19. Nei sette giorni non era stata presa nessuna precauzione, nè erano stati usati dispositivi di protezione, in quanto il paziente era considerato "negativo" fino a prova contraria, purtroppo arrivata. Se ricordiamo, all'epoca le "zone rosse" erano solo Codogno e Vò, e si pensava che la malattia fosse confinata lì. Ma l'uomo era positivo, e nella notte si genera un tam-tam preoccupato tra alcuni medici ed infermieri. Al mattino di domenica, l'ospedale viene temporaneamente chiuso al pubblico. Non so chi ci sia al vertice decisionale, nè quali considerazioni vengano fatte. Il punto è che dopo poche ore (due, forse tre)... l'ospedale viene riaperto
e viene fatto senza nessun intervento di sanificazione. Gran parte degli infermieri che prestano servizio al pomeriggio non viene neanche avvertita del caso di positività, e la giornata e la settimana seguente proseguono come se nulla fosse successo. Si fanno visite, cure, si opera, come sempre. Si vocifera - ma non si sa - che dall'alto prevalga la linea del "non seminare il panico" e della "non chiusura", e dunque si va avanti come se niente fosse. Il fine settimana successivo l'amministrazione di Bergamo promuove una serie di eventi, sull'onda del "#milanononsiferma" viene promosso anche un "#bergamononsiferma", e viene invitata la gente ad uscire, a fare shopping, a mangiare fuori, oltre ad una serie di eventi, se non sbaglio. Addirittura la "pubblicità" attira persone non solo dalla provincia orobica, ma anche da Brescia, da Milano, da fuori.
In sintesi: il "paziente 0 di Alzano", tra il 15 e il 23 febbraio, infetta inconsapevolmente medici, infermieri, specialisti, inservienti, oss e via dicendo, di ben due reparti. Ma non solo, infetta presumibilmente anche le persone che erano state con lui al Pronto Soccorso il 15 febbraio. Tutte le persone da lì in avanti vengono a contatto - senza alcuna protezione - con personale sanitario infetto. Il Pronto Soccorso continua a funzionare a pieno regime, e dunque le persone che vi vanno tutti i giorni si infettano. Ma non solo si infettano:
non vengono mai avvisati dal personale sanitario di auto-mettersi in quarantena per precauzione, e quindi continuano a fare quel che fanno sempre: lavorano, escono, fanno aperitivi, visite ai parenti, e così via. Già questo causerebbe un disastro, ma unito al "#bergamononsiferma" del fine settimana è la ricetta perfetta per un'autentica catastrofe, come sarà. I primi ad ammalarsi sono proprio gli operatori sanitari (nel servizio si diceva che addirittura ne erano poi morti 3: due medici e un'ostetrica), e poi a cascata tutti gli altri. Terzo fattore peggiorativo: il pendolarismo della Val Seriana, che fa sì che il virus si riesca a diffondere in maniera capillare dai più alti paesi fino a Bergamo.
In pratica sembra si sia preparata la ricetta perfetta per un'ecatombe su grande scala:
- contagio in ambito ospedaliero
- contagio in ambito extraospedaliero (visitatori e pazienti)
- mancato avviso dell'esposizione al virus
- contagio dei pazienti nelle proprie famiglie
- contagio dalle proprie famiglie a famiglie di amici
- contagio alle famiglie ai propri cari anziani (nelle case e nelle strutture per la terza età)
- contagio in ambito lavorativo
- massima diffusione sociale grazie agli eventi di vita cittadina
Questo spiegherebbe almeno in parte il perchè dell' "anomalia lombarda", proprio perchè tutto questo sarebbe avvenuto in tempi "non sospetti" o comunque non ancora considerati a rischio, e l'esplosione di contagi sarebbe poi avvenuta a cascata nelle settimane seguenti.
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