Si è espresso molto male. E' una possibilità che io avevo ipotizzato un mese fa.
Qui il mio intervento:
Nuovo Virus Cinese
Il mondo raggiunge 1,2 milioni di casi!
Solo due giorni fa eravamo a 1 milione.
Oggi incremento di +83657 positivi.
Aggiungo che l'Iran ha finalmente ufficialmente superato il numero di morti cinesi.
Sono 6 gli stati del mondo dunque con più morti della Cina.
Come si spiegano i nuovi casi autoctoni in Cina? Una riapertura totale troppo affrettata?
Da poco ritornato a casa da lavorare (dal turno serane/notturno in azienda alimentare)mentre le notti scorse incrociavo qualche trattore o macchina di agricoltori che si recavano in campagna ad attivare l irrigazione,questa notte non é passato nessuno strade completamente deserte.
Ecco il servizio della Rai regione sul corona virus in AA occidentale.
Sperando stavolta di esserci riuscito.
[]Contenuto non disponibile - (none) - TGR
É scritto non disponibile ma Io lo vedo il servizio.
Ultima modifica di naiva; 05/04/2020 alle 01:59
PESARO primo numero agghiacciante ce lo dà l’Istat: nei primi 21 giorni del mese appena andato in archivio l’aumento della mortalità in città è stato del 168,8% rispetto allo stesso periodo del 2019: da 66 decessi a 188. E nella classifica italiana delle tragedie siamo al terzo posto tra i capoluoghi di provincia dietro Bergamo (+294,1%, da 101 a 398 morti) e Piacenza +272% (da 75 a 279 morti). Per farsi un’idea del contesto italiano, Milano ha un aumento di mortalità del 17,4% (da 885 a 1039 morti), Alessandria +15,2%, Aosta +25,9%, Imperia +45,2%, Savona +41,3%, Brescia +109,7%, Pavia +41,8%, Cremona +151,9%, Mantova +22%, Parma +103,9%, Modena +2,6%, Carrara +96,9%, Pistoia +24,2%, Grosseto +21,1%, Biella +74,2%, Lodi +18,8%, Rimini +14,6%, Verbania +70%. Ma torniamo ai nostri, di numeri. Perché se i dati dell’Istat sono parziali, 21 giorni, quelli del Gores sono complessivi. E ancora peggiori I morti in città sono stati 324 dal primo al 31 marzo contro gli 85 dell’anno scorso (erano stati 84 sia nel 2018 che nel 2017), ovvero 239 in più. Il che equivale a un aumento della mortalità pari al 381 per cento.
Sono dati che fanno capire l’impatto devastante del Coronavirus su Pesaro, ma che aprono la porta a un altro inquietante pensiero. Il ragionamento è questo: le vittime in città che il Gores attribuisce all’effetto letale del Covid-19 sono 162; ipotizzando che la media dei decessi ‘normali’ - chiamiamoli così - sia rimasta quella degli anni recenti (tra 84 e 85), la somma tra questi ultimi e quelli dovuti al virus è 246-247; rispetto al totale dei decessi del marzo 2020 (324) resta fuori un numero di morti pari a 76 o 77.
Eccolo, dunque, l’inquietante pensiero: le vittime dell’epidemia potrebbero essere più di quelle ufficialmente censite. Per esempio, persone morte in casa senza che sia stato verificato il contagio, decessi attribuiti solo ad altri motivi e per i quali non è stato stabilito il legame – almeno come concausa – del Coronavirus. Si tratta ovviamente di ipotesi, ma non c’è alcun dubbio sull’effetto devastante che la pandemia ha avuto in città.
In provincia
Meno drammatici, ma pur sempre carichi di dolore, i numeri degli altri comuni censiti dall’Istat nella nostra provincia. A Fano l’aumento della mortalità è dell’85,7 per cento rispetto ai primi 21 giorni del marzo 2019 (28 morti allora, 52 adesso); a Fossombrone del 57,1% (da 7 a 11), a Gabicce Mare del 166,7% (da 3 a 8), a Montelabbate del 200% (da 3 a 9), a Urbania del 75% (da 4 a 7) e a Sassocorvaro Auditore del 133% (da 3 a 7).
Nel Pesarese, le vittime causate dal Covid sono state 283 sulle 477 totali marchigiane a marzo. Un mese da cancellare, ma che putroppo, qui, in una delle città martiri del virus, non potremo mai dimenticare.
https://www.wunderground.com/personal-weather-station/dashboard?ID=IMRCASEB2
Freddofilo e nivofilo in Inverno ,Temporalofilo in primavera e autunno ,Caldofilo in estate,Tornadofilo tutto l'anno
Il peggiore inverno che abbia mai visto?
Il 2006/2007!!!
@Gio83Gavi @Gianni78ba
Ho approfondito, come promesso, la questione relativa ai sintomi gastrointestinali.
Proprio 4 giorni fa, quando si parla della fortuna , hanno pubblicato sull'American Journal of Gastroenterology questa ricerca:
https://journals.lww.com/ajg/Documen...G_Preproof.pdf
E' uno studio retrospettivo, che analizza alcuni pazienti ricoverati a Wuhan e che presentavano sintomi lievi (mild disease).
Viene sottolineata l'importanza dello studio, in quanto condotto su un campione che poi è relativo alla fascia nettamente prevalente dei sintomatici (l'80% infatti dei malati di Covid sviluppano sintomi lievi; normalmente invece ci si sofferma su chi sviluppa sintomi gravi).
Il campione è costituito da 206 pazienti.
Di questi, 117 avevano sintomi gastrointestinali e 158 sintomi respiratori.
Inoltre, ben 48 presentavano sintomi unicamente gastrointestinali, e 89 sintomi unicamente respiratori (circa il doppio). I restanti 69 manifestavano ambedue i sintomi.
Viene detto come ci sia una lieve predominanza delle femmine nello studio (55,8%, ovvero 115 donne), e la cosa assume una certa rilevanza per alcune considerazioni personali successive che farò.
I pazienti con sintomi intestinali presentano diarrea nella metà dei casi (47%), e il vomito è il sintomo più raro (7 casi su 48). Molto frequente il poco appetito (65%).
I pazienti con sintomi sia respiratori sia intestinali sono quelli messi peggio: non solo manifestano sintomi di entrambi gli apparati, ma addirittura con maggiore frequenza! Così la diarrea è più frequente, come anche il vomito, ma al tempo stesso è più frequente il fiato corto o la tosse e il dolore al petto.
Non finisce qui: quelli con sintomi respiratori hanno una minore degenza, e anche un minor intervallo di tempo prima di accedere all'ospedale. In generale, la loro malattia si risolve prima (33.5±7.0 gg)
Va nettamente peggio a chi presenta solo sintomi gastrointestinali (40.9±8.8) e soprattutto a chi ha entrambi (42.0±7.9).
Il gruppo dei pazienti con entrambe le sintomatologie entra però prima in ospedale, ma resta più a lungo.
Ciò è spiegabile con il fatto che chi ha sintomi respiratori (per quanto stiamo trattando di casi lievi) desterà più preoccupazione sicuramente, giungendo prima in ospedale, sia che abbia sia che non abbia sintomi intestinali a corredo.
Viceversa è probabile che chi abbia sintomi gastrointestinali si trascuri, e giunga in ospedale solo una settimana dopo quando proprio non passa. Al tempo stesso, questi restano ricoverati più a lungo, perchè nelle loro feci restano particelle virali per molto tempo rispetto a chi ha sintomi respiratori che negativizza già al tampone.
In ogni caso, il decorso meno traumatico lo ha di sicuro chi manifesta solo sintomi intestinali, mentre paradossalmente il peggiore ce l'ha chi ha entrambi i sintomi; si suppone da un'altra ricerca che ho letto perchè l'attacco di entrambi gli apparati indica una carica virale in circolazione nell'organismo ben più elevata.
Ovviamente, dato che di Covid si muore solo per complicanze respiratorie e non certo intestinali, si può dire che manifestare solo sintomi intestinali è garanzia di guarigione al 100%.
E qui le cose si fanno interessanti ...
Come Gio faceva notare ieri, effettivamente le donne presentano sintomi intestinali in netta prevalenza! Rovescio della medaglia è che però sono anche più numerose nel gruppo con sintomi respiratori+gastrointestinali, che è il peggiore, ma non prevalgono di molto (56,5% F vs 43,5% M).
Nel sottogruppo con sintomi solo gastoenterici, invece, le donne sono 35/48, ovvero il 73% vs 27% di uomini.
Cosa può voler significare questo? Significa che su 115 donne del campione, 35 hanno avuto solo sintomi intestinali. Vale a dire il 30%. Degli uomini, invece, solo il 14,3%, meno della metà.
Se provassimo (lo so, è statisticamente un'eresia, ma permettetemelo) a inferire questi dati sulla popolazione generale, potrebbe voler dire che un buon terzo delle donne sarebbe salvo a prescindere, perchè svilupperebbe sintomi unicamente gastroenterici, e questi non portano mai alla morte.
Degli uomini invece solo 1/7 svilupperebbe sintomi solamente di quel tipo, e dunque sono esposti a morte non il 70% (come per le donne) ma l'85% degli uomini.
Di suo, questa è già una gran bella differenza nella mortalità tra i due sessi. Il rischio di mortalità delle donne sarebbe solo 6/7 (sei settimi) quello dei maschi.
Su cosa possa causare questa discrepanza nei sintomi non ne ho idea. E' anche da dire (e la stessa ricerca lo sottolinea alla fine) che servirebbero più studi, quindi prendete quanto vi ho scritto con le pinze.
Sulle cause invece dei sintomi gastrointestinali, la risposta è data dal fatto che ACE2 è espresso fino a 100 volte di più nelle vie superiori e inferiori del tubo digerente che nei polmoni e nelle vie respiratorie!
PS: Gianni, pare che potrei avere ragione io , chi sviluppa per primi i sintomi intestinali potrebbe essersi contaminato per via oro-fecale, non respiratoria classica
Early GI Symptoms in COVID-19 May Indicate Fecal Transmission
Ultima modifica di burian br; 05/04/2020 alle 04:45
Eccomi. Non si possono applicare misure troppo restrittive perché poi non ne potrebbe essere verificata l’applicazione, e la polizia in questo periodo ha ben altro da fare che correre dietro ai cittadini che non vogliono ascoltare. Quindi piuttosto si punta sulla sensibilizzazione, le regole d’igiene e di distanza sociale sta dando i suoi frutti, la netta maggioranza della gente ha capito la situazione e si muove di conseguenza, forse al nord delle Alpi si fatica ancora un po’ a capire dato che l’incidenza del virus è ancora bassa (120 casi ogni 100’000 abitanti).
Misure restrittive sono comunque in atto, sono vietati gli assembramenti con oltre 5 persone e ovviamente tutti i locali, parchi ecc, restano chiusi. Il Ticino è andato ancora oltre chiudendo praticamente l’economia salvo deroghe specifiche, ma qua la densità di casi è ormai arrivata a 685 ogni 100’000 abitanti. Da una settimana il trend in Ticino è diventato lineare e non più esponenziale, segno che le misure stanno iniziando ad avere effetti.
Nel frattempo Ginevra ha recuperato e si trova con 650 casi ogni 100’000 abitanti, mentre Vaud è con una densità di 490. A seguire Basilea città e Vallese con quasi 400, gli altri cantoni sono ancora in situazioni più calme.
Nel frattempo a livello svizzero sono stati superati i 20’000 casi e la densità è una delle più alte a livello europeo. Alla fine era emerso che la Svizzera è uno dei paesi che fa il numero maggiore di test in assoluto.
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