Originariamente Scritto da
Perlecano
Non penso che l'età svizzera dei contagiati sia particolarmente bassa, anzi! Infatti la letalità provvisoria è comunque del 3% circa (due giorni prima c'erano circa 19000 contagi, che abbinati ai 579 morti fa il 3% di letalità). è semplicemente l'età media italiana dei diagnosticati (ovviamente "diagnosticati" è profondamente diverso da "contagiati") ad essere un unicum mondiale. il 32,7% dei pazienti svizzeri ha 60 o più anni. Fai conto che soltanto il 22% della popolazione svizzera (al 2014... vabbè, ormai sarà il 23%) ha 60 o più anni:
Demographics of Switzerland - Wikipedia
Il dato italiano della distribuzione dei positivi è totalmente inaffidabile - come sappiamo - e secondo me è lui a rappresentare l'eccezione: ok la struttura demografica italiana (iper-rappresentante gli anziani rispetto a quasi ogni altra nazione), ma avere un'età media di 62 anni per i casi nostrani significa avere un sommerso pazzesco
soprattutto tra i più giovani (decisamente più propensi a sviluppare forme asintomatiche o paucisintomatiche, come sappiamo). Il dato svizzero, di contro, a prescindere dall'ipotesi di diffusione transfrontaliera che esprimi tu, mi sembra coerente con i dati di altre nazioni che hanno testato più capillarmente la popolazione (anche più della Svizzera stessa, ben di più). Ecco qui sotto gli esempi, rispettivamente, di Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e Islanda (sono tutte nazioni sviluppate, conseguentemente - benchè senza raggiungere l'estremo di Stati come Italia, Spagna e Giappone - non hanno certo la piramide demografica dei Paesi in via di sviluppo).
Corea del Sud: letalità dell'1,74% (quasi definitiva, visto che il lag temporale tra diagnosi ed eventuale decesso è già stato smaltito per la maggioranza dei pazienti). Circa il 19-20% della popolazione generale ha 60 o più anni. I casi a tre notti fa erano 10156, di cui 2421 tra gli over 60 (circa il 24% del totale). La percentuale di over 60 dei contagiati è solo poco più alta della percentuale di over 60 nella popolazione generale.
Allegato 525242
Australia: letalità - 3 giorni fa, momento a cui si riferisce il grafico - dello 0,50/0,55% (ma molto "in divenire", già oggi è maggiore e continuerà ad alzarsi). Circa il 22% della popolazione generale ha 60 o più anni. 1621 dei 5388 contagiati che si registravano 3 giorni fa aveva 60 o più anni, quindi il 30% del totale. Quindi in Australia i casi diagnosticati sono moderatamente sbilanciati verso l'età avanzata:
Allegato 525243
Islanda: letalità dello 0,38%, è "in divenire" e aumenterà, ma non raggiungerà livelli estremi (stanno testando a tappeto la popolazione, contano di fare almeno un giro di tampone a tutti gli abitanti del Paese, per ora ne hanno testati l'8% quasi). Il 19% circa della popolazione ha 60 o più anni. 260 casi su 1562, cioè circa il 17% del totale, si sono verificati tra gli over 60. La correlazione percentuale tra over 60 della popolazione generale e over 60 dei contagi è buona.
Allegato 525244
Nuova Zelanda: letalità dello 0,09%, nei prossimi giorni salirà sicuramente, ma intanto è estremamente bassa (non ho sbagliato a scrivere il numero). Circa il 21% della popolazione ha 60 o più anni. 232 casi su 1106 sono stati registrati tra gli over 60, cioè il 21% del totale. Perfetta corrispondenza percentuale tra over 60 nella popolazione generale e over 60 nei contagi.
Allegato 525245
Concludo dicendo che l'ipotesi dei transfrontalieri vale per descrivere le fasi iniziali del contagio, ma alla lunga la suscettibilità immunologica di ciascuna fascia d'età (e il conseguente peso percentuale nella piramide demografica della Svizzera, così come di qualsiasi Paese del caso) emerge: le società sono sistemi tanto fluidi che i segnali di inizio (tendenziale target di età dei malati, localizzazioni geografiche, ecc.) di un fenomeno così rapido, così "democratico" come quello epidemiologico di un agente patogeno così contagioso si disperdono piuttosto rapidamente, secondo me; e se non si dissolvono del tutto, mi risulta comunque difficile pensare che la genesi della pandemia svizzera abbia sortito effetti come il "risparmiare gli anziani" (che non lavorano) anche dopo svariate settimane dallo scoppio della trasmissione incontrollata. La popolazione anziana ben rappresentata su scala epidemiologica, anche più della percentuale di anziani sulla popolazione generale, credo testimoni questo (ok, in Svizzera ci sono stati tantissimi contagi in rapporto alla popolazione, avranno anche lì testato i casi più gravi e - di conseguenza - gli anziani sarebbero andati incontro per forza alla sovrarappresentazione, ma infatti così è, anche se a livelli meno esasperati di quelli italiani).
La tradizione italica (o comunque dei Paesi del Sud Europa) di far convivere tante generazioni sotto lo stesso tetto ha fatto il resto (vettori prevalentemente giovani o al massimo di mezza età, che si spostano maggiormente e hanno quantitativamente più contatti sociali, che si infettano e concorrono a sviluppare clusters di competenza anche geriatrica), sempre secondo il mio parere.
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