Siccome l’info mi è arrivata privatamente e non è stata pubblicata evito di fare nomi, ma prima o poi uscirà. Nulla di sconvolgente anche perché vedo che casi simili sono abbastanza la regola con il 10-15% di positivi al sierologico. Fa pensare il fatto che siano le aziende a fare i test di motu proprio
Ultima modifica di nago; 13/05/2020 alle 20:22
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
Anche da me stanno facendo fare a tutti i test sierologici prima di farci tornare in ufficio e in ogni caso si tende a lasciare chi può in Smart working.
Risultati sorprendenti con vari casi ancora positivi fra cui non solo alcuni di quelli che quasi sicuramente l’avevano preso ma anche fra diversi asintomatici o quasi. Clamorosa la positività anche di un collega da sempre ipocondriaco, che girava con i guanti e mascherina ed evitava ogni contatto con tutti sin da metà febbraio!
Morto un 14enne a Londra senza patologie pregresse dopo aver trascorso una settimana in TI per la malattia simil-Kawasaki.
A Londra si stimano almeno 50 bambini con la sindrome:
UK teen dies of Kawasaki-like disease linked to coronavirus
Senza criterio? Il criterio è testare TUTTI i dipendenti che devono lavorare in presenza, arrivando a tamponare quelli che risultano positivi al sierologico. L’alternativa data dalle regioni (io parlo della Lombardia) qual è?
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
Il criterio sarebbe sottoporre a un attento questionario preventivo i partecipanti al test, in modo da avere un'idea di chi potrebbe averlo già passato o meno. Ma non so i dettagli di questa fase, personalmente.
Il rischio altrimenti è che, con test sierologici con specificità 95%, i dati siano falsati del 5-10% a seconda delle realtà locali. Per cui il vero tasso di positività sarebbe molto inferiore a quello che emergerebbe.
Se questa frase preparatoria pre-test la stanno eseguendo con criterio, appunto, non ho nulla da obiettare.
Ma non sapendo se la stiano conducendo, i risultati dei test vanno presi con le pinze.
Questo non riguarda tanto chi ha le IgM, ma le Ig G, perchè questi ultimi se sottoposti al tampone risulterebbe negativi, il che non confermerebbe che siano passati per la malattia, dato che potrebbero non averla mai avuta...
Data la provenienza di @carbo70, credo che i test siano stati fatti dal laboratorio che spesso cito io.....dunque vengono fatti con metodo Elisa (il max attuale x affidabilità) e incrociati con questionario sulla situazione clinica e il pregresso del testato.
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Qui si parla di aziende regolarmente aperte dove il 10% dei dipendenti era positivo al sierologico e di questi il 6% successivamente positivo al tampone e quindi in grado di infettare.
Non stiamo parlando di indagini generaliste, ma nel pratico di casi reali potenzialmente in grado di far esplodere nuovi focolai all’interno delle aziende e nell’hinterland familiare.
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
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