Originariamente Scritto da
burian br
Bellissimo articolo, con uno sguardo fantasioso sul futuro e su come i nostri discendenti vedranno quest'epoca anche nei rilievi paleoclimatici:
Will the Earth 'Remember' the Coronavirus Pandemic? - Scientific American
Inizia con questo:
In 2017 researchers from several universities used advanced laser-based technology to peer inside ice cores pulled from high in the Alps. They found the Black Death.
The ice-core record showed that during the past 2,000 years, the annual levels of lead in the atmosphere took a sudden dip only once. That period was 1349 to 1353, matching up roughly with one of the worst pandemics in human history: when the bubonic plague killed from a third to half of Europe’s population. All that death collapsed economic activity, including lead mining and smelting. Fewer tiny lead particles were floating in the air and settling onto Alpine glaciers, where snow compressed them into ice that cast each year’s record in a core.
La Peste Nera ha lasciato dunque un'impronta sui ghiacciai alpini in forma di minore presenza di piombo, proprio nel periodo identificabile nelle carote tra 1349 e 1353.
Da quest'intro muove il resto dell'articolo, chiedendosi quale altra impronta il 2020 e la pandemia lasceranno sui registri naturali del pianeta.
Ad esempio tra 100 anni un paleoclimatologo, analizzando gli anelli di crescita degli alberi secolari, potrebbe notare un minor deposito di zolfo e cadmio.
Oppure si potrebbe notare nei sedimenti lacustri o fluviali una maggiore presenza di plastica (triste ahimè) proprio in corrispondenza dello strato attribuibile al 2020. Plastica derivata dalle varie mascherine e guanti che purtroppo non sono fatte di materiale rinnovabile.
C'è anche la possibilità di rilevare questi cambiamenti nelle carote di ghiaccio artiche e antartiche. Ma qui è più difficile perchè i lockdown sono durati pochi mesi, anche se potrebbe segnare un momento di svolta per l'umanità che emetterà di meno.
Consiglio di leggerlo. Si conclude con questa fantasia che è anche un augurio e un sogno:
Cobb says she imagines a scenario “where thousands of years from now, 2020 will mark the year of peak emissions —and therefore peak atmospheric CO2 concentrations—because we came to value science and our collective responsibility to one another on a small planet.”
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