Originariamente Scritto da
Gio83Gavi
C'è anche da aggiungere un paio di cose importanti e che, personalmente, un pò mi preoccupano e che riguardano:
- la riapertura delle scuole;
- la riapertura degli ospedali e delle cliniche pubbliche e private per le visite/esami diagnostici;
Siamo comunque ancora lontani, quantomeno da questo punto di vista, al ritorno alla normalità... Le scuole sono chiuse mentre per le visite specialistiche e gli esami diagnostici, quantomeno qua, non sono state ancora ufficializzate le riprese dei servizi
Abbiamo visto bene quanto sia elevato il rischio di diffusione del virus negli ambienti ospedalieri, considerato anche il fatto che non si potrà tenere bloccato tutto il sistema sanitario accessorio da qui all'eternità impedendo di svolgere ecografia, risonanze magnetiche, terapie anticoagulanti, esami del sangue, terapie oncologiche... Cosa succederà quando riapriranno questi servizi i quali metteranno in movimento centinaia di migliaia di persone?
Qualcuna, forse, si potrà fare a domicilio ma le misure di prevenzione (distanze, mascherine, lavaggio delle mani...) diventano fondamentali.
Stamattina ho letto un articolo (non so se l'avete già condiviso nelle settimane addietro) in cui viene mostrata la diffusione del COVID in un ospedale del Sudafrica a partire dal primo giorno in cui un paziente con sintomatologia è arrivato al pronto soccorso:
Come il coronavirus invade un ospedale - Il Post
https://www.krisp.org.za/manuscripts..._15may2020.pdf
Allegato 529856
Allegato 529857
Più che la diffusione del virus attraverso le goccioline droplets, si ritiene che la movimentazione ripetuta dei pazienti COVID all'interno dell'ospedale oppure la loro "sosta" all'interno di stanze con pazienti non COVID possa aver prodotto una diffusione molto veloce dell'infezione... Da qui l'isolamento dei pazienti con questa patologia conclamata rispetto al resto degli ospedalizzati con, eventualmente, l'istituzione di ospedali o centri "ad hoc".
Condivido anche un articolo sul Giappone, che sembra per ora stia riuscendo a contenere la diffusione della malattia:
Il "modello giapponese" contro il coronavirus - Il Post
Segnalibri