Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Volevo sottoporvi una mia teoria sul perchè i casi siano diminuiti così notevolmente, così come i contagi, almeno quelli ufficiali.
Anzitutto il lockdown, i dispositivi, il distanziamento, l'igiene delle mani.
Ma questo non potrebbe spiegare tutto. Non spiega perchè, almeno finora, dopo le riaperture non ci sia stato nemmeno il più piccolo accenno di ripresa, un piccolo "secondo picco", che tutti bene o male ci aspettavamo.
Secondo me si può spiegare con il fatto che gli asintomatici, a quanto sembra, raramente possano essere contagiosi, e, qualora lo fossero, le famose "tre D" rendono molto meno probabile un contagio.
Si è capito che la maggior parte dei contagi avvengono da sintomatici, ossia le persone che tossiscono, starnutiscono o hanno febbre.
Cosa è cambiato rispetto a febbraio?
Semplice: i sintomatici NON possono uscire di casa e NON possono recarsi a lavoro o entrare nei locali pubblici.
Come funziona(va) qui in Piemonte (ma forse un pò in tutto il Nord) la vita quotidiana?
L'essere malati (l'essersi beccati l'influenza, o il raffreddore, o la tosse) è un'onta, una vergogna, una cosa da non mostrare. MAI assentarsi dal lavoro per malattia, è una cosa proprio inaudita, che non si fa e non si deve fare. La classica mutua qui praticamente non esiste. Si va a lavorare SEMPRE, non ci sono scuse. Tosse, influenza, febbre a 40, chissenefrega: bisogna lavorare, lavorare e lavorare, sempre. Conosco personalmente innumerevoli colleghi, amici, conoscenti, che in 10, 20, 30 anni di lavoro non hanno mai fatto un singolo giorno di malattia. Le persone qui, dalla notte dei tempi fino a febbraio/marzo 2020, si sono sempre comportate così. Qual'è il risultato di questo? Che, ad ogni influenza/raffreddore ogni ambiente di lavoro si trasforma in un lazzaretto: arriva il collega di turno malato che ne contagia uno, che a sua volta contagia uno o altri, che a loro volta la portano a casa e contagiano moglie e figli, i quali contagiano i compagni di classe, che a loro volta porteranno nelle proprie case la malattia di turno e così via.
Il Covid-19 ha avuto il grandissimo merito di interrompere questo circolo vizioso, perchè negli ambienti di lavoro ha proibito l'entrata di persone quantomeno con la febbre. Sembrerà una sciocchezza, ma qui è stato un toccasana: già diversi colleghi, tra marzo e aprile/maggio, sono stati respinti all'ingresso causa febbre. Questi, a prescindere che sia stato Covid-19 o no, finalmente non hanno potuto infettare praticamente nessuno a lavoro, al massimo nelle proprie famiglie. E i figli, dato che le scuole erano chiuse, non hanno contagiato altri bambini/ragazzi.
Per questo dico che il calo dei contagi - oltre ai dispositivi e al fatto che la stagione incentiva il passare più tempo all'aria aperta - può essere dipeso anche da questo.
Segnalibri