Tutto vero, ma con un'ondata del genere c'è il rischio che i sani siano sempre meno, e che lo siano per sempre meno tempo...
Mi va benissimo se il tempo d'attesa per un tampone (e per il risultato) è di 24 ore. Ma con tempi d'attesa più lunghi (anche solo qualche giorno) la situazione diventa difficilmente gestibile. Pensiamo al servizio pubblico. Se, per una determinata ditta, ci sono 3 autisti, 1 è positivo (e dunque isolato a casa), ma 2 sono teoricamente liberi. Però sono venuti in contatto con un positivo, e dunque devono fare il tampone. Nell'attesa del tampone e dell'esito ci vanno... 3 giorni? 4?
Ebbene, per 3-4 giorni il pullman si guida da sè?
Lou soulei nais per tuchi
Ma siamo sicuri che il tracing massivo funzioni? Certo c'è l'esempio coreano e c'è quello (molto strano) del Giappone, però ovunque si sia riuscita a contenere la pandemia si è ricorsi di fatto a misure di lockdown territoriale (in Australia si sono fatti lockdown in aree metropolitane estese, come quella di Melbourne) e contact-tracing. Sull'efficacia e soprattutto sulla tenuta nel tempo dei sistemi di tracciamento stanno andando vistosamente in affanno anche i tedeschi e, guardando i loro numeri di ieri, direi che sono una settimana dietro a noi... Continuo a pensare che si sta chiedendo allo Stato qualcosa, che almeno in Europa (come negli USA, anche se per ragioni diverse) lo Stato non può in alcun modo garantire e che sostanzialmente tutte le armi a disposizione delle istituzioni siano pensate su un orizzonte temporale che è di durata inferiore a quello della pandemia stessa... Insomma il contact tracing regge fino a quando ci sono tracciatori in grado di tracciare (in Spagna meno che in Francia, in Francia meno che in Italia, in Italia meno che in Germania) e il lockdown ha effetti limitati nel tempo, a meno che non sia possibile azzerare totalmente la circolazione virale endemica (cosa riuscita solo ai cinesi e ai neozelandesi) ma quest'ultima possibilità (eradicazione del virus) che, alla luce di quanto abbiamo visto nei mesi scorsi e per come sono organizzate le nostre società (occidentali ed europee), penso non sia un obiettivo realistico.
Ultima modifica di galinsog@; 22/10/2020 alle 15:57
Il contact tracing però deve essere efficace e, soprattutto, tempestivo.
Quando i numeri superano una certa soglia diventa impossibile anche quello.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
E' una situazione già vista in primavera, si riduce il tutto all'essenziale e si consente a chi non ha sintomi di lavorare, lo si è fatto medici e con gli infermieri nelle strutture ospedaliere, durante l'epidemia primaverile, pur sapendo che, anche con tutte le misure di autoprotezione e profilassi, avrebbero comunque infettato altri pazienti e si sarebbero infettati tra loro (qui in Liguria la sieropositività IgG a Sars-Cov2 nel personale sanitario era almeno 4 volte maggiore di quella della popolazione normale e non lo spieghi solo con la maggiore esposizione "professionale" al contagio). In pratica ci si comporta da contagiati asintomatici e ci si relaziona con gli altri come come se fossero contagiati asintomatici. Bisognerebbe invece capire davvero come e dove si trasmette questo virus, perché a me pare l'unico modo per evitare lock-down ciclici...
Ultima modifica di galinsog@; 22/10/2020 alle 15:59
Coronavirus, bollettino di oggi:
• 16.079 contagiati
• 136 morti
• 2082 guariti
+66 terapie intensive | +637 ricoveri
170.392 tamponi
Tasso di positività: 9,4% (+0,9%)
@Ultimora x @covid19
104.872 casi testati (15,33% di positività)
Intanto dovrebbero esserne forniti anche quelli delle "seconde linee", tipo oculisti e psichiatri, cosa che non sono (o non sono dappertutto), in secondo luogo bisognerebbe che fossero immuni da errori. L'esistenza del focolaio dell'ospedale Sacco di Milano e la presenza in Veneto di un mini-cluster sviluppatosi in un centro adibito ai tamponi fa sorgere ulteriori dubbi... certamente sono soggetti (medici, infermieri e personale tecnico) che sa usare i dpi che gli vengono forniti meglio del cittadino medio... il punto è che i nostri ospedali sono letteralmente incubatori di patogeni (vedi il nostro posizionamento indecoroso nelle classifiche mondiali sulle infezioni "iatrogene").
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