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Discussione: Nuovo Virus Cinese

  1. #63601
    Vento forte
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da ale97 Visualizza Messaggio
    Fatto sta che sapendo che la diffusione a un certo punto, se non si agisce in alcun modo, può divenire incontrollabile e che quindi alcune cose verranno sicuramente chiuse lo stesso prima o poi, e dato che la Svizzera non è di certo sull'orlo della bancarotta, credo sarebbe stato più opportuno chiudere le discoteche e sussidiarle, o almeno farlo a settembre alle prime avvisaglie della situazione attuale. Così non hai ottenuto niente, sebbene il tuo discorso abbia certamente un fondo di verità.
    Sì, in parte è così, in parte erano già chiuse da tempo.
    Ma il problema grosso è arrivato dopo a ottobre per altri motivi, le discoteche bene o male erano sotto controllo con il tracing.

  2. #63602
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Aggiornamento del Piemonte con i dati odierni.
    Fatti 12.787 tamponi, dei quali 2.585 positivi: tasso di positività folle al 20,2%, record dal 14 aprile. +11 TI e +27 decessi (numero più alto dal 20 maggio).
    Attualmente positivi lo 0,64% di noi Piemontesi.
    La mia provincia segna un +374 positivi, secondo numero più alto di sempre dopo il 27 ottobre.
    Lou soulei nais per tuchi

  3. #63603
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Comunque secondo me con quelle blande misure in Svezia la curva non sarebbe mai decresciuta. Lo ha fatto per via dell’avanzamento stagionale.
    Fra l'altro hanno pure parassitato i lockdown dei paesi confinanti, che avendo azzerato il contagio intorno al paese, di fatto hanno "costretto" il virus ad arrivare in Svezia solo con l'aereo. Mica un aiuto da poco, anche se involontario (i vicini il LD l'hanno fatto per se stessi).

  4. #63604
    Brezza tesa L'avatar di Musoita
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Torna attuale il tema della separazione tra categorie di età per rispondere alla pandemia, come proposto nei giorni scorsi da Carlo Favero (Università Bocconi), Andrea Ichino (Università di Bologna) e Andrea Rustichini (University of Minnesota). Abbiamo cercato una conferma a questa ipotesi nei dati dell’Istitituto Superiore di Sanità (Analisi sui decessi, dati aggiornati al 22 ottobre). Su un totale di 36.806 decessi correlati alla Covid-19 da inizio epidemia il 95,37% (35.099) sono stati registrati nella popolazione oltre i 60 anni di età, contro il 4,63% al di sotto di questa soglia. La ripartizione resta fortemente sbilanciata anche considerando come valore soglia i 70 anni: 31.413 decessi (85,34% del totale) sono al di sopra di questa età. Vediamo il dettaglio in valori assoluti dei decessi per fascia di età: 4 (0-9 anni); 10 (0-19); 15 (20-29); 71 (30-39); 322 (40-49); 1.294 (50-59); 3.686 (60-69); 9.556 (70-79); 15.071 (80-89); 6.786 (90 e più anni). Si delinea in modo molto netto una distinzione tra il rischio correlato alla popolazione in età lavorativa, scolare e prescolare, e quello delle fasce di età più avanzate. Sulla base dei dati l’isolamento di queste ultime categorie, supportate con adeguati servizi di assistenza, sembra essere come suggeriscono Favero, Ichino e Rustichini una valida alternativa alla chiusura o limitazione delle attività economiche: che in larghissima parte insistono sulla popolazione con rischio molto basso. La strategia dovrebbe prevedere un lockdown per le fasce di età più avanzate, con un rigido rispetto delle misure di prevenzione personale (mascherine, distanziamento, igiene delle mani) per le categorie a basso rischio. Per avere una conferma definitiva, e valutare l’impatto di una simile misura sui carichi ospedalieri, dovremmo però avere a disposizione (e non ce ne sono) i dati sui ricoveri per fasce di età: se l’andamento della distribuzione fosse simile a quello dei decessi, e quindi comportasse un forte sgravio per i reparti di cura, avremmo una possibilità diversa per fronteggiare l’epidemia. (M.T.I.)

  5. #63605
    Uragano L'avatar di jack9
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da ale97 Visualizza Messaggio
    Fatto sta che sapendo che la diffusione a un certo punto, se non si agisce in alcun modo, può divenire incontrollabile e che quindi alcune cose verranno sicuramente chiuse lo stesso prima o poi, e dato che la Svizzera non è di certo sull'orlo della bancarotta, credo sarebbe stato più opportuno chiudere le discoteche e sussidiarle, o almeno farlo a settembre alle prime avvisaglie della situazione attuale. Così non hai ottenuto niente, sebbene il tuo discorso abbia certamente un fondo di verità.
    se la Svizzera fosse sull'orlo della bancarotta significherebbe che noi siamo diventati il Togo a tutti gli effetti
    così, cazzata estemporanea
    (ovviamente concordo con te)
    Si vis pacem, para bellum.

  6. #63606
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da Simotgl Visualizza Messaggio
    I lab privati comunicano SOLO i nominativi/casi positivi alle ASL, non anche il numero dei tamponi fatti ma negativi.
    ma la ASL li mette nelle statistiche i positivi trovati dai privati?

  7. #63607
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da ale97 Visualizza Messaggio
    Veneto e Trentino che per numero di tamponi erano le migliori fino a un mese fa...chissà quanto ha influito l'uscita di scena di Crisanti, ma soprattutto come è potuta accadere questa involuzione.
    Oddio, non so com’è in Veneto, ma qui i numeri più o meno sono gli stessi riguardo ai tamponi (a dirla tutta oggi è stato record). Parlo di tamponi totali, sui casi testati io non capisco più niente: perché se viene contato solo chi ne ha fatto uno per la prima volta è chiaro che sembrano pochi, se invece vengono contati anche chi ne ha già fatti e son sempre risultati negativi è un altro paio di maniche. E comunque non so dove reperire dati.

    Ciò non toglie che dovrebbero essere molti di più, chiaramente.

  8. #63608
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Coronavirus, Rappuoli: "Anticorpi monoclonali, ecco come funziona la cura che ha aiutato Trump su cui l'Italia è in prima linea

    Il leader della ricerca di Siena: "Sperimentazione entro la fine dell'anno, con il nostro anticorpo puntiamo a sei mesi di immunità"

    Potremo curarci tutti come ha fatto Trump? Sì, forse già a partire dalla fine dell'anno. Arriva infatti oggi l'annuncio di una delle aziende in corsa per lo sviluppo della “cura miracolosa”, come il presidente Usa l'ha definita: entro la fine dell'anno verrà prodotto un milione di dosi di bamlanivimab, di cui 300mila già opzionate dal governo Usa nel caso in cui si ottenga il via libera accelerato dell'Fda. L'azienda è Eli Lilly e non Regeneron, quella che ha fornito il farmaco a Trump, ma il tipo di molecola è la stessa: un anticorpo monoclonale, una vecchia conoscenza della medicina, che li usa per i tumori e le malattie autoimmuni, come l'artrite reumatoide. Ma anche se negli Stati Uniti sembra che la corsa al farmaco sia più veloce è in Italia che si sta mettendo a punto l'arma più potente di questo arsenale. Precisamente a Siena, dove Rino Rappuoli, a capo della ricerca di Glaxo Vaccines e del MAD Lab della Fondazione Toscana Life Sciences, stava lavorando già prima dello scoppio della pandemia a una tecnologia in grado di sviluppare armi super potenti.

    Professor Rappuoli, gli anticorpi monoclonali contro il coronavirus sono speciali?
    "Sì, perché sono un gioiello di innovazione tecnologica. Quelli usati in oncologia, per esempio, devono essere somministrati in grandi quantità e quindi per endovena, un approccio che nelle malattie infettive non si può usare. Negli ultimi venti anni la tecnologia è andata avanti e oggi riusciamo a sviluppare anticorpi mille volte più potenti, che possono quindi essere usati in quantità mille volte inferiori e con un costo di conseguenza ridotto. Ecco perché, per la prima volta, possiamo usare gli anticorpi monoclonali anche per le malattie infettive".

    È vero che il vostro anticorpo, MAD0004J08, è il più potente fra quelli che sono studiati in tutto il mondo?
    "Sì, è il più potente fra quelli descritti finora dalla comunità scientifica. La potenza viene misurata in vitro dove mettiamo l'anticorpo insieme a delle cellule infettate con il virus: se per un millilitro di soluzione ci vuole un microgrammo di farmaco allora non è molto potente, se come nel nostro caso ce ne vuole solo un nanogrammo allora è estremamente potente. Questo fa una differenza enorme in termini di quantità che bisogna somministrare per avere un effetto: per il paziente è la differenza fra un'infusione in ospedale e una puntura a casa".

    Una delle aziende che stanno studiando anticorpi per il Covid ha annunciato la sospensione dello studio che stava conducendo nei malati gravi. Gli anticorpi servono solo per prevenire o anche per curare?
    "Gli anticorpi servono sia per prevenzione sia per migliorare le condizioni degli infetti. Se si danno a una persona sana la protezione scatta immediatamente, se li prende una persona con un tampone positivo si aiuta l'eliminazione del virus da parte dell'organismo. Certo, prima si prendono meglio è, così il virus viene eliminato e non può danneggiare l'organismo. La notizia della sospensione della sperimentazione sui malati gravi ci fa pensare che somministrare anticorpi quando la malattia ha già aggredito l'organismo non serva".

    Quanto durerà la protezione data dagli anticorpi monoclonali?
    "Il nostro anticorpo è stato selezionato in modo che duri a lungo, con una protezione di circa sei mesi. Questa però è solo la teoria, dovremo confermare questo dato negli studi clinici di fase 3, durante la sperimentazione clinica che vogliamo iniziare prima della fine dell'anno".

    Anche il plasma dei convalescenti contiene anticorpi, perché la vostra cura è migliore?
    "Il principio infatti è lo stesso: usare gli anticorpi, nel caso del plasma quelli sviluppati da chi è riuscito a sconfiggere il virus. Ma ci sono enormi differenze. Prima di tutto il plasma di qualità è difficile da reperire, i pazienti che hanno tanti anticorpi efficaci non sono molti, e poi dovremo augurarci che ci siano sempre dei pazienti a disposizione e noi questo non lo vogliamo. Secondo, la sicurezza: quando usiamo il plasma dobbiamo essere sicuri che non contenga impurità".

  9. #63609
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da Musoita Visualizza Messaggio
    Coronavirus, Rappuoli: "Anticorpi monoclonali, ecco come funziona la cura che ha aiutato Trump su cui l'Italia è in prima linea


    Il leader della ricerca di Siena: "Sperimentazione entro la fine dell'anno, con il nostro anticorpo puntiamo a sei mesi di immunità"

    Potremo curarci tutti come ha fatto Trump? Sì, forse già a partire dalla fine dell'anno. Arriva infatti oggi l'annuncio di una delle aziende in corsa per lo sviluppo della “cura miracolosa”, come il presidente Usa l'ha definita: entro la fine dell'anno verrà prodotto un milione di dosi di bamlanivimab, di cui 300mila già opzionate dal governo Usa nel caso in cui si ottenga il via libera accelerato dell'Fda. L'azienda è Eli Lilly e non Regeneron, quella che ha fornito il farmaco a Trump, ma il tipo di molecola è la stessa: un anticorpo monoclonale, una vecchia conoscenza della medicina, che li usa per i tumori e le malattie autoimmuni, come l'artrite reumatoide. Ma anche se negli Stati Uniti sembra che la corsa al farmaco sia più veloce è in Italia che si sta mettendo a punto l'arma più potente di questo arsenale. Precisamente a Siena, dove Rino Rappuoli, a capo della ricerca di Glaxo Vaccines e del MAD Lab della Fondazione Toscana Life Sciences, stava lavorando già prima dello scoppio della pandemia a una tecnologia in grado di sviluppare armi super potenti.

    Professor Rappuoli, gli anticorpi monoclonali contro il coronavirus sono speciali?
    "Sì, perché sono un gioiello di innovazione tecnologica. Quelli usati in oncologia, per esempio, devono essere somministrati in grandi quantità e quindi per endovena, un approccio che nelle malattie infettive non si può usare. Negli ultimi venti anni la tecnologia è andata avanti e oggi riusciamo a sviluppare anticorpi mille volte più potenti, che possono quindi essere usati in quantità mille volte inferiori e con un costo di conseguenza ridotto. Ecco perché, per la prima volta, possiamo usare gli anticorpi monoclonali anche per le malattie infettive".

    È vero che il vostro anticorpo, MAD0004J08, è il più potente fra quelli che sono studiati in tutto il mondo?
    "Sì, è il più potente fra quelli descritti finora dalla comunità scientifica. La potenza viene misurata in vitro dove mettiamo l'anticorpo insieme a delle cellule infettate con il virus: se per un millilitro di soluzione ci vuole un microgrammo di farmaco allora non è molto potente, se come nel nostro caso ce ne vuole solo un nanogrammo allora è estremamente potente. Questo fa una differenza enorme in termini di quantità che bisogna somministrare per avere un effetto: per il paziente è la differenza fra un'infusione in ospedale e una puntura a casa".

    Una delle aziende che stanno studiando anticorpi per il Covid ha annunciato la sospensione dello studio che stava conducendo nei malati gravi. Gli anticorpi servono solo per prevenire o anche per curare?
    "Gli anticorpi servono sia per prevenzione sia per migliorare le condizioni degli infetti. Se si danno a una persona sana la protezione scatta immediatamente, se li prende una persona con un tampone positivo si aiuta l'eliminazione del virus da parte dell'organismo. Certo, prima si prendono meglio è, così il virus viene eliminato e non può danneggiare l'organismo. La notizia della sospensione della sperimentazione sui malati gravi ci fa pensare che somministrare anticorpi quando la malattia ha già aggredito l'organismo non serva".

    Quanto durerà la protezione data dagli anticorpi monoclonali?
    "Il nostro anticorpo è stato selezionato in modo che duri a lungo, con una protezione di circa sei mesi. Questa però è solo la teoria, dovremo confermare questo dato negli studi clinici di fase 3, durante la sperimentazione clinica che vogliamo iniziare prima della fine dell'anno".

    Anche il plasma dei convalescenti contiene anticorpi, perché la vostra cura è migliore?
    "Il principio infatti è lo stesso: usare gli anticorpi, nel caso del plasma quelli sviluppati da chi è riuscito a sconfiggere il virus. Ma ci sono enormi differenze. Prima di tutto il plasma di qualità è difficile da reperire, i pazienti che hanno tanti anticorpi efficaci non sono molti, e poi dovremo augurarci che ci siano sempre dei pazienti a disposizione e noi questo non lo vogliamo. Secondo, la sicurezza: quando usiamo il plasma dobbiamo essere sicuri che non contenga impurità".
    ci credo poco. e, se fosse, sarebbe bello se fornissero le istruzioni anche alla concorrenza per produrre in massa. invece non finirà mai così, vero?
    Si vis pacem, para bellum.

  10. #63610
    Brezza tesa L'avatar di Musoita
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    @burian br

    Parlando di sequenziamernto di genoma:
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    Screenshot 2020-10-29 204719.jpg

    Non bene!

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