Il modello slovacco é davvero interessante, forse gli organi decisionali dovrebbero prendere in considerazione questa opzione.
Accetterei di buon grado anche un breve lockdown per testare tutta la popolazione e vedere risultati duraturi.
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Il DPCM dice solo questo...non che non si possa consumare in luoghi all'aperto che non siano nelle vicinanze del locale.
Te lo dico perché lo abbiamo sviscerato per lavoro e abbiamo chiamato le forze dell'ordine per sapere come fosse da interpretare per poterlo poi comunicare ai nostri clienti.
Se io prendo una pizza al taglio, esco e vado nel parco da solo a consumarla posso farlo. L'importante, nell'ottica del non creare assembramento, è che non mi posso fermare 2mt fuori della porta della pizzeria insieme agli altri clienti a consumarla.
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
alla salute mentale non ci pensa nessuno,ai danni che stanno facendo ad ogni fascia d'età senza distinzione...uno come me abituato ad allenarsi minimo 4/5 volte a settimane per 2 ore e mezza a tennis,più negli altri giorni km e km di camminate,se mi fermi di nuovo mi fai partire di testa sul serio,so già adesso che non reggo..le persone con cui parlo soffrono sempre più di ansia,a causa dell'incertezza,non c'è più verso di organizzare più nulla per il futuro..
Intanto, mentre si continua a discutere, nel fine settimana pare che tutti abbiano pensato "l'ultima domenica di libertà".. a parte le immagini di Città Alta a Bergamo, con la via principale che ha dimensioni "veneziane" e sembrava una scatola di sardine, le valli pare si siano riempite di gente che apriva le seconde case per l'inverno, o forse per restarci, dicono molti sindaci. Cioè, in pratica, dato che la bergamasca ha ancora numeri bassi, e forse ancora è immunizzata, giustamente i milanesi sono saliti su a riequilibrare un po' le cifre.
Gli orobici, altrettanto giustamente, hanno cambiato fascia altimetrica, abbandonando il centro dei pesi ai turisti, e sono saliti all'alpe. Ieri il parcheggio per l'Arera a q. 1600 era strapieno, e per salire a Capanna 2000 erano mandrie; abbiamo ripiegato per il sentiero laterale che porta a Baita Valmora, una conca laterale spettacolare per le morfologie carsiche e assolutamente fuori dal mondo, ma priva di stufato e polenta (cioè, è l'assenza del rifugio che fa la differenza).
Tornare giù dalla Val Seriana la sera era colonna ferma; al solito, dovendo rientrare verso la bassa bresciana, conviene fare il Lago d'Iseo, lungo la vecchia stradaccia a rischio frane che pochissimi percorrono (tanto non piove da giorni...).
Insomma, la gente continua a muoversi e a sottovalutare la situazione, secondo me. Complice anche la molteplicità di fonti di "informazione", spesso contraddittorie e troppe volte assolutamente fuorvianti.
Assalto in Citta Alta e alle seconde case Il boom nelle valli preoccupa i sindaci - Cronaca, Bergamo
Avatar: una data che sogno spesso la notte.
PS: la neve caduta allora era più alta della mia altezza attuale.
PPS: sì, è il 2005.
Ore 8.10 - Germania: Il primo ministro del Saarland: “Gli ospedali rischiano in collasso”
A causa del drastico aumento dei contagi da coronavirus, numerosi ospedali della Germania rischiano il collasso. A lanciare l’allarme e’ il primo ministro del Saarland, Tobisa Hans. Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano «Bild», Hans ha avvertito: «La situazione e’ spaventosa e allarmante, molti dei 1.900 ospedali della Germania potrebbero presto non farcela piu’». Nel momento in cui le terapie intensive sono urgentemente necessarie a causa della seconda ondata di Sars-Cov2, le strutture sanitarie non ricevono rifornimenti, le prestazioni di pronto soccorso sono cancellate e interi reparti vengono chiusi. Per Hans, «il motivo e’ il personale infermieristico mancante o malato» di Covid-19. Il primo ministro del Saarland ha, quindi, chiesto al governo federale di stanziare aiuti per il settore sanitario. Secondo quanto dichiarato al «Bild» dal presidente dell’Associazione interdisciplinare tedesca di terapia intensiva e medicina d’urgenza (Divi), Uwe Janssens, «in alcuni Laneder, non e’ rimasto molto margine di manovra» per la gestione della pandemia di coronavirus. Per esempio, «Berlino ha soltanto il 14 per cento di letti di terapia intensiva liberi, Brema il 17 per cento». Per Janssens, cio’ dipende dal fatto che diversi ospedali «continuano a svolgere le operazioni di routine
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