MOLISE 17/11:
• 145 casi su 814 tamponi (17,81%)
• 2 Decessi
• 17 guariti
• +3 ricoveri
• +2 terapie intensive
• Casi Testati 738 (19,64%)
- Ieri 128 casi su 931 tamponi (13,75%)
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"la Panda è mia, la Panda è mia" @Alessandro1985 @burian br @cristiano96
Nello Iorio - Il virus buono - Made in Sud 16/06/2020 - YouTube
Coronavirus Marche: situazione ore 9 del 17/11/2020 - tamponi
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 2176 tamponi: 1229 nel percorso nuove diagnosi e 947 nel percorso guariti.
I positivi sono 357 nel percorso nuove diagnosi (115 in provincia di Macerata, 77 in provincia di Ancona, 68 in provincia di Pesaro-Urbino, 24 in provincia di Fermo, 49 in provincia di Ascoli Piceno e 24 da fuori regione).
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (50 casi rilevati), contatti in setting domestico (81 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (87 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (10 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (7 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (3 casi rilevati), contatti in setting scolastico/formativo (11 casi rilevati), screening percorso sanitario (7 casi rilevati) e 4 rientri dall'estero. Per altri 97 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Scarica il pdf
Regione Marche > News ed Eventi
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MARCHE: 357 casi su 2176 tamponi (16.4%, 11 decessi
Ieri 282 casi su 1620 tamponi (17.4%) 8 decessi
7gg fa 504 casi su 2608 tamponi (19.3%) 10 decessi
MOLISE: 145 casi su 814 tamponi (17.8%), 2 decessi, 17 guariti, 9 TI (+2), 59 ricoveri (+3)
Ieri 126 casi su 934 tamponi (13.5%) 4 decessi
7gg fa 42 casi su 417 tamponi (10.1%) 7 decessi
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100 decesso in Veneto
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In Slovenia numeri impressionanti.
La piccola nazione ad est di Trieste con soli 2 milioni di abitanti e`oggi la prima al Mondo (!!) nella classifica dei morti covid/1milione di persone.
538 morti solamente nei primi 16 giorni di novembre. In percentuale sarebbe come se in Italia morissero 16140 persone nello stesso lampo di tempo!
Oppure in Germania 21520, Stati Uniti 88232...
Mamma mia
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
Un nuovo tipo di test può rilevare meglio l’immunità al coronavirus
Il test rileva la risposta al virus dei linfociti T, un braccio del sistema immunitario che può essere importante tanto quanto gli anticorpi, per prevenire la reinfezione
Un nuovo test in ambito Covid-19 può far maggior luce su una delle domande più frequenti e importanti in merito al futuro della nostra convivenza con il virus: «Quanto dura l’immunità dal coronavirus?».
I linfociti T
Si tratta di un test che sta vagliando la Food and Drug Administration Usa e misura la risposta delle cellule T di una persona al SARS-CoV-2. Le cellule T sono una componente del sistema immunitario come lo sono gli anticorpi. Costituiscono la «prima linea» di difesa che gestisce l’attacco dei virus e il loro compito è quello di «dire» ad altre popolazioni cellulari, le cellule B, di fare da anticorpi. Ci sono tantissimi tipi di cellule T, di solito alcune di loro risolvono il problema dei virus esterni uccidendo la cellula infetta. Le cellule T riconoscono pezzi diversi del virus rispetto agli anticorpi «classici» (che noi misuriamo con i test sierologici) e sono altrettanto fondamentali per la memoria dell’infezione.
Il test sui dati di Vò Euganeo
Per ora i test disponibili, i sierologici (che esaminano il sangue) rilevano gli anticorpi e non le cellule T, anticorpi che ci dicono che siamo entrati in contatto con il virus (anche in passato). I test sulle cellule T sono più complicati e sofisticati e richiedono una tecnologia complessa, ma si possono fare. Il precedente di uso routinario è il test per la tubercolosi che si chiama Quantiferon. Il kit, di cui si parla in un articolo del New York Times, è stato sviluppato da Adaptive Biotechnologies, una società con sede a Seattle. I dati non sono stati ancora esaminati per la pubblicazione su una rivista scientifica, ma gli esperti affermano che il lavoro è promettente per valutare il ruolo dei linfociti T nella malattia causata dal coronavirus. Nel nuovo lavoro, il team ha analizzato campioni di 2.200 persone a Vò Euganeo, in Italia, dove tutti i residenti sono stati testati a marzo. Il test dei ricercatori, chiamato T-Detect, ha identificato correttamente il 97% di coloro che avevano una diagnosi confermata, rispetto al 77% di un test anticorpale commerciale.
Il doppio delle persone ha un’immunità da cellule T
È un primo passo importante perché le cellule T sono importanti e potrebbero anche essere un indicatore migliore rispetto agli anticorpi. Misurare questo tipo di risposta immunitaria potrebbe aiutare a determinare per quanto tempo chi ha preso il Covid-19 è protetto da future infezioni. La preoccupazione rispetto a questo tema è scaturita dalla constatazione che gli anticorpi decadono dopo pochi mesi, come hanno mostrato diversi studi, in modo variabile tra diverse persone, ma abbastanza da suscitare timori. Le cellule T potrebbero costituire la prova che invece il corpo continua a reagire: gli anticorpi possono non essere la spia migliore (né l’unica) della risposta immunitaria.Uno studio svedese, pubblicato sulla rivista Cell ad agosto, ha rilevato che circa il doppio delle persone ha sviluppato l’immunità delle cellule T rispetto a quelle di cui siamo in grado di rilevare gli anticorpi con i test sierologici. Probabilmente, quindi, più soggetti nella popolazione hanno sviluppato immunità al SARS-CoV-2 rispetto a quanto suggerito dai test anticorpali, anche se di diverso genere. Se ci fosse un test per monitorare anche questa risposta, sarebbe un grande passo avanti.
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