Originariamente Scritto da
burian br
Dubito fortemente sarà
proprio del tutto così, ma ammiro la tua positività.
Quel che questa pandemia ci lascerà è un duro monito: per la prossima pandemia, potenzialmente più mortale di questa e meno generosa con i giovani, è solo questione di decenni.
E' il crollo del mito dell'Occidente. Credevamo di essere diventati degli dèi, immuni alle infezioni e in grado di lottare contro gli ultimi avversari che ci erano rimasti, i tumori. Credevamo che il sistema di welfare e il benessere economico che ci eravamo costruiti potesse essere imperituro, con un progresso tecnico-scientifico irrefrenabile e irreversibile.
Credevamo di poter vivere tranquilli e adagiati sugli allori da 0 a 90 anni, tirando e sfidando la nostra biologia finchè non si arriva al suo limite.
Credevamo di aver sconfitto le malattie e la guerra, nonchè i disordini sociali.
Credevamo di esserci liberati dei demoni che complicavano la vita dei nostri antenati, in un mondo che non avrebbe più trovato serio spazio per quei drammi.
Sapete, potrei sembrarvi di un eccessivo pessimismo, ma è solo perchè ve lo sto scrivendo alle 6,30 del mattino e non chiudo occhio da ieri alle 11. Tra l'altro effettivamente c'è una leggera impronta di pessimismo, figlio del lockdown i cui effetti si fanno sentire anche su di me, uno dei suoi sostenitori più noti.
Ma sono giorni che ci riflettevo, e oggi più degli altri. Forse questa pandemia è servita a svegliarci dal sogno in cui eravamo piombati, per ricordarci che in fondo siamo esseri naturali soggetti alle stesse leggi biologiche dei nostri simili. Troppo spesso noto che, sebbene di fondo rigettiamo l'antropocentrismo, ne siamo intrisi in una maniera inconsapevolmente più grande di quanto accadesse secoli fa, in un mondo più religioso di questo dove l'uomo si vedeva creatura prediletta in un creato di cui era stato messo a capo e custode, ma in cui in realtà ravviso una maggiore umiltà rispetto ad oggi, probabilmente solo perchè non si disponeva dei mezzi tecnologici sufficienti, ma in cui intanto ci si ricordava di non essere noi i padroni del mondo quando si pregava "
a peste fame et bello libera nos, Domine".
Oggi ci sentiamo così potenti da credere che avremmo sottomesso le malattie, e che il nostro sistema sociale sia immune a problemi. Ci sentiamo così potenti da credere a teorie del complotto e che tutto sia causato da noi anche quando non è così. Ci sentiamo così potenti che ragioniamo come se il mondo fosse nostra proprietà inquinandolo e plasmandolo a nostro piacimento; ragioniamo anche sui problemi dell'inquinamento non in relazione all'ambiente in sè, ma più pensando al nostro tornaconto personale. Ragioniamo come se la natura fosse nostra nemica o qualcosa da avversare. Lo stesso discorso del
GW è tarato sulla base dell'impatto che avrebbe su noi esseri umani più che sulla natura in sè.
Ragioniamo ancora come se potessimo controllare un virus semplicemente facendo finta o quasi che non esista, solo perchè
vogliamo che sia così.
Sia chiaro, non necessariamente improntare i discorsi anche guardando a ciò che potrebbe succedere alla specie umana è sbagliato, anzi. Ma è solo uno dei modi nei quali affrontare il problema.
Allo stesso modo è evidente che ci sono gruppi che pensano alla natura e al globo (spesso proprio gli scienziati che curano quegli stessi studi).
Ma vi dirò di più, la stessa retorca che vede una contrapposizione uomo vs natura è errata, e figlia di un esasperato antropocentrismo, al punto che non a caso ci vediamo avversari e avversi alla natura nostra "madre" quando ne siamo parte integrante.
Io non avrei mai creduto sinceramente che una pandemia sarebbe potuta succedere nel mondo d'oggi, nemmeno quando scrissi quel messaggio che ha il sapore di una profezia 10 mesi fa, alla pagina 1 di questo thread.
Tante cose sono cambiate da allora, e spero che qualcosa resti, ma forse non resterà niente se non addirittura un qualcosa di opposto a quanto spero: si ricorderà il 2020/2021 come una breve parentesi cui guardare con noia, ma non cogliendone il messaggio, e anzi sovvertendolo come il trionfo dell'umanità brava e intelligente contro la natura. Ancora una volta, e ancora di più.
Cosa voglio dire con questo messaggio? Boh, sinceramente
niente, nè lo scrivo per prendere like o per moralizzare o essere il profeta che redarguisce. E' solo un flusso di pensieri, come direbbe Joyce uno "stream of consciousness" del momento.
Probabilmente molti di questi pensieri non
li avrei nemmeno fatti domattina, ma ho voluto sfogarmi dopo giorni che ci rimuginavo su, sperando abbia un effetto catartico per me.
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