Per fortuna qui non ho visto nulla di simile. Ho visto invece medici privati che facevano fare mille e più analisi costose e inutili, e altri che per un misero rischio "consigliavano" (ma in un modo così pervasivo che praticamente erano un obbligo soft) consulti da altri medici che costavano centinaia di euro. Ma ne ho visti devo ammettere anche altri che non si sono fatti pagare quasi nulla regalando anzi consulti gratuiti. Davvero ammirevoli.
Tra l'altro in molte malattie croniche i controlli ospedalieri sono prenotabili e gratuiti, e anche qui ho notato che è discrezione del singolo se scegliere di farli da privati "perchè mi fido di più".
Non è neppure solo una questione di rischio contagio (che comunque con uno spostamento di massa non è semplice controllare), la montagna genera anche parecchi interventi di soccorso di cui in questo momento non c'è bisogno; almeno qui deve prima migliorare parecchio la situazione negli ospedali perchè se ne possa parlare.
Covid-19: il Soccorso Alpino prende servizio all'ospedale da campo di Torino - Montagna.TV
spero che non vogliano davvero riaprire le scuole per due settimane proprio prima delle vacanze...
L'ho letto su un articolo:
Coronavirus, la Svizzera va controcorrente: impianti aperti e turisti benvenuti (ma non gli italiani) - la Repubblica
Concordo con te che sia un altro esempio di mala informazione (più che disinformazione).
Spero che molte persone la pensino come te.
Non so come è partita la notizia in Italia, ma qua la proposta di livellare le aperture degli impianti a livello europeo è arrivata piuttosto come un isterismo del tipo “perché noi in Italia chiudiamo e gli altri se ne fregano e godranno pure benefici da questa nostra decisione?”.
E giudicando anche la risposta pervenuta poi dall’Unione europea di fronte a questa proposta non credo che l’intento sia stato diverso da quanto percepito.
Pensare in questo modo penso sia assurdo.
Oltre a questo episodio comunque abbiamo capito che i runner ora hanno messo gli sci.
Comunque penso siano sbagliate le generalizzazioni che spesso ho sentito sul tema, e prima di parlare forse bisognerebbe anche conoscere la realtà montana perché poi si creano inutili attriti che non servono.
Quanto succede al di fuori delle stazioni sciistiche va risolto ad hoc e non con slogan, e il problema della pianificazione delle vacanze con relativi afflussi esiste solo nei grossi centri invernali, ma qua si mette sullo stesso piano pure chi va in altre realtà sciistiche piccole e totalmente ininfluenti (oltre che indipendenti) da questi fattori.
Anche in questo caso semplificare non ha senso. Per contenere il virus sulle piste da sci esistono già esempi di cosa applicare (bus, negozi, ristoranti) e non si tratta di nulla di nuovo ne ravvedo cosa ci sia di scandalistico nell’aprire gli impianti.
Ovvio, è sempre possibilissimo che sia intervenuta una mutazione che abbia reso leggermente meno mortale la malattia.
Le mutazioni agiscono in questo modo nel caso di virus stabili, determinando piccole variazioni di contagiosità o mortalità.
Solo che tra mille e più fattori in gioco (età media, gravità della malattia all'arrivo in ospedale, patologie di base, ecc...) fare stime è difficile.
Facci sapere!
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Direi che per noi giovani, se proprio alcuni non vogliono vaccinarsi, si potrebbe rendere possibile aspettare.
Per gli anziani invece poche storie, anche se ci fossero effetti collaterali il rischio di svilupparli è infimo in confronto a quello che hanno già solo di andare in TI o in ospedale riportando gravi conseguenze anche senza morire.
Concordo, il vero "rischio" sarebbero le attività in un certo senso di contorno, però temo che vedere le file di sciatori a marzo e poi poche settimane fa abbia fatto sopravvalutare i rischi insiti nella pratica dello sci in sè; se poi si amplia lo spettro di analisi concentrandosi su alberghi, altre attività, magari case in affitto con dentro molte persone ovviamente tutto l'insieme rischia di essere un problema. E purtroppo le attività e i servizi di cui si parla vengono fruiti soprattutto dai vacanzieri più che da chi va a sciare in giornata, quindi la possibile "soluzione" di tenere aperti gli impianti solo per i residenti in quella regione non risolverebbe lo stato di queste ultime ma quasi solo dei gestori degli impianti....
Davvero difficile decidere sulla questione secondo me.
Comunque sullo stato della sanità italiana rimando a questo articolo, che non piazza classifiche ma semplicemente analizza la situazione.
Risale al 27 Febbraio, poco prima dello scoppio della pandemia:
L’Italia ha davvero uno dei sistemi sanitari migliori in Ue e nel mondo?
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