In effetti guardando solo alla seconda ondata e tenendo conto della demografia, siamo quasi in linea con diversi altri paesi, ma ai ritmi delle ultime settimane è quasi sicuro che presto li supereremo, con l'eccezione di Belgio e Repubblica Ceca. A parte la classifica resta la grossa differenza rispetto ai più virtuosi e il comportamento peggiore anche di paesi che spendono meno di noi in sanità.
Da cosa pensi che possa dipendere? Non ti risulta che ancora non esista un protocollo di cura in Italia e che, rispetto ad esempio alla Germania, facciamo molta fatica a seguire i pazienti a casa? Ormai, almeno nella mia zona e nonostante l'impegno indubbio dei medici, è ormai un'impresa farsi visitare dal medico di famiglia (una volta ti veniva a casa quando avevi la febbre!).
TERZO COMUNICATO CONGIUNTO REGIONI DELLE ALPI
PER LE FESTIVITÀ IMPIANTI APERTI A OSPITI DI ALBERGHI E SECONDE CASE: LA PROPOSTA DELLE REGIONI ALPINE
La proposta di mediazione per evitare un completo tracollo del settore turistico invernale
Delle vacanze di Natale diverse, con la possibilità di sciare solo per chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni o per chi possiede o affitta una seconda casa nelle zone sciistiche: è la proposta degli Assessori delle Regioni alpine per evitare gli assembramenti nelle località turistiche. «Concedere lo skipass a chi ha pernottato in una struttura ricettiva e a chi possiede o prende in affitto una seconda casa consente di controllare al meglio l’afflusso all’impianto sciistico. Il pendolarismo può infatti essere un problema in certe giornate», affermano gli Assessori di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
«La soluzione che proponiamo al Governo Conte permette di avviare la stagione invernale con gradualità, in questo modo si potranno applicare i protocolli di sicurezza che abbiamo approvato lunedì scorso e metterli alla prova» - proseguono gli Assessori delle Regioni alpine - «infatti, se consentiamo l’acquisto degli skipass solo a chi ha pernottato in una struttura ricettiva o in una seconda casa saremo in grado di sapere con precisione il numero degli avventori per ogni giorno e in questo modo potremo gestire al meglio l’afflusso e il deflusso agli impianti di risalita. Si tratta di una soluzione ragionevole, da adattare alle esigenze di ciascun territorio. Il Governo ci ascolti, consenta l’apertura degli impianti di risalita con questo criterio e permetta la mobilità regionale».
Permettere la mobilità regionale durante le festività è infatti un requisito necessario per il settore. «Se il Comitato Tecnico Scientifico e il Governo intendono vietarla per evitare feste e momenti di aggregazione, consentano perlomeno la mobilità tra Regioni per chi ha prenotato in una struttura ricettiva almeno una notte».
La proposta degli Assessori delle Regioni alpine di aprire gli impianti per chi soggiorna nelle località turistiche arriva dopo la constatazione della differenza di vedute tra gli Stati delle Alpi, con la Svizzera fuori dall’Unione Europea già aperta e l’Austria in procinto di aprire gli impianti. «La nostra proposta» – rimarcano le Regioni – «non è legata agli aspetti ludici dello sci e dello svago della “settimana bianca” ma, al contrario, deriva da un’attenzione particolare al mondo del lavoro e all’occupazione che l’industria dello sci genera sui nostri territori montani. Trovare un compromesso con il Governo di Roma per scongiurare una chiusura totale delle località turistiche invernali è d’obbligo, ne va della sopravvivenza della montagna, dei suoi lavoratori e del suo indotto di 20 miliardi».
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Daniel Alfreider (Vicepresidente Provincia Autonoma di Bolzano)
Luigi Giovanni Bertschy (Vicepresidente Regione Valle d’Aosta)
Sergio Bini (Assessore al Turismo Regione Friuli Venezia Giulia)
Martina Cambiaghi (Assessore allo Sport Regione Lombardia)
Federico Caner (Assessore al Turismo Regione Veneto)
Roberto Failoni (Assessore al Turismo Provincia Autonoma di Trento)
Fabrizio Ricca (Assessore allo Sport Regione Piemonte)
Ultima modifica di Franzoso; 29/11/2020 alle 20:37
Ma riguardo la guarigione avete informazioni su come si comportano gli altri paesi europei? Ci sono tamponi da fare in francia, germania, spagna, uk?
Per me i nuovi positivi, sono tendenzialmente persone che vengono testate in ritardo, dato che in molte regioni stanno recuperando i ritardi accumulati da inizio novembre.
pertanto sono persone che hanno meno bisogno di ricoveri, dato che spesso hanno anche superato la fase clou della malattia
dati live: http://www.meteosanteramo.com/Liveiphone6.asp
(Befana 2017 indimenticabile, oltre 1mt di neve in 24h)
In effetti nel periodo natalizio non c'è tanto pendolarismo di giornata, quasi tutti quelli che salgono si fanno almeno una o due notti (discorso inverso nei w.end, in particolare la domenica.... poi ad esempio la mia zona è molto soggetta al pendolarismo di giornata essendo vicina e ben collegata alle grandi città, forse meno l'Alto Adige o l'Alta Lombardia)
La soluzione sarebbe di limitare i pernottamenti negli hotel e strutture ricettive oppure tenere chiusi gli impianti ma lasciare salire lo stesso la gente (qualcuno salirebbe anche se ci sarebbe meno afflusso, ma almeno l'economia sarebbe solo in parte compromessa)
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
Ma infatti già solo con gli hotel pieni e prenotati fai già 3/4 delle presenze e il pendolarismo c'è solo nei weekend, praticamente non cambierebbe molto.
Se invece tenessero questa linea e limitassero anche a metà la capienza degli hotel allora l'effetto anti assembramento potrebbe anche avvenire, però basterebbe agli hotel forse solo per fare pari e non gli converrebbe stare aperti.
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