Oggi in Germania 500 morti.
Come vi dicevo, non è questione di cure, o di avere molti posti letto ospedalieri o personale medico/infermieristico: con questa malattia tutto ciò incide davvero poco.
La Germania si è atteggiata meglio di tutti in Europa, seconda solo alla Danimarca (che ha dalla sua l'isolamento). Eppure ha il difetto di possedere una popolazione anziana quanto in Italia.
Nonostante quindi la Germania abbia sempre visto meno casi del resto del Continente (mai sopra i 24mila), oggi sforna 500 morti giornalieri, solo -300 da noi che abbiamo affrontato l'ondata con ritardo.
Ah vabbè Gian, mi parli tu di pesare le parole su discorsi di depressione e fino a qualche giorno fa scrivevi "sarà l'Apocalisse"....eh dai, mentre io ti dicevo che prima di quello sarebbe arrivato l'istinto di autoisolamento per paura e qualche misura avrebbe dato effetti.
Che poi, e lo dico purtroppo per esperienze personale, ad una persona (anche la più felice alla vista esteriore) basta anche una sola cosa triste depressiva che si aggiunge a tante altre piccole che ha sempre tenuto nascoste per farla andar via di testa e far di tutto.
Quindi in questi periodi già il non avere una prospettiva è abbastanza in tantissimi casi e anche in chi sembra vivere bene.
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Nono, hai ragione, decisamente in peggio...
Sempre per questo, a mio parere, soffriamo di più di depressione (e ce ne stiamo rendendo conto in questi mesi stando chiusi a casa).
PS: Io studio, potrei prendermi tutte le pause di questo mondo.
E almeno una mezz'ora all'aperto o poco più ci sto sempre per sgranchirmi le gambe e camminare.
Però ci sono tanti che lavorano proprio quando ci sono le poche ore di luce invernali, ad esempio, o chi fa le commissioni in quelle ore. Passare un'ora e mezza all'aperto diviene difficile per tantissimi quindi.
L'ho scritto solo una volta, il 24 Ottobre, giusto qualche ora prima che fossero varati i primi provvedimenti. E avevo ragione visto che se non si fossero presi chissà quanti morti avremmo visto, già ora siamo a 800 al giorno.
Detto questo, la trovo proprio una forma di rispetto evitare di parlarne come se fosse facile divenire depressi, perchè questo trapela da ciò che a volte si legge, cioè che basta stare chiusi in casa per cadere in depressione.
Per chi ha davvero passato la depressione significa sminuire il problema (io sono stato depresso per un periodo anni fa, e avverto questo quando leggo con tale facilità di "depressione").
Se mi piace il ruolo del cacciatore e della lepre? Se c'è uno davanti è normale che gli altro lo inseguano. E' come il gioco di guardia e ladri, i ladri scappano e le guardie inseguono...
Ti straquoto. Abbiamo importato ogni magnificenza Tecno-scientifica orwelliana dalla Cina passandola come il vangelo, stravolgendo ogni concetto di benessere e salute e/o vicinanza al malato ma facendo passare per Salutare ciò che ti distrugge e per "non necessario" quello che hanno sempre descritto come ricetta per la vita di tutti i giorni nel mantenersi in forma. La frase in neretto è una cosa a cui penso spesso...
E' sconfortante.
"i'm becoming harder to live with..."
Torniamo, dopo qualche tempo, a confrontare i dati nazionali con quelli della Francia: che per settimane ha avuto un andamento dell’epidemia molto simile a quello italiano, anche se anticipato. In particolare ricordiamo che una sovrapposizione quasi totale del numero dei nuovi casi si è verificata tra il 5 e 20 agosto per la Francia (37.480 positivi) e tra il 23 settembre e l’8 ottobre in Italia (37.505 positivi). Il contagio ha poi avuto uno sviluppo diverso, molto più accelerato in Italia, fino ad azzerare quasi completamente il divario. Verifichiamo oggi l’efficacia delle misure di mitigazione in Francia (lockdown leggero dalla mezzanotte del 20 ottobre) e in Italia (restrizioni per fasce territoriali a partire dalla mezzanotte del 5 novembre).
Prima cosa, il punto di partenza: consideriamo le rispettive settimane epidemiologiche precedenti all’introduzione delle misure. La Francia (23-29 ottobre) aveva registrato 283.726 nuovi casi, media giornaliera 40.532. L’Italia (30 ottobre - 5 novembre) 208.301, media giornaliera 29.757. Gli interventi di mitigazione quindi, considerando i numeri del contagio, sono stati introdotti in Italia in anticipo rispetto a quanto deciso in Francia. Questa scelta ritardata avrebbe portato, oltralpe, a una saturazione quasi totale delle terapie intensive disponibili (96,6% tra il 12 e 13 novembre) con un livello di allarme mai raggiunto in Italia.
Vediamo ora l’efficacia delle rispettive misure nel piegare i numeri del contagio, tenendo conto che per la Francia sono passati 32 giorni da inizio lockdown e in Italia 25 dalle restrizioni per zone. Per rendere omogeneo il confronto dobbiamo quindi considerare i numeri a pari distanza dall’introduzione delle rispettive misure di mitigazione: prenderemo sempre i dati totali per settimana epidemiologica, che ci permettono di assorbire eventuali oscillazioni e anomalie nella raccolta dei dati. Per l’Italia usiamo l’ultimo periodo disponibile (24-30 novembre), per la Francia fermiamo il conteggio dopo 25 giorni: quindi dal 17 al 23 novembre. L’Italia ha registrato 169.788 nuovi casi (media giornaliera 24.255), la Francia 153.427 (media giornaliera 21.918).
Già così, guardando i valori assoluti, si nota un risultato migliore del lockdown francese: ma il confronto diventa ancora più sbilanciato se calcoliamo la riduzione rispetto al punto di partenza (ricordiamo, la settimana epidemiologica chiusa il giorno prima dell’adozione delle misure): la Francia ha ridotto i nuovi casi del 45,9%, l’Italia del 18,4%. Per completezza di informazione rileviamo anche che l’ultima settimana epidemiologica francese (24-30 novembre), immediatamente successiva alla nostra analisi, si è chiusa con 77.828 nuovi casi (media giornaliera 11.118): con questi dati, proseguendo nella nostra analisi, dovremo confrontarci nel periodo 1-7 dicembre che inizia oggi. (M.T.I.)
Ma infatti banalmente la questione delle "patologie pregresse" deve accendere il campanello di allarme su quelle.
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