Oggi, su sollecitazione di alcuni lettori, analizziamo il presunto “studio shock” sul reale numero dei contagiati di Wuhan, traendone qualche indicazione di carattere più generaleIl Chinese Center for Disease Control and Prevention ha rilasciato i risultati di una ricerca di sieroprevalenza condotta un mese dopo la fine della prima ondata. Si tratta di una fonte ufficiale, facilmente consultabile e strettamente collegata alla National Health Commission: quindi nessun report segreto o indagine nascosta. Lo studio ha coinvolto la città di Wuhan, alcune zone della Provincia dell’Hubei e altre 6 Province cinesi (Pechino, Liaoning, Shanghai, Jiansu, Guandong e Sichuan) per un totale di 34.000 soggetti nei quali è stata testata la presenza di anticorpi al Sars-CoV-2. Wuhan (11 milioni di abitanti) si è confermata l’epicentro dell’epidemia, con il 4,43% della popolazione venuta a contatto con il virus, contro lo 0,44% della restante parte della Provincia dell’Hubei: ovvero nella sola città capoluogo 487.300 positivi, contro i 47.684 casi ufficiali di metà aprile. Il numero degli infettati reali era quindi 10,2 volte superiore a quello dei positivi ufficiali. Se confrontiamo questo dato con quelli derivanti da studi analoghi condotti in altri Paesi notiamo come non ci sia nessun “risultato schock”, ma la semplice conferma di quanto sia difficile tracciare il Sars-CoV-2. In Spagna (46,9 milioni di abitanti) la prima indagine di sieroprevalenza è stata condotta tra aprile e metà maggio, quindi in un momento temporale (chiusura della prima ondata) direttamente confrontabile con quello riflesso dai dati cinesi: a metà maggio il 5% della popolazione spagnola era già venuto a contatto con il virus. Ossia 2.345.000 soggetti contro i 243.282 ufficiali: il numero degli infettati reali era quindi 9,6 volte superiore a quello dei positivi ufficiali. In Italia l’indagine di sieroprevalenza è stata condotta più tardi rispetto alla fine della prima ondata, con dati chiusi al 15 luglio 2020: ma ha comunque stimato in 1.482.000 il numero degli italiani venuti a contatto con il Sars-CoV-2, contro i 243.506 rilevati ufficialmente alla stessa data (6,0 volte). Per un confronto più corretto possiamo utilizzare i dati della Regione più colpita: la Lombardia (10 milioni 60.000 abitanti) che proprio come Wuhan è stata l’epicentro della prima ondata. Lo studio di sieroprevalenza ha stimato che il 7,5% della popolazione al 15 luglio fosse venuta a contatto con il virus: ovvero 754.500 soggetti, contro i 95.236 ufficiali (7,9 volte). Dati analoghi si possono riscontrare nelle indagini condotte in Francia e Germania, come in molti altri Paesi occidentali. L’incremento della capacità di testing ha tuttavia permesso di abbattere questo rapporto. L’ultima indagine condotta in Spagna, chiusa il 29 novembre, ha individuato gli anticorpi nel 9,9% del campione esaminato, corrispondente a 4.643.100 positivi totali a livello nazionale: valore 2,8 volte superiore al dato ufficiale (1.628.208) comunicato alla stessa data dal Ministerio de Sanidad spagnolo. Da questi dati possiamo ricavare due informazioni chiave: 1) La capacità di tracciare il virus (in generale, non solo in Italia) ha permesso di individuare un numero crescente di positivi: passando dal 10% circa di inizio epidemia a un valore attuale stimabile intorno al 30% circa. 2) Il 70% dei positivi sfugge ancora al nostro controllo: ed è quindi fondamentale mantenere un altissimo livello di test eseguiti per tracciare il maggior numero possibile di casi presenti sul territorio. In Italia non lo stiamo facendo: come abbiamo visto ieri il numero dei tamponi è in fortissimo calo da inizio novembre, con la media giornaliera scesa da 214.788 a soli 128.217 del periodo 22-28 dicembre. In Uk, sempre tra il 22 e il 28 dicembre, sono stati eseguiti 2.745.373 tamponi molecolari, con una media giornaliera di 392.196: 3,05 volte in più rispetto all’Italia. Sempre tra il 22 e il 28 dicembre in Italia sono stati individuati 92.223 nuovi casi (media giornaliera 13.174) in Uk 256.220 (media giornaliera 36.602): 2,77 volte in più rispetto all’Italia. Davvero abbiamo meno casi, o semplicemente non li stiamo tracciando come dovremmo? La risposta ci arriverà, nelle prossime settimane, dai dati sui ricoveri, sui nuovi ingressi nelle terapie intensive e sui decessi.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Peggio del 2020 speriamo di no,perchè in effetti non è stato un granchè.
Un altro intero anno vissuto così sarebbe difficile da sopportare,da parecchi punti di vista.Come ho scritto altre volte,credo che se la situazione non migliorerà ne peggiorerà in modo catastrofico(tipo mutazione del virus che uccide 2 persone su 3 in modo indiscriminato),alla fine forme di "allentamento spontaneo"avverranno naturalmente,con buona pace della saturazione degli ospedali,ed anche gli operatori sanitari finiranno per smettere di fare i salti mortali,con la gente che in parte finirà per morire in casa come poteva avvennire 100 anni fa(e in parte è avvenuto recentemente).Questo se il vaccino risulterà non essere una soluzione definitiva,ma bisogna avere fiducia.
Mi tocca citare burian br anche a me,ma in uno post di marzo o giù di lì,agli inizi insomma,scrisse che la vita non sarebbe più stata come prima.Pensai che fosse un pò esagerato allora,per usare un eufemismo,e qualcuno lo scrisse pure.Mi scoccia dire che aveva quasi ragione
Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.
"nel fango affonda lo stivale dei maiali..."
E' difficile rispondere alla tua domanda , personalmente non ho le conoscenze per poter dare una risposta anche perchè l'argomento è molto molto complicato... Io ho letto un pò di documenti/informazioni e mi trovo d'accordo con Gian, ovvero che i vaccini potrebbero essere un pò meno efficaci del previsto ma penso sia altamente improbabile che risultino essere completamente inefficaci.
Partiamo :
1) Sappiamo che la famosa mutazione incriminata è "esplosa" nel Regno Unito a partire dall'autunno ma era già stata trovata a partire alla primavera anche in Brasile e poi si è rapidamente espansa e si origina dal clade "GR":
N501Y mutazione.jpg
2) La mutazione incriminata "N501Y" presenta la sostituzione di un amminoacido in posizione "501", in particolare la Tyrosina al posto dell'Asparagina (nell'immagine precedente sono i puntini "gialli" corrispondenti alla lettera "Y")... Qua metto una tabella riportanti le sigle degli amminoacidi:
Amminoacidi.jpg
3) Da alcuni studi precedenti, sappiamo che l'anticorpo preso in esame dallo studio, ovvero l'STE90-C11 è stato prelevato dal siero di pazienti guariti a seguito dell'infezione e si è dimostrato tra i più efficaci nel legarsi al virus rispetto ad altri... Lo dimostrano alcuni studi precedenti in cui la "curva" era più alta per quanto riguarda questo anticorpo sul sito "RDB" (curva rossa) a dimostrazione che è in grado di legarsi meglio a quella zona virale e bloccarlo:
A SARS-CoV-2 neutralizing antibody selected from COVID-19 patients by phage display is binding to the ACE2-RBD interface and is tolerant to known RBD mutations | bioRxiv
F2.large.jpg
Si può vedere, nell'immagine seguente, come l'anticorpo abbia diversi tipi di legami al settore RDB del virus, non uno solo ... Alcuni sono denominati "heavy chain" o catene forti mentre altri sono denominati "light chain" o catene deboli: da quel che capisco il raggruppamento dei legami in catene forti o catene deboli dipende da una serie di parametri chimici tra cui la distanza tra le proteine (più vicine sono quelle legate più il legame è forte), la presenza di un legame chimico forte o debole (i citati "legami ad idrogeno" di @burian br o "i legami covalenti", questi ultimi dovrebbero essere più forti rispetto ai primi in quanto vi è una carica elettrostatica a tenere uniti i due atomi).
Come potete vedere, il legame in posizione 501 fa parte della "light chain" ovvero catena debole e si trova a destra (l'ho cerchiato in nero) e con una freccia ho evidenziato che l'amminoacido del virus con cui interagiva l'anticorpo era appunto "N" ovvero asparagina:
F5.large.jpg
Cosa succede poi? Il virus muta e l'asparagina è sostituita dalla tyrosina... Queste sono le due rappresentazioni chimiche, prese alla brutta da Wikipedia:
Asparagina:
asparagina.jpg
Tyrosina:
tirosina.jpg
Così su due piedi mi viene da pensare che la Tyrosina riduca la possibilità di collegamento in quanto ha solo un atomo di ossigeno "O" con cui poter eseguire un ponte ad idrogeno "H" stabile (H+O), mentre l'asparagina ne presentava due (O+H, O+H), però è anche vero che l'anticorpo non si lega al settore RDB del virus soltanto in quel punto (abbiamo appunto visto le "heavy chain" e le "light chain" .
Mi viene da pensare che potrà esserci una lieve/lievissima riduzione nell'efficacia del vaccino ma non una completa inefficacia perchè i punti di legami rimangono tanti e ne verrebbe inficiato soltanto una piccola zona.
Però sono solo opinioni personali le mie , non so nemmeno se possa essere un ragionamento valido il mio: @burian br, @Pelleco, se avete correzioni fatele perchè la parte dei legami chimici è frutto solo di mie idee
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 5582 tamponi: 3649 nel percorso nuove diagnosi (di cui 1627 nello screening con percorso Antigenico) e 1933 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 19,3%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 703 (134 in provincia di Macerata, 219 in provincia di Ancona, 107 in provincia di Pesaro-Urbino, 144 in provincia di Fermo, 66 in provincia di Ascoli Piceno e 33 fuori regione)
CVD, appena si rialzano i tamponi diagnostici stiamo tornando a livelli assoluti massimi di Novembre...
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
@Gio83Gavi hai una formazione in ambito biologico-medico? È un piacere leggere i tuoi post, spieghi molto bene
AstraZeneca si allungano i tempi, si sono accorti che metà porzione funziona meglio...
Il problema relativo all'allungamento dei tempi nell'approvazione del candidato vaccino di AstraZeneca/Oxford da parte dell'EMA "non sembra riguardare problemi correlati alla sicurezza, ma piuttosto all'efficacia valutata con un protocollo poco lineare, in quanto alcuni dati sono stati ottenuti con una dose seguita da una seconda variabilmente somministrata, o mezza dose per errore seguita da una dose piena".
La sperimentazione era partita nel marzo scorso con una dose piena e che soltanto in un secondo tempo, alla luce dei dati relativi alla copertura immunitaria, è stata introdotta una seconda dose, inoculata in tempi diversi, rendendo in questo modo molto complesso confrontare i dati. Inoltre, è accaduto che per un errore casuale la prima dose sia stata somministrata, su un certo numero di soggetti, a metà, dando risultati migliori.
Si allungano i tempi per il vaccino AstraZeneca, errori di metodo nei test - Biotech - ANSA.it
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