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Discussione: Nuovo Virus Cinese

  1. #74431
    Vento forte L'avatar di and1966
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Grazie mille!

    Ps: Possiamo dire 4 gatti o è reato di lesa maestà?
    " Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
    fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
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  2. #74432
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    @Mark95

    Sì, ho letto l'articolo grazie a @Roby e cita le due varianti scoperte in Veneto. Però usano il condizionale (potrebbero essere più contagiose) quindi allo stato attuale è un'ipotesi che richiede più prove per essere dimostrata.
    Ma le analisi son già state fatte dall'IZV (Istituto Zooprofilattico delle Venezie)
    È appurato che ci siano.

  3. #74433
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Io mi sto preoccupando della lentezza del ritmo della vaccinazione.D’accordo che siamo agli inizi,ma anche i numeri ipotizzati in seguito non mi sembrano trascendentali.E che ci vuole a fare un’iniezione?Io per mestiere ho sempre guidato camion muletti o escavatori,ma da ragazzo sapevo fare.”,ne ho fatto un sacco,ora ho perso la mano ma che ci vuole?Basta la presenza di un medico è un paio di infermieri ogni tot di sforacchiatori abilitati in qualche modo,si correrebbe qualche rischio in più’ forse ma se non è’ un’emergenza sanitaria,economica,sociale questa.......

  4. #74434
    Vento moderato L'avatar di nago
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da lg59 Visualizza Messaggio
    Io mi sto preoccupando della lentezza del ritmo della vaccinazione.D’accordo che siamo agli inizi,ma anche i numeri ipotizzati in seguito non mi sembrano trascendentali.E che ci vuole a fare un’iniezione?Io per mestiere ho sempre guidato camion muletti o escavatori,ma da ragazzo sapevo fare.”,ne ho fatto un sacco,ora ho perso la mano ma che ci vuole?Basta la presenza di un medico è un paio di infermieri ogni tot di sforacchiatori abilitati in qualche modo,si correrebbe qualche rischio in più’ forse ma se non è’ un’emergenza sanitaria,economica,sociale questa.......
    Tra l'altro ora stanno vaccinando per lo più personale sanitario e anziani nelle rsa, quindi persone "facilmente reperibili". Chissà quando dovranno convocare tutti gli altri: tra impegni vari, problemi di notifica, no covid-vax ...
    “Sopra le nuvole il meteo è noioso”

  5. #74435
    Uragano L'avatar di simo89
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da lg59 Visualizza Messaggio
    Io mi sto preoccupando della lentezza del ritmo della vaccinazione.D’accordo che siamo agli inizi,ma anche i numeri ipotizzati in seguito non mi sembrano trascendentali.E che ci vuole a fare un’iniezione?Io per mestiere ho sempre guidato camion muletti o escavatori,ma da ragazzo sapevo fare.”,ne ho fatto un sacco,ora ho perso la mano ma che ci vuole?Basta la presenza di un medico è un paio di infermieri ogni tot di sforacchiatori abilitati in qualche modo,si correrebbe qualche rischio in più’ forse ma se non è’ un’emergenza sanitaria,economica,sociale questa.......
    Basta solo vedere il calo di tamponi dell'ultimo mese, ieri 67.000...."siamo durante le feste" mi sento dire. Ah vabbè, quindi le feste sono più importanti di un'emergenza sanitaria. Ottimo modo di ragionare.

  6. #74436
    Vento moderato L'avatar di AspiranteMetereologo
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da Cristian_Marchi Visualizza Messaggio
    @jack9 e @burian br rispondo a tutti e tre: il problema delle feste è stata la possibilità di andare a trovare altre persone e quindi non è stato un lockdown completo. Comunque a parte questo: le scuole non andrebbero aperte dal 7 gennaio. Sarebbe un disastro dal punto di vista dei contagi
    Comunque prima ci sbrighiamo con le vaccinazioni e meglio è
    Personalmente non trovo altre parole se non scandaloso per definire la gestione italiana della questione scuola; negli altri paesi europei è sempre l'ultima cosa che viene chiusa (si pensi alla Francia, che teneva aperte le scuole con la quarantena nazionale dura e 40.000 casi al giorno, o all'Irlanda, dove anche lì veniva tenuta aperta nel pieno della quarantena nazionale totale) mentre qui in Italia (rinomata per la propria previdenza e cura del futuro, che ci ha portato e ci sta portando lontano....) si chiude come prima cosa dimenticandosi che la scuola è probabilmente (al pari degli ospedali) il luogo più importante che una società possa mai avere. Quando tra 5 o 10 anni ci saranno deficienze rispetto alla media europea sull'apprendimento scolastico e l'abbandono scolastico sarà a livelli ancora più elevati dei già scandalosi livelli attuali chiediamoci perchè ciò è avvenuto. Non so più cosa pensare in proposito sinceramente.
    Citazione Originariamente Scritto da verza81 Visualizza Messaggio
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    Scandalosa la Lombardia

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    La Lombardia, primo e terzo mondo allo stesso tempo. Scherzi a parte la gestione laziale dell'epidemia nel periodo autunnale è stata veramente notevole, sono riusciti a tenere la regione in zona gialla per tutto il tempo con molti meno problemi del Veneto ed adesso stanno gestendo le vaccinazioni meglio di qualunque altra regione italiana. Senza dimenticare la difficoltà di gestire la seconda regione più popolosa del paese. Trovo che per le altre regioni (o perlomeno quelle di grandi dimensioni) ci sarebbe molto da imparare dal "caso Lazio" al contrario.

  7. #74437
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    ROMA - Una nuova stretta è allo studio del governo. Sarà decisa nelle prossime ore e appare inevitabile, perché in Italia la curva cresce e secondo i calcoli dei tecnici continuerà a crescere almeno per un'altra settimana. Nelle prossime ore, dunque, i capidelegazione torneranno a riunirsi per studiare una zona gialla "rafforzata" da far scattare il 7 gennaio, quando tutte le Regioni torneranno in area gialla. Quando, cioè, si esauriranno gli effetti dell'ultimo Dpcm che fissa il lockdown nazionale nei giorni festivi e prefestivi dal 24 dicembre al 6 gennaio.

    Le ipotesi sul tavolo, al momento, sono due. Primo: nuovi criteri per l'Rt che permettano di decretare con numeri anche meno emergenziali zone arancioni e rosse regionali. Secondo: un nuovo giro di vite nazionale che potrebbe portare a istituire zone rosse nei fine settimana sull'intero territorio italiano. Significa chiudere bar, ristoranti, negozi, centri commerciali, oltre a vietare i movimenti non essenziali. Per gli altri giorni, si pensa comunque a ulteriori limitazioni alla circolazione intercomunale e interregionale.


    Tutto parte dai "giorni leggeri" dello shopping, quelli del periodo che va dal 6 al 23 dicembre, culminato con l'esodo delle vacanze verso Sud. Sono gli stessi giorni, a dirla tutta, che coincidono con quelli del cashback voluto dall'esecutivo. In ogni caso, le attuali proiezioni sembrano indicare che una nuova fiammata è alle porte ed è destinata a durare almeno per un'altra settimana. Poi, si spera, potrebbe vedersi qualche effetto delle restrizioni delle feste, almeno stando ai dati sui movimenti dal 24 dicembre ad oggi. Gli italiani si sarebbero mossi poco nel periodo natalizio, ma non è ancora chiaro quanto peseranno i ritrovi familiari e tra amici.


    Nel dubbio, Roberto Speranza e Francesco Boccia - sostenuti dal capodelegazione del Pd Dario Franceschini e da ampi settori del Movimento - sono pronti a promuovere assieme un nuovo intervento. Senza attendere la scadenza dell'attuale Dpcm, fissato per il 15 gennaio. Ma procedendo con un'ordinanza-ponte (per quanto riguarda il meccanismo dell'Rt) che venga poi assorbita in un decreto. L'alternativa è anticipare direttamente il nuovo Dpcm e vararlo entro il 7 gennaio. In ogni caso, si procederà sui due binari. Il primo, come detto, punta a correggere alcuni limiti del meccanismo che porta le Regioni in zona arancione o rossa. In questo senso, il caso del Veneto è emblematico: da settimane è il territorio più preoccupante d'Italia, ma resta in zona gialla per un incrocio di parametri. L'idea, allora, è intervenire su due criteri: l'incidenza dei positivi ogni centomila abitanti e l'asticella dell'Rt.

    Le zone arancioni e rosse scatterebbero con soglie più basse dell'Rt quando l'incidenza dei casi sulla popolazione - calcolata tenendo conto delle ultime due settimane - si mostri superiore a un certo livello, ancora da fissare: di certo, comunque, più alto dell'attuale soglia di "tranquillità" fissata a 50 casi ogni 100 mila (che già oggi tutte le Regioni superano ampiamente). Ma a che livello di Rt scatterebbero le chiusure? Oggi la zona arancione parte da 1,25, quella rossa da 1,5: potrebbero diventare rispettivamente 1 e 1,25 (calando dunque di 0,25).
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    Bergamo, l'ex segretario leghista ucciso: arrestato il figlio

    LE MISURE

    Covid, nuove misure più severe: sei regioni in arancione. Weekend rossi per tutti

    di Michele Bocci , Tommaso Ciriaco

    [https://www](palazzotto)

    Già oggi possibile vertice di maggioranza per farpartire la stretta dal 7 gennaio. Le zone a colori decise in base a una soglia più bassa di Rt. Limiti agli spostamenti

    03 GENNAIO 2021 3 MINUTI DI LETTURA

    ROMA - Una nuova stretta è allo studio del governo. Sarà decisa nelle prossime ore e appare inevitabile, perché in Italia la curva cresce e secondo i calcoli dei tecnici continuerà a crescere almeno per un'altra settimana. Nelle prossime ore, dunque, i capidelegazione torneranno a riunirsi per studiare una zona gialla "rafforzata" da far scattare il 7 gennaio, quando tutte le Regioni torneranno in area gialla. Quando, cioè, si esauriranno gli effetti dell'ultimo Dpcm che fissa il lockdown nazionale nei giorni festivi e prefestivi dal 24 dicembre al 6 gennaio.

    Le ipotesi sul tavolo, al momento, sono due. Primo: nuovi criteri per l'Rt che permettano di decretare con numeri anche meno emergenziali zone arancioni e rosse regionali. Secondo: un nuovo giro di vite nazionale che potrebbe portare a istituire zone rosse nei fine settimana sull'intero territorio italiano. Significa chiudere bar, ristoranti, negozi, centri commerciali, oltre a vietare i movimenti non essenziali. Per gli altri giorni, si pensa comunque a ulteriori limitazioni alla circolazione intercomunale e interregionale.


    Tutto parte dai "giorni leggeri" dello shopping, quelli del periodo che va dal 6 al 23 dicembre, culminato con l'esodo delle vacanze verso Sud. Sono gli stessi giorni, a dirla tutta, che coincidono con quelli del cashback voluto dall'esecutivo. In ogni caso, le attuali proiezioni sembrano indicare che una nuova fiammata è alle porte ed è destinata a durare almeno per un'altra settimana. Poi, si spera, potrebbe vedersi qualche effetto delle restrizioni delle feste, almeno stando ai dati sui movimenti dal 24 dicembre ad oggi. Gli italiani si sarebbero mossi poco nel periodo natalizio, ma non è ancora chiaro quanto peseranno i ritrovi familiari e tra amici.


    Nel dubbio, Roberto Speranza e Francesco Boccia - sostenuti dal capodelegazione del Pd Dario Franceschini e da ampi settori del Movimento - sono pronti a promuovere assieme un nuovo intervento. Senza attendere la scadenza dell'attuale Dpcm, fissato per il 15 gennaio. Ma procedendo con un'ordinanza-ponte (per quanto riguarda il meccanismo dell'Rt) che venga poi assorbita in un decreto. L'alternativa è anticipare direttamente il nuovo Dpcm e vararlo entro il 7 gennaio. In ogni caso, si procederà sui due binari. Il primo, come detto, punta a correggere alcuni limiti del meccanismo che porta le Regioni in zona arancione o rossa. In questo senso, il caso del Veneto è emblematico: da settimane è il territorio più preoccupante d'Italia, ma resta in zona gialla per un incrocio di parametri. L'idea, allora, è intervenire su due criteri: l'incidenza dei positivi ogni centomila abitanti e l'asticella dell'Rt.

    IL CASO

    Covid, l'allarme degli scienziati. Indici in salita, rischio terza ondata

    di Luca Fraioli03 Gennaio 2021

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    Le zone arancioni e rosse scatterebbero con soglie più basse dell'Rt quando l'incidenza dei casi sulla popolazione - calcolata tenendo conto delle ultime due settimane - si mostri superiore a un certo livello, ancora da fissare: di certo, comunque, più alto dell'attuale soglia di "tranquillità" fissata a 50 casi ogni 100 mila (che già oggi tutte le Regioni superano ampiamente). Ma a che livello di Rt scatterebbero le chiusure? Oggi la zona arancione parte da 1,25, quella rossa da 1,5: potrebbero diventare rispettivamente 1 e 1,25 (calando dunque di 0,25).


    PUBBLICITÀ

    Se così fosse, in base ai dati di mercoledì scorso finirebbero subito in zona arancione almeno tre Regioni (CalabriaLiguria e Veneto) - e proiettate verso il rosso nei monitoraggi successivi - altre tre sarebbero in bilico perché superano l'1, ma non nell'estremo più basso della forchetta (Basilicata, Lombardia e Puglia) e altre tre si candiderebbero alle restrizioni con i dati della prossima settimana, già ballando di pochissimo sotto la soglia di 1 (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche). Mezza Italia, in cui sarebbero chiusi bar e ristoranti, banditi i movimenti intercomunali.


    C'è poi l'altra cartuccia a disposizione dell'esecutivo: l'idea di rafforzare la zona gialla nazionale. Si prenderà in prestito il modello delle feste fissando per un mese (fino dunque alla prima settimana di febbraio) una zona rossa nazionale nei festivi e prefestivi. Chiusi dunque negozi, ristoranti, bar, vietata la circolazione se non per ragioni motivate. Uno sforzo che servirebbe anche a mettere a regime il pessimo inizio della campagna vaccinale, troppo lento (dalla Calabria alla Lombardia, le percentuali sono ancora bassissime). A questo si affiancheranno nuovi limiti ai movimenti regionali per tutti e, forse, limitazioni all'orario di apertura di alcune attività commerciali sull'intero territorio nazionale.


    I due binari - nuovo Rt e stretta nei fine settimana - dovrebbero procedere assieme. Lo decideranno in un vertice di governo i capidelegazione, probabilmente già stamattina. Di certo, la crisi politica non aiuta lo sforzo per contenere la terza ondata. Ma il tempo stringe e il Covid, così come gli ospedali e il personale medico impegnato in prima linea, non attende le verifiche di governo.



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    Ultima modifica di Davide1987; 03/01/2021 alle 10:05

  8. #74438
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    Citazione Originariamente Scritto da simo89 Visualizza Messaggio
    Basta solo vedere il calo di tamponi dell'ultimo mese, ieri 67.000...."siamo durante le feste" mi sento dire. Ah vabbè, quindi le feste sono più importanti di un'emergenza sanitaria. Ottimo modo di ragionare.
    Beh, siamo andati avanti un anno (e credo tutt' ora) con il "fisiologico calo dei tamponi al lunedì "
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    fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
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  9. #74439
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    Citazione Originariamente Scritto da Davide1987 Visualizza Messaggio
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    Le ipotesi sul tavolo, al momento, sono due. Primo: nuovi criteri per l'Rt che permettano di decretare con numeri anche meno emergenziali zone arancioni e rosse regionali. Secondo: un nuovo giro di vite nazionale che potrebbe portare a istituire zone rosse nei fine settimana sull'intero territorio italiano. Significa chiudere bar, ristoranti, negozi, centri commerciali, oltre a vietare i movimenti non essenziali. Per gli altri giorni, si pensa comunque a ulteriori limitazioni alla circolazione intercomunale e interregionale.


    Tutto parte dai "giorni leggeri" dello shopping, quelli del periodo che va dal 6 al 23 dicembre, culminato con l'esodo delle vacanze verso Sud. Sono gli stessi giorni, a dirla tutta, che coincidono con quelli del cashback voluto dall'esecutivo. In ogni caso, le attuali proiezioni sembrano indicare che una nuova fiammata è alle porte ed è destinata a durare almeno per un'altra settimana. Poi, si spera, potrebbe vedersi qualche effetto delle restrizioni delle feste, almeno stando ai dati sui movimenti dal 24 dicembre ad oggi. Gli italiani si sarebbero mossi poco nel periodo natalizio, ma non è ancora chiaro quanto peseranno i ritrovi familiari e tra amici.


    Nel dubbio, Roberto Speranza e Francesco Boccia - sostenuti dal capodelegazione del Pd Dario Franceschini e da ampi settori del Movimento - sono pronti a promuovere assieme un nuovo intervento. Senza attendere la scadenza dell'attuale Dpcm, fissato per il 15 gennaio. Ma procedendo con un'ordinanza-ponte (per quanto riguarda il meccanismo dell'Rt) che venga poi assorbita in un decreto. L'alternativa è anticipare direttamente il nuovo Dpcm e vararlo entro il 7 gennaio. In ogni caso, si procederà sui due binari. Il primo, come detto, punta a correggere alcuni limiti del meccanismo che porta le Regioni in zona arancione o rossa. In questo senso, il caso del Veneto è emblematico: da settimane è il territorio più preoccupante d'Italia, ma resta in zona gialla per un incrocio di parametri. L'idea, allora, è intervenire su due criteri: l'incidenza dei positivi ogni centomila abitanti e l'asticella dell'Rt.

    Le zone arancioni e rosse scatterebbero con soglie più basse dell'Rt quando l'incidenza dei casi sulla popolazione - calcolata tenendo conto delle ultime due settimane - si mostri superiore a un certo livello, ancora da fissare: di certo, comunque, più alto dell'attuale soglia di "tranquillità" fissata a 50 casi ogni 100 mila (che già oggi tutte le Regioni superano ampiamente). Ma a che livello di Rt scatterebbero le chiusure? Oggi la zona arancione parte da 1,25, quella rossa da 1,5: potrebbero diventare rispettivamente 1 e 1,25 (calando dunque di 0,25).
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    ROMA - Una nuova stretta è allo studio del governo. Sarà decisa nelle prossime ore e appare inevitabile, perché in Italia la curva cresce e secondo i calcoli dei tecnici continuerà a crescere almeno per un'altra settimana. Nelle prossime ore, dunque, i capidelegazione torneranno a riunirsi per studiare una zona gialla "rafforzata" da far scattare il 7 gennaio, quando tutte le Regioni torneranno in area gialla. Quando, cioè, si esauriranno gli effetti dell'ultimo Dpcm che fissa il lockdown nazionale nei giorni festivi e prefestivi dal 24 dicembre al 6 gennaio.

    Le ipotesi sul tavolo, al momento, sono due. Primo: nuovi criteri per l'Rt che permettano di decretare con numeri anche meno emergenziali zone arancioni e rosse regionali. Secondo: un nuovo giro di vite nazionale che potrebbe portare a istituire zone rosse nei fine settimana sull'intero territorio italiano. Significa chiudere bar, ristoranti, negozi, centri commerciali, oltre a vietare i movimenti non essenziali. Per gli altri giorni, si pensa comunque a ulteriori limitazioni alla circolazione intercomunale e interregionale.


    Tutto parte dai "giorni leggeri" dello shopping, quelli del periodo che va dal 6 al 23 dicembre, culminato con l'esodo delle vacanze verso Sud. Sono gli stessi giorni, a dirla tutta, che coincidono con quelli del cashback voluto dall'esecutivo. In ogni caso, le attuali proiezioni sembrano indicare che una nuova fiammata è alle porte ed è destinata a durare almeno per un'altra settimana. Poi, si spera, potrebbe vedersi qualche effetto delle restrizioni delle feste, almeno stando ai dati sui movimenti dal 24 dicembre ad oggi. Gli italiani si sarebbero mossi poco nel periodo natalizio, ma non è ancora chiaro quanto peseranno i ritrovi familiari e tra amici.


    Nel dubbio, Roberto Speranza e Francesco Boccia - sostenuti dal capodelegazione del Pd Dario Franceschini e da ampi settori del Movimento - sono pronti a promuovere assieme un nuovo intervento. Senza attendere la scadenza dell'attuale Dpcm, fissato per il 15 gennaio. Ma procedendo con un'ordinanza-ponte (per quanto riguarda il meccanismo dell'Rt) che venga poi assorbita in un decreto. L'alternativa è anticipare direttamente il nuovo Dpcm e vararlo entro il 7 gennaio. In ogni caso, si procederà sui due binari. Il primo, come detto, punta a correggere alcuni limiti del meccanismo che porta le Regioni in zona arancione o rossa. In questo senso, il caso del Veneto è emblematico: da settimane è il territorio più preoccupante d'Italia, ma resta in zona gialla per un incrocio di parametri. L'idea, allora, è intervenire su due criteri: l'incidenza dei positivi ogni centomila abitanti e l'asticella dell'Rt.

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    di Luca Fraioli03 Gennaio 2021

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    C'è poi l'altra cartuccia a disposizione dell'esecutivo: l'idea di rafforzare la zona gialla nazionale. Si prenderà in prestito il modello delle feste fissando per un mese (fino dunque alla prima settimana di febbraio) una zona rossa nazionale nei festivi e prefestivi. Chiusi dunque negozi, ristoranti, bar, vietata la circolazione se non per ragioni motivate. Uno sforzo che servirebbe anche a mettere a regime il pessimo inizio della campagna vaccinale, troppo lento (dalla Calabria alla Lombardia, le percentuali sono ancora bassissime). A questo si affiancheranno nuovi limiti ai movimenti regionali per tutti e, forse, limitazioni all'orario di apertura di alcune attività commerciali sull'intero territorio nazionale.


    I due binari - nuovo Rt e stretta nei fine settimana - dovrebbero procedere assieme. Lo decideranno in un vertice di governo i capidelegazione, probabilmente già stamattina. Di certo, la crisi politica non aiuta lo sforzo per contenere la terza ondata. Ma il tempo stringe e il Covid, così come gli ospedali e il personale medico impegnato in prima linea, non attende le verifiche di governo.



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  10. #74440
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