L'influenza si diffonde con molta difficoltà già in condizioni normali, pensa che il suo Rt è stimato tra 1 e 1,6.
Il Covid in condizioni normali ha un R0 tra 3 e 3,5 mentre la nuova variante inglese probabilmente tra 3,5 e 4.
Con le misure restrittive si abbatte la contagiosità del Covid abbastanza da portarla a Rt attorno a 1, mentre l'influenza giunge proprio sotto 1 e di molto (e infatti i dati Influnet mostrano che, non a caso, l'incidenza di Dicembre è stata più bassa che a Ottobre!)
Esattamente marco: le mascherine posso aiutare, ma c'è un limite oltre il quale non vanno. C'è da dire però che molto dipende anche dai nostri comportamenti: quanti ad esempio di fronte ad amici o parenti, chiusi in casa, adoperano sempre la mascherina? C'è sempre una quota di persone che non la usa come dovrebbe.
Inoltre il principale ambiente di contagio è quello domestico, dove chiunque è restio dal voler usare la mascherina.
Le chiusure si possono invocare per agire su quella quota di contagio legata al comportamento umano: è il caso dei bar o dei ristoranti ad esempio, dove le persone abbassano la mascherina per bere o mangiare, e spesso anche senza quella ragione.
Le chiusure ovviamente devono essere giustificate da valori ingravescenti di Rt o da una situazione epidemiologica e sanitaria compromessa, ecco perchè non in tutta Italia attualmente sono giustificabili.
Non credo, il buon vecchio virus influenzale muterà sicuramente meno che negli anni passati, ma sono sicuro si ripresenterà puntuale non appena glielo consentiremo.
La mia speranza è che magari avremo epidemie influenzali meno forti che negli ultimi decenni, grazie alle buone norme igieniche acquisite, ma probabilmente è solo un sogno.
Però le chiusure riguardano anche attività diverse da bar e ristoranti. Alle volte toccano anche la sfera privata del cittadino. Per quale motivo fare un giro in un negozio di abbigliamento può essere più pericoloso che andare al supermercato? Addirittura si distingue tra negozi di intimo e abbigliamento, come se l'uno fosse meno "a rischio" dell'altro. Senza senso direi. Come quasi tutto ormai.
E ribatto sul punto focale: quando sento che la.colpa è degli italiani che non rispettano le "regole", direi che si scontra con la realtà di una stagione influenzale eccezionalmente debole.
Dicembre 1996: la perfezione
Febbraio 2012: l'apoteosi
Febbraio 2018: la sorpresa
Per pura informazione oggi al Centro di Arese era un normale venerdì sera di carnaio per i negozi con il punto più alto raggiunto nel chiudere i camerini per evitare assembramenti ma consentire comunque la prova dei vestiti alla gente tra le corsie. La pandemia, le distanze? Chee?
Di sicuro non tutte le distinzioni hanno un fondamento, non conoscevo ad esempio quella tra negozi di intimo e abbigliamento.
Il principio però è che più la situazione è grave, più bisogna chiudere per evitare occasioni di contagio. Purtroppo queste occasioni di contagio sono tutte le occasioni di socialità, quindi si va ad incidere su quelle cercando di preservare l'essenziale (contatti familiari e lavoro).
La colpa non esiste in quest'ambito, al massimo c'è una mancata prudenza, non sempre condannabile.
Concordo quindi con tutto quel che hai detto.
Questo accade quando riduci le aperture dei negozi: meno giorni aperti, più affollamento quando ci si può andare. Ma pare che dopo mesi questo concetto ancora non sia stato capito abbastanza chiaramente da chi prende le decisioni.
Dicembre 1996: la perfezione
Febbraio 2012: l'apoteosi
Febbraio 2018: la sorpresa
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