Originariamente Scritto da
Musoita
Negli ultimi 30 giorni (dati Iss, periodo mobile chiuso il 16 gennaio 2021) in Italia i nuovi casi sono stati 393.532, 14.410 dei quali tra gli operatori sanitari (il 3,6%): questo dato è riferito alla sola professione, precisa l’Iss, e non al luogo del contagio che potrebbe essere avvenuto in ambito domestico. I decessi sono stati 10.802, considerando anche i pazienti che hanno contratto l’infezione prima dell’inizio del periodo rilevato. Il tasso di letalità negli ultimi 30 giorni è 2,7%, stabile sulle rilevazioni analoghe dello scorso dicembre: come semplice conseguenza di questo dato, i 557.717 “attualmente positivi” a livello nazionale si tradurranno in 15.058 nuovi decessi nei prossimi giornie settimane. L’età mediana dei contagiati resta ferma a 48 anni, in linea con quella da inizio epidemia. La fascia di età più colpita, sempre negli ultimi 30 giorni, è quella 19-50 con il 43,1%, seguita da quella 51-70 con il 19,1%. Il numero dei soggetti asintomatici si mantiene al di sopra del 50% nelle diverse fasce di età, con la sola eccezione di quella 70-79 anni (49%). Il maggior numero dei casi asintomatici si registra al di sotto dei 19 anni, con un picco del 76% tra i 2 e 6 anni. Quello che ieri avevamo segnalato come un errore relativo al numero dei test rapidi è, in realtà, il frutto di una scelta incomprensibile nella stesura della tabella di sintesi nazionale (e per questo scambiata a prima vista per un errore nel calcolo): i test, sia molecolari, sia rapidi, non vengono comunicati come dato giornaliero, ma solo come totale progressivo. Quindi sappiamo quanti tamponi molecolari sono stati effettuati da inizio epidemia, ma non quanti sono stati eseguiti nel singolo giorno; stessa cosa per i test rapidi. In pratica ogni giorno saremo costretti a calcolare i dati giornalieri per differenza rispetto al giorno precedente, perché l’unico totale giornaliero disponibile è quello dei “molecolari + rapidi”. Parliamo di scelta incomprensibile perché i valori giornalieri sono fondamentali per avere una visione immediata e puntuale dell’andamento dell’epidemia, oltre che per verificare i parametri relativi ai positivi rispetto ai tamponi (sia molecolari, sia rapidi) che sono ovviamente riferiti al dato quotidiano e non al cumulato storico. Inoltre i dati giornalieri rendono immediatamente visibili eventuali errori di caricamento da parte delle singole Regioni (è capitato più volte anche di recente), mentre con l’aumento del totale progressivo gli scostamenti del singolo giorno verranno “annegati” all’interno di numeri molto più grandi. Le due serie storiche con il totale progressivo non sono peraltro coerenti tra loro: quella dei test molecolari parte da inizio epidemia (febbraio 2020), quella dei test rapidi dal 15 gennaio 2021 e non include i milioni di test rapidi che sono stati effettuati nei mesi scorsi, anche se non comunicati a livello nazionale, dalle singole Regioni e Province autonome.
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