E che quindi sarebbe come dire che, di fatto, non è la zona a fare la differenza, ma il comportamento delle persone. Si tende anche a non parlare dell'effetto autolimitante di ogni picco: più gente malata, più gente che sta a casa, meno gente che si muove e dunque meno circolazione del virus. E questo direi che si è visto molto bene in zone come la mia e come la Valle d'Aosta, che hanno avuto un picco spaventoso nella seconda ondata che è crollato altrettanto rapidamente quanto era salito.
Inviato dal mio SNE-LX1 utilizzando Tapatalk
E va bene, non consideriamola :D ma il discorso non cambia : le regioni che sono rimaste gialle non hanno avuto praticamente nessun picco, ma una specie di plateau, nessuna diffusione incontrollata, come invece si potrebbe pensare.
Inviato dal mio SNE-LX1 utilizzando Tapatalk
Io credo che in fondo eravamo già al plateau, e quelle misure non lo hanno abbattuto ma al massimo conservato. Ciò forse non è successo solo per il Triveneto, che partiva già con tanti casi, anche se c'è pure da capire dove il calo sia legato ai meno tamponi fatti e dove a un vero calo dei casi.
No, non è il covid daltonico... sono gli abitanti delle varie zone "che se ne fregano"...
Da quello che ho visto in giro, la zona rossa ultima è stata una mezza buffonata. Deroghe, via vai di gente, posti di blocco scarsi... allora, guarda caso c'è la zona rossa e i contagi salgono comunque.
Poi magari non è dappertutto così, però alla fine la sovrapposizione dei presunti divieti e dell'indifferenza delle persone, a zone può aver giocato contro gli effetti dei provvedimenti.
Ovvero, per giudicare l'efficacia delle zone colorate, bisogna ammettere il postulato che tutti le osservano. Cosa che non è. Quindi non possiamo valutare alcunché, tranne che il covid sguazza nel via vai incontrollato.
Non so se può servire - al di fuori dei fini statistici - comunque queste sono le percentuali di testati nelle varie regioni italiane (dato abitanti aggiornato al 1° gennaio 2020).
Molise 38,5%
Lazio 37,62%
Valle d'Aosta 32,3%
Friuli-Venezia Giulia 30,74%
Umbria 30,73%
Trentino-Alto Adige 30,45%
Toscana 30,22%
Emilia-Romagna 29,10%
Sardegna 27,42%
Lombardia 27,22%
Veneto 26,31%
Campania 26,15%
Marche 24,49%
Calabria 24,22%
Piemonte 24%
Basilicata 22,60%
Liguria 22,57%
Abruzzo 22,17%
Sicilia 18,59%
Puglia 17,99%
Io sono convinto che dietro la sostanziale tenuta del Lazio ci sia, oltre al buon tracciamento, anche una struttura economica fortemente terziarizzata, e quindi un'elevata incidenza di lavoratori in smart working
Eh ho capito, ma allora... :D se i contagi diminuiscono "è per merito delle zone rosse", se aumentano è perché non hanno istituito le zone rosse, se aumentano nonostante le zone rosse è perché la gente non le rispetta.. Insomma, c'è sempre una giustificazione per tutto e il contrario di tutto :D meno che l'accettazione del fatto che l'andamento epidemico possa essere solo marginalmente influenzato da questi tipi di chiusure. Per dirne una, la Svizzera ha gli impianti aperti e meno limitazioni, e sono settimane e settimane (se non mesi ormai) che i casi calano continuamente. Spiegazioni? Saranno gli Svizzeri che, nonostante meno limitazioni, si sono auto barricati volontariamente in casa come noi a marzo, o accettiamo l'idea che la curva epidemica possa non dipendere in toto da queste cose? :D
Inviato dal mio SNE-LX1 utilizzando Tapatalk
Faccio una sintesi degli effetti che si riscontrano in praticamente almeno il 75% delle regioni, ribadendo che tocca guardare come minimo la linea con 10gg dopo l'introduzione di un cambio colore :
- la gialla fa continuare un plateau nei casi in cui la diffusione del contagio è bassa (sotto i 200), o laddove è stata introdotta già con dati in aumento continua l'aumento leggermente rallentato
- l'arancione rallenta un aumento già alto sopra i 200/300 e pochi giorni dopo si arriva ad un plateau
- la rossa porta ad un crollo 10/15gg dopo
Bello il post (non ricordo di chi) in cui si facevano i vari esempi, ma è totalmente improponibile considerare attendibili i cali numerici che ci sono stati in coincidenza dei giorni rossi delle feste, in primis perché non davano già effetti sui numeri e secondo perché i tamponi sono stati pressoché dimezzati per tutto il periodo. Ciò tranne proprio in Veneto, dove il calo dei tamponi ufficiali è stato molto meno che della metà rispetto alla media degli altri giorni.
Rimane evidente il calo drastico della diffusione a 10/15gg dall'introduzione di zone rosse/arancioni in regioni dove la diffusione era altissima, sopra il valore di 500, Lombardia, Toscana, Valle d'Aosta, Bolzano, Umbria, Liguria e vari altri.
Poi quando si abbassa sotto i 300 diventano meno evidenti perché si arriva ad una specie di minimo inevitabile di diffusione.
Inviato dal mio Redmi Note 4 utilizzando Tapatalk
Segnalibri