Lombardia, Liguria, Veneto e Piemonte con meno casi testati della Sardegna
Vero è che il Veneto fa molti antigenici, ma le altre 3?
L’ultimo Bollettino di sorveglianza integrata Covid-19 rileva, nella settimana 11-17 gennaio, un’incidenza a livello nazionale di 145,20 nuovi casi per 100.000 abitanti: la ripresa del tracciamento, secondo quanto indicato dall’Iss, sarà possibile solo al di sotto dei 50 nuovi casi per 100.000 abitanti nell’arco di una settimana. L’incidenza più alta è nella Provincia autonoma di Bolzano (309,54) seguita da Friuli (221,40) ed Emilia Romagna (202,61). Le aree con l’incidenza più bassa sono Toscana (72,12), Sardegna (78,57) e Valle d’Aosta (89,24). La forte pressione tutt’ora esercitata sui dipartimenti di prevenzione, avverte l’Iss, causa in alcune zone del Paese una sottostima sia per le nuove diagnosi, sia per i decessi. A dimostrazione di come l’epidemia sia ancora difficile da controllare, resta elevato nel periodo 4-17 gennaio (13,8%) il numero dei casi diagnosticati per cui non è noto il motivo di esecuzione del test diagnostico. Un valore che durante la scorsa estate, con l’epidemia in fase di contenimento, era al di sotto del 5%. La quota maggiore di test viene ancora oggi riservata ai soggetti sintomatici (32,6%); seguono il contact tracing (29,0%) e le attività di screening (24,6%). Un altro dato riconducibile alle difficoltà di tracciamento è quello molto elevato (17,1%) dei soggetti positivi per le quali non è noto il luogo di infezione. (M.T.I.)
GERUSALEMME — Nell’ufficio del primo ministro — dove ormai risiede da quasi dodici anni — Benjamin Netanyahu tiene i memorabilia da mostrare ai leader stranieri in visita a Gerusalemme. Sotto la teca di cristallo, assieme al modellino del sistema anti-missile Arrow, da qualche settimana il primo ministro ha collocato un’altra freccia: la siringa con cui gli è stata somministrata la prima dose di vaccino. La campagna di immunizzazione coincide con la campagna elettorale — il 23 marzo gli israeliani tornano a votare per la quarta volta in due anni — e il capo del governo vuole restare tale ripetendo ai comizi e nei corridoi degli ospedali che «Israele sarà il primo Paese a sconfiggere il Coronavirus».
Dal 20 di dicembre oltre 2 milioni e mezzo di persone sono stati inoculati e da ieri possono ricevere il vaccino anche i ragazzi tra i 16 e i 18 anni, l’obiettivo è coprire entro la fine di marzo i due terzi della popolazione (in totale 9,2 milioni) senza contare i più giovani. Le fiale che scarseggiano in Europa non sono mai mancate in Israele. In settembre il premier Netanyahu ha contattato di persona Albert Bourla, l’amministratore delegato di Pfizer, per farsi garantire la fornitura. Secondo alcune fonti, lo Stato ebraico ha pagato molto di più per accaparrarsi le dosi, fino al doppio di americani ed europei.
Soprattutto è emerso che il ministero della Sanità ha firmato con la casa farmaceutica un accordo di venti pagine e ha garantito di fornire tutti i risultati delle vaccinazioni, compresi i dettagli di ogni singola puntura fino al braccio di inoculazione. Un’intesa simile sarebbe stata finalizzata anche con Moderna. Aver trasformato Israele in un laboratorio su scala nazionale preoccupa le organizzazioni che lottano per la protezione della privacy: il governo assicura che a Pfizer vengono fornite solo statistiche generali, senza dati personali. «Questa enorme quantità di informazioni può essere hackerata. A quel punto nessuno potrebbe controllare nelle mani di chi finirebbe e potrebbe essere sfruttata in futuro dalle assicurazioni o dai datori di lavoro», spiega Tehilla Shwartz Altshuler, esperta dell’Israel Democracy Institute.
Una petizione presentata in tribunale da queste associazioni ha costretto il ministero della Sanità a rendere pubblico l’accordo con Pfizer, seppure con alcuni passaggi secretati: «L’obiettivo è analizzare i dati epidemiologici per determinare se l’immunità di gregge viene raggiunta dopo una certa percentuale di vaccinati». Per velocizzare le operazioni il documento è stato approvato senza il parere della commissione Helsinki deputata a definire le regole per le sperimentazioni mediche sugli esseri umani.
«Quello che sta avvenendo non è uno studio clinico — spiega il presidente Eytan Friedman alla rivista Calcalist —. Questi vaccini hanno superato quella fase e sono stati approvati. Avremmo però preferito essere consultati per valutare che l’intesa con Pfizer rispettasse tutti gli aspetti etici». Il Paese resta in lockdown totale per un’altra settimana e il governo ha deciso di sigillare completamente i confini: niente voli in entrata o in uscita — salvo casi eccezionali — dall’aeroporto di Ben Gurion fino alla fine del mese. Preoccupano le varianti del Covid-19 che hanno innalzato il numero di nuovi contagiati nelle scorse settimane: i dati hanno cominciato a migliorare solo sabato.
Ore 22.40 - Media Usa, Biden ripristina il bando dei viaggi dall’ Europa
Joe Biden lunedì ripristinerà il bando anti-Covid ai viaggiatori provenienti dall’area Schengen, dalla Gran Bretagna, dall’Irlanda e dal Brasile, restrizioni che Donald Trump aveva deciso di revocare a partire dal 26 gennaio. Il neopresidente inoltre le estenderà anche al Sudafrica, dove è apparsa un’ulteriore variante del coronavirus. Lo riferiscono i media Usa.
Ore 22.09 - Arcuri: le aziende dei vaccini trattano i Paesi Ue come poveracci
«Stanno trattando i 27 Paesi europei come dei poveracci. Togliamoci dalla testa che l’Italia sia più penalizzata di altri». Lo ha detto il Commissario straordinario per l’Emergenza, Domenico Arcuri, a Live #noneladurso. «Queste aziende non producono bibite e merendine — ha proseguito Arcuri riferendosi alle case farmaceutiche che hanno annunciato i ritardi — Si sono impegnate a dare una certa quantità di vaccini che sono molto più importanti delle bibite e merendine». E aggiunge che se avessimo i vaccini annunciati dalla aziende farmaceutiche, «entro l’autunno potremmo vaccinare fino a 45 milioni di italiani, ma non credo a queste aziende. Io voglio vedere i vaccini». Il commissario ammette anche ci potrebbero essere «delle asimmetrie, secondo cui le poche cose che si producono non per forza vadano nei luoghi dove devono andare». E poi, in merito all’ipotesi che i vaccini non recapitati siano invece finiti in altri Paesi più ricchi, ha risposto: «Spero che questo non sia vero, so che all’Europa sono stati dati meno vaccini di quanto doveva riceverne e che con la vita delle persone non si gioca».
Intanto la Cina pare avere problemi col frenare l'ondata stavolta, ed era prevedibile essendo in inverno.
Ancora oggi +124 casi, e le persone in TI hanno oltrepassato i 100, siamo a 110. Mai così tanti da Marzo.
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