Originariamente Scritto da
Simotgl
Interessantissimo pezzo oggi da
Coronavirus in Italia, i dati e la mappa :
Diamo oggi un aggiornamento sulle varianti virali, sottoposte a studi in molte parti del mondo vista la loro crescente e rapida diffusione.
1) Iniziamo dalla “VOC 202012/01-B.1.1.7”, meglio conosciuta come variante inglese: nell’ultima settimana di gennaio, secondo le comunicazioni ricevute dall’Oms, è stata rilevata in 70 Paesi (10 in più rispetto alla settimana precedente) con una diffusione che ormai riguarda tutte le 6 aree geografiche monitorate; e con conferme di trasmissione locale, quindi non legate a viaggi, in molti Paesi del Vecchio Continente.
In Uk, dove è stata individuata per la prima volta, questa variante ha mostrato una maggiore capacità diffusionale e studi recenti del Nervtag (New and emerging respiratory virus threats advisory group) ipotizzano anche una maggiore gravità della malattia. I risultati finora comunicati sono preliminari, su un campione parziale (il 10% circa) dei soggetti esaminati, e quindi serviranno alcune settimane per avere una conferma definitiva.
Un’indicazione indiretta in questo senso viene tuttavia da Israele: con la segnalazione di casi tra la popolazione più giovane (e ricoveri anche tra soggetti al di sotto dei 10 anni di età) in misura chiaramente maggiore rispetto a quella verificata con la forma originaria del Sars-CoV-2. Per quanto riguarda l’efficacia dei vaccini alcuni studi preliminari condotti in vitro (quindi in laboratorio) non hanno evidenziato differenze sostanziali nella risposta anticorpale rispetto a quella ottenuta nei confronti del virus precedentemente noto.
2) Variante “501Y.V2-B1.351”, comunemente detta sudafricana: nell’ultima settimana di gennaio è stata confermata in 31 Paesi (8 in più della settimana precedente) situati in 5 delle 6 aree geografiche di monitoraggio dell’Oms. In Sudafrica, dove è stata inizialmente identificata, da due settimane si osserva una diminuzione dei casi dopo il picco raggiunto nella prima metà di gennaio.
Alcuni recenti studi, in laboratorio, hanno mostrato come sia meno sensibile alla risposta anticorpale: sono in corso ricerche più approfondite per capire se questo si traduca, anche in vivo, in una capacità della variante di eludere la risposta anticorpale sviluppata da soggetti con immunità acquisita dopo un’infezione causata dal ceppo originario. Peraltro, sulla base dei dati finora raccolti in Sudafrica, la variante “501Y.V2-B1.351” non sembra associata a un maggiore rischio di reinfezione. Per quanto riguarda l’efficacia dei vaccini gli studi disponibili, finora condotti solo in laboratorio e in vitro, danno due risposte differenti ma comunque rassicuranti: alcuni, sia per il vaccino Pfizer-BioNtech sia per quello Moderna, confermano un’attività neutralizzante lievemente inferiore o in linea con quella verificata nei confronti del ceppo originario. Altri, per il solo vaccino Moderna, mostrano una risposta anticorpale parzialmente ridotta: che rimane tuttavia al di sopra del livello neutralizzante. Appare quindi conservativa, e improntata alla massima cautela, la decisione di Moderna di testare l’utilizzo di una terza dose (secondo richiamo) per valutarne una maggiore attività nei confronti di questa variante.
3)
Variante “P.1-B1.1.28”, o brasiliana: nell’ultima settimana di gennaio è stata confermata in 8 Paesi (inclusa l’Italia), 6 in più della settimana precedente. In Brasile, dove era stata inizialmente riscontrata in soggetti che avevano viaggiato dal Brasile al Giappone, il numero dei nuovi casi settimanali di Covid-19 ha raggiunto il livello più alto dal periodo settembre - novembre 2020; e anche i decessi, sempre su base settimanale, hanno fatto registrare un nuovo incremento dopo una fase di riduzione che durava da novembre 2020.
Nella zona epicentro, lo Stato di Amazonas e in particolare la città di Manaus, la verifica delle sequenze virali ha confermato un aumento della diffusione di questa variante che è passata dal 52.2% del totale (dicembre 2020) all’85,4% (gennaio 2021). Sono in corso studi mirati per verificare, in relazione a questa mutazione, eventuali incrementi di trasmissibilità, maggiore gravità della malattia e capacità di neutralizzare la risposta anticorpale: sia acquisita in modo naturale, sia dopo la vaccinazione. (M.T.I.)
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