Per me non ha senso perché tra familiari, anche se questi stanno a casa insieme per una sola ora al giorno, ci si contagia a prescindere di solito se non si prendono precauzioni (e di norma, molto comprensibilmente, non lo si fa). Poi che il semplice stare all'aria aperta non sia di per sé dannoso ed estremamente salutare per la salute fisica e mentale, e che pertanto dovrebbe essere sempre permessa o quasi, lo sostengo da sempre come molti altri...ma insomma , una cosa non esclude l'altra e non vedo la questione in questo modo.
basta guardare instagram 10 minuti non di più eh, diventa tempo buttato, 10 minuti sono sufficienti.
in più qualcuno qui dentro parlava di come si comportano nelle università in Francia lato mascherine e distanziamento.
e vorrei ricordare che hanno tenuto gli stadi aperti (pure quelli al chiuso del basket, che seguo) fino a fine novembre, per dire eh, idem la Germania.
c'è stato proprio un approccio totalmente diverso dal nostro, noi siamo stati di gran lunga i più restrittivi rispetto alle altre "grandi" europee.
La germania parla di LOCKDOWN con una mobilità media del 15-20% in meno rispetto all'anno scorso (dati del Robert Koch Institute, quelli che posta tutte le settimane Burian, se scorri le pagine ne trovi a decine). noi parliamo di zona arancio col 50% in meno di mobilità... e sono certo che i dati francesi siano identici. c'è proprio una diversità di approccio che ha portato TUTTE le altre nazioni ad affrontare una terza ondata (per alcune la più dura di tutte) da fine novembre in poi, cosa che da noi non è avvenuto, di fatto, ma abbiamo avuto strascichi della seconda.
Quindi, tornando al discorso iniziale, puoi farmi tutte le pippe mentali del mondo di quanto il virus si diffonda in casa, ma se poi fuori permetti tutto a tutti, c'hai poco da discutere e i dati (della tua stessa nazione, per altro) sono lì a dirtelo.
mi riferisco chiaramente al virologo Francese dell'articolo quotato, non a te
Si vis pacem, para bellum.
sì hai ragione ho confuso le nazioni, la Francia è entrata in lockdown ma a metà dicembre ha allenato subito, a tal punto che adesso si parla di terzo lockdown.
su instagram vedi non solo gli influenZer, ma anche il comportamento medio delle persone.
idem per l'Inghilterra, dove manco con 1500 morti al giorno vedevi tutti con la mascherina.
parlano di lockdown, non hanno mai chiuse le scuole di nessun grado ed ordine, ad esempio.
ripeto, c'è un approccio totalmente diverso e una raccolta del dato dubbia da sempre, a maggior ragione se i medici a fronte di dati anche discreti (a tal punto che due giorni fa parlavano di numeri buoni per evitare qualsiasi lockdown) dicono questo:
Covid, medici francesi chiedono lockdown: epidemia mal controllata - Tgcom24
o ci siamo dimenticati le immagini del tour? mentre l'epidemia stava già galoppando nuovamente (poco dopo è arrivato il picco di 50k contagi al giorno) le folle TUTTI senza mascherina per vedere il tour.
anche da noi c'era gente al giro d'Italia, ma buona parte indossava la mascherina, ad esempio, e non si sono viste le folle che si sono viste lì (non a caso quei picchi li abbiamo raggiunti diverse settimane dopo di loro)
ripeto, è proprio l'approccio che è da sempre stato profondamente diverso.
anche ad aprile c'erano diversi forumisti che testimoniavano come in Inghilterra, ad esempio, di mascherine manco per sbaglio, erano d'obbligo solo negli edifici pubblici.
o in Germania...
Si vis pacem, para bellum.
Settembre/ottobre era diverso, erano avanti nellepidemia rispetto al resto del continente e comunque l'esplosione vera è stata a ottobre come nel resto d'Europa
Non saprei sulle mascherine, se non le portano all'aperto cambia poco, conta al chiuso
Considera che hanno avuto molti meno morti di noi per ora
Bella domanda io ero rimasto a :
l vaccino Oxford-AstraZeneca sta confermando un’efficacia “sostanziale” nel bloccare la trasmissione del Covid-19: lo rivelano i dati di un nuovo studio in preprint, non ancora sottoposto a revisione paritaria, condotto dall’Università di Oxford. I contenuti della ricerca - la prima a documentare che il vaccino potrebbe essere in grado di rallentare il contagio - sono stati anticipati dal professor Andrew Pollard, capo del progetto oxfordiano.
Gli scienziati, secondo quanto riporta il New York Times, hanno misurato l’impatto della trasmissione sottoponendo a tampone ogni settimana le persone vaccinate. La conclusione a cui sono giunti è che se il virus non è rilevato dal test, anche se una persona è infetta, non può comunque diffondersi. Gli esperti hanno riscontrato una riduzione del 67% dei tamponi positivi fra i soggetti vaccinati.
Si tratta di dati che forniscono informazioni differenti da quelle finora note alla comunità scientifica internazionale: secondo studi precedenti, infatti, il vaccino Oxford-AstraZeneca era risultato efficace al 60% nel prevenire la malattia, non rivelandosi però in grado di contrastare l’infezione asintomatica. In altre parole, era emerso che le persone vaccinate non si ammalavano (cioè non sviluppavano i sintomi del virus) ma potevano infettarsi ed eventualmente trasmettere il virus.
Grazie al nuovo studio, i ricercatori hanno scoperto anche che una singola dose del vaccino ha un’efficacia del 76% nel prevenire il Covid-19. Le misurazioni sono state effettuate a distanza di tre mesi dall’iniezione scartando le prime tre settimane necessarie al vaccino per avere effetto.
Inoltre, l’efficacia è parsa aumentare dal 54,9% (con un intervallo di sei settimane tra la somministrazione delle due dosi) all′82,4% (con intervallo di somministrazione di dodici o più settimane tra le due dosi). Questo elemento, da confermare, potrebbe avvalorare la scelta del governo britannico di somministrare le due dosi del vaccino a distanza di dodici settimane: una strategia mirata ad offrire protezione a quante più persone possibile, prima di completare ed estendere l’immunità con la seconda somministrazione.
Secondo il professor Pollard, l’efficacia del vaccino Oxford-AstraZeneca sarebbe risultata soddisfacente anche contro la cosiddetta “variante inglese”, mentre restano incognite sull’azione contro le altre nuove mutazioni. I risultati della ricerca sono stati giudicati “molto buoni” dal virologo Adam Finn, membro del britannico Joint Committee on Vaccination and Immunisation. E Matt Hancock, ministro della Sanità del governo Johnson, ha definito “superbe” le nuove evidenze.
Illustrando i risultati della ricerca, il capo del progetto oxfordiano Pollard ha anche sottolineato che l’efficacia del vaccino “non presenta al momento differenze rilevanti nei risultati relativi alla copertura immunitaria tra adulti sotto i 55 o i 65 anni e pazienti più anziani”. Così, rispondendo a una domanda sulle limitazioni cautelare imposte per ora da Paesi come Italia, Francia o Germania alla somministrazione del vaccino Astrazeneca sugli over 55 o 65, lo scienziato ha ricordato che tutte le principali autorità di regolazione sui farmaci che hanno finora espresso un giudizio (inclusa quella l’Ema) hanno in realtà autorizzato l’uso del vaccino senza restrizioni di età.
″È vero che al momento - ha riconosciuto - abbiamo meno dati relativi alle persone più anziane, e che la gente può quindi avere meno certezza sul livello di protezione (per quella fascia di età). Ma i dati che abbiamo ci danno tutti una risposta immunitaria buona sugli anziani, analoga a quella degli adulti più giovani”.
Pollard ha concluso: “Penso di poter dire che siamo fiduciosi di verificare una buona protezione in tutti i gruppi di età” con l’accumularsi dei dati, e “credo che i regolatori globali condividano questo punto di vista”.
“Brutte notizie per i pessimisti. Il vaccino AstraZeneca, con una differente modalità di somministrazione, sembra funzionare molto meglio, riducendo pure la trasmissione. Il cerchio intorno al virus si sta chiudendo”: a sottolinearlo su Twitter è il virologo Roberto Burioni, dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, commentando la suddetta analisi dei trial di fase 3 sul vaccino, pubblicata in preprint.
AstraZeneca e l’Università di Oxford, inoltre, puntano a sviluppare entro l’autunno un vaccino di “nuova generazione” per affrontare le varianti emergenti del Covid-19: lo ha riferito il responsabile ricerche dell’azienda anglo-svedese in un briefing con i media.
Alla domanda sui tempi per la produzione di un candidato vaccino che possa proteggere dalle varianti in circolazione e che sono sempre più numerose, Mene Pangalos ha rassicurato: “Il più rapidamente possibile”. “Lavoriamo sodo e mi riferisco non solo alle varianti, ma anche agli studi clinici che dobbiamo eseguire. Puntiamo a cercare di avere qualcosa pronto entro l’autunno, quindi quest’anno”.
Andrew Pollard, che guida il team di ricerca di Oxford, ha aggiunto che sarà un “processo breve” rispetto alla realizzazione del vaccino originale, partito da da zero. Nel frattempo anche GlaxoSmithKline e la tedesca CureVac hanno annunciato di aver raggiunto un accordo da 150 milioni di euro per sviluppare un vaccino di nuovo generazione che ‘copra’ le varianti emergenti nella pandemia.
Si vis pacem, para bellum.
beh, il 76% dopo la sola prima dose sarebbe meglio di qualsiasi altro vaccino a doppia dose in circolazione... ma magari!
Però è evidente come ci siano dei problemi nella raccolta delle evidenze scientifiche per AZ. voglio dire, ricordi Pfizer? da subito parlò del 95% con linearità del dato raccolto per la sperimentazione e nessun dubbio da parte di nessuno.
confronta con la "storia" recente del vaccino AZ ed è lampante l'indecisione
Si vis pacem, para bellum.
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