Sì, sono un tipo molto introverso e solitario, per cui mi ha toccato (molto) meno. Ho però molta empatia, e posso solo immaginare la sofferenza di molti o il disagio di tanti.
Però, parlando su un piano squisitamente giuridico, i diritti di libertà sanciti dalla Costituzione sono questi (I diritti di liberta
- 3 Il diritto alla libertà personale
- 4 Il diritto alla libertà di domicilio
- 5 Il diritto alla libertà di corrispondenza
- 6 Il diritto alla libertà di circolazione e di soggiorno
- 7 Il diritto alla libertà di riunione
- 8 Il diritto alla libertà di associazione
- 9 Il diritto alla libertà di culto
- 10 Il diritto alla libertà di manifestazione del pensiero
- 11 Il diritto di libertà di iniziativa economica privata
Di tutti questi, nessuno è violato, ma alcuni sono limitati per motivi di legge, come la Costituzione stessa permette per ragioni di ordine pubblico e di salute.
Si può oggettivamente riconoscere quanto ho detto? Si può oggettivamente dire che i nostri diritti sono stati limitati per motivi "superiori", e non per mera tirannia?
Bene, detto questo, siamo noi coloro che devono rispettare la Legge, e se questa non è rispettata restano solo parole.
Non appena la situazione per il popolo diverrà intollerabile sono sicuro che ce ne fregheremo del Covid. Ma finchè la situazione tiene significa che riusciamo a sopportare il tutto, anche perchè speriamo non duri per sempre la pandemia. Non è dunque una deprivazione della libertà imposta dall'alto, ma una deprivazione che accettiamo e che vogliamo (o per lo meno che vuole la maggioranza).
Io se dovessi scrivere davvero quello che penso per come psicologicamente sono ridotto arriverebbe direttamente @nenitheambulance, quella di Twitter.
C'è una categoria che non sopporto più. I giornalisti.
Continuano ad insistere augurandosi i lockdown ferrei che non sono nient'altro che misure disumane che stanno causando ancora miseria e depressione.
Loro non hanno fatto neanche mezza giornata di lockdown, nemmeno si immaginano cosa voglia dire tirarsi su dal letto a fatica per l'oblio a cui siamo stati murati vivi. Io personalmente non riesco ancora a riprendermi.
Posso solo dire che è come dici tu, a Milano i cps sono in crisi per le richieste di aiuto psichiatrico.
Comunque non giudico chi scrive qui, a parte un paio di "speronamenti" anche se con idee diverse ho sempre avuto rispetto e gentilezza ma anche io quando li leggo mi sento arrivare da un altro pianeta!
"i'm becoming harder to live with..."
Angolo filosofico-pandemico:
Quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito...
Siamo tutti "saggi" e siamo tutti "stolti".
C'è chi ha pensato come me per un attimo, ma quanto basta..., che fosse arrivato "il momento", un pò per caso, un pò per necessità.
Che momento?
Quello di cambiare, di riflettere, quello di ringraziare forse...
Quello di lasciarci le penne...
Quello di voltare pagina... anche.
Ma forse volevo solo dargli "un senso" che stolto a pensarlo!
Sento parlare di libertà ma non so cos'è! E mi risuona "...Chi sceglie la libertà sceglie il deserto" [cit...]
Che strana associazione mentale: il deserto. Quello delle "tentazioni", della preparazione alla "Passione", quello dei "mistici". Quello dei 40 giorni. Della "quarantena". Della "quaresima".
"Eh ma l'economia! Eh la scuola! Eh ma i danni psicologici! Eh... ma Speranza e Draghi e... Renzi e... i giornalisti e via a 'precipitare' ..."
Eh c'hai ragione! Ma... l'ho scritto che era un "angolo filosofico-pandemico"! E tu... che torni all'ovvio e torni alla "realtà".
Torni al "senso pratico". Che decidi di saltare "l'OT". Forse quando sei già arrivato "qui".
Ma che provocazione irresistibile però quel "libertà"! In uno spazio che abbisogna di "numeri" di "dati" per tenersi in vita. Per avere "un senso" tollerato dai moderatori...
Voglio "un milione di libertà"! Me ne bastano 2, 5, 10, articoli della Costituzione. Ne voglio Una, quella "tutta libertà"! Di quella anche solo l'1%! No lo 0,6% in quelle province con l'incidenza maggiore.
Che consolazione per gli occhi (i miei) leggere numeri...
E allora ci rinuncio a capire "la libertà". E già mi sento meno "stolto". Che è meglio gridare o imprecare e anche così va via un pò di quel veleno di mesi... di anni! Di anni di libertà che non sapevo di aver già...
E il dito... e la luna?
I morti, le terapie intensive, gli effetti a lungo termine, le conseguenze economiche, il dolore... il dolore! Il tempo sospeso... l'attesa, la speranza, la paura...la norma e la normalità.
Righe senza predicati... si salvi chi può!
Non so cos'è la luna! Ma ho imparato cos'è il dito ed è quello li, che fa il suo mestiere : addita! Dà colpe, vuole un agnello!
Per dar "senso al dolore"! Ma mi è caro quel dito perché... fa il suo lavoro e ogni tanto mostra la Luna.
O almeno prova a cercarla nello smarrimento del "senso", nell'irrisolvibile che è la vita e... in questo dimenarci su molteplici livelli siamo tutti stolti e siamo tutti saggi.
Fine Otti
Ultima modifica di olsen; 20/02/2021 alle 07:37
Libertà di corrispondenza, di circolazione, di riunione, mi paiono quanto meno abbastanza minate.
Il punto è che per quanto andrà avanti ancora? Non se ne vede oggettivamente la fine, questo è il problema. Quanto potremo sopportare queste restrizioni senza che ci sia un'esplosione di rabbia collettiva?
Perchè io so come ragiona la gente, la maggior parte di noi (per "noi" allargo il discorso a tutta la popolazione italiana, ma potrei allargare ancora)non sono attaccabrighe, ma persone che vogliono fare la loro vita, rispettando le regole e rispettando gli altri, i bastian contrari a prescindere o quelli che vogliono sfasciare tutto sono pochi, pochissimi.
Perchè nei primi mesi mi stava pure bene, adesso però siamo sicuri che la tutela della salute (sacrosanta, sottolineo) dei più deboli, non si stia traducendo in un'ingiustizia nei confronti della maggior parte delle persone? Quanto meno dei più giovani.
Prendi me per esempio: ho avuto un'adolescenza molto problematica, dove non riuscivo a socializzare con nessuno, poi piano mi sono aperto e sono riuscito a diventare praticamente una persona "normale", e il bisogno di entrare in contatto con più persone è stata una delle motivazioni per cui ho deciso di tornare all'università anzichè fare un lavoro che non mi piaceva, perchè sentivo di aver perso una parte importante della mia vita nell'adolescenza, che mi era stata privata.
Ora, tutto ciò sa di molto ironico, cioè che quando poteva socializzare alle medie/superiori/università (la prima volta, nel 2008-2011) ed ero libero di farlo con tranquillità, non riuscivo, ora che potrei teoricamente, non posso perchè siamo di mezzo a una pandemia. Prima erano costrizioni interne che mi impedivano di socializzare, ora sono costrizioni esterne.
In fin dei conti fin qua si potrebbe derubricare il tutto a un problema personale, a un destino un po' sfortunato e malevolo se vuoi, però chi è che stabilisce che il mio diritto a stringere amicizie/affetti è minore di un ragazzo delle medie/superiori?
Mi hanno chiuso l'università, chiuso il teatro (altra mia passione, nei cui corsi ho conosciuto parecchie persone), mi impediscono di vedere i miei amici alla sera, l'unico modo che ho per vedere ragazze è su tinder/instagram, cioè capisci che la situazione sta diventando al limite dell'insostenibile?
Ho voluto allungare il messaggio e spiegare un po' la mia situazione non per rompere le palle, ma per farti capire e perdonami in questo, che non è che le restrizioni siano un problema soltanto se violano la legge, e perdonami, ma ti consiglio di toglierti gli occhiali della persona introversa e solitaria ed essere più moderato quando esprimi giudizi che riguardando la socialità delle persone, perchè finora mi pare che il tuo modo di ragionare sia: io sono solitario e introverso, la questione di più o meno restrizioni non mi tange.
Eh...
La mia umile stazione meteo
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/IREGGI57
Il punto è che tu la stai mettendo sempre da un punto di vista legale/non legale, che non è necessariamente l'oggetto delle argomentazioni. Le limitazioni non vengono necessariamente dalle imposizioni, ma dalla situazione, che impedisce di programmare il futuro
Come già detto, il fatto di poter vedere gli amici non significa che io lo faccia con tranquillità e che quindi la cosa mi dia lo stesso appagamento di prima
Proprio oggi si celebra l'anniversario dalla scoperta del caso di Codogno. Se ci penso mi sembra ieri che lessi della notizia e che si aprì il vaso di Pandora...il 20/02/2020 è la data che ha cambiato il mondo. Curiosamente è quasi una data palindroma, quasi come se avesse una valenza simbolica.
Possiamo dunque dire che è un anno che viviamo in queste condizioni, con la psiche oppressa dal timore del Covid e delle sue conseguenze, paura che non ci ha mai abbandonato nemmeno nei mesi di tregua estiva, quando da Giugno a Settembre il Covid pareva un lontano ricordo e ci credevamo capaci di gestirlo e di conviverci.
Questa situazione accomuna tutti, non possiamo che adattarci alla pandemia e alle sue conseguenze, almeno finchè ci si adatta la maggioranza delle persone. Siamo molto meno liberi di come ci sembra, perchè molte delle nostre scelte sono vincolate dagli altri: nel caso specifico, rispettiamo ancora in tanti le regole per proteggerci dal Covid perchè le rispettano ed accettano tutti. Se nessuno le rispettasse, nemmeno in molti di noi lo farebbero.
Mi dispiace per la tua situazione specifica, ma non posso farci molto...la vita a volte è prepotente e meschina, e toglie e dà senza avvisarci.
Qualche anno fa ho vissuto un'esperienza che nessuno della mia età dovrebbe vivere, e ho perso letteralmente un anno di vita, sprecato sul serio visto che di quell'anno ho pochi ricordi. Non che sia andata meglio negli anni successivi, di fatto mi sento ora come se avessi perso 3 anni della mia vita, perchè per riprendermi e ricalibrare tutto ho affrontato un percorso interiore che è durato molto, e che ha destabilizzato la mia identità. Che posso farci? Ho voluto io subire quel che ho subito? Non di certo. Mi sento giù per via di quel che ho vissuto? Certamente, se ci penso sto anche male tuttora, non avrei voluto che le cose andassero così, e magari ora sarei già laureato e sarei in mezzo alla baraonda Covid in prima linea.
Paradossalmente, nel mio caso la pandemia è stata fonte di coraggio, perchè vedendo che tanti hanno perso un anno, è come se ne avessi recuperato uno. Davvero assurdo, no? Non dico che sono felice sia successo, ma nel mio caso ha dato addirittura giovamento rispetto alla mia situazione personale.
Mi dispiace, ma come vedi ognuno ha la sua storia, e ognuno ha avuto i suoi problemi e li ha. Mi dispiace che le cose non vadano come ce le progettiamo, e mi dispiace per tutti quei ragazzi e non solo che stanno passando un anno schifoso, ma non posso farci niente nemmeno verso me stesso.
Però, in fondo, mi rendo conto che possiamo solo accettare la situazione e cercare di tirare avanti, consapevoli che il sole risorgerà di sicuro visto che la luce dell'aurora si vede con i vaccini.
Lo pongo su quel piano perchè si pone la discussione su quel piano, non puoi negare che sia così. Non si tratta di semplici lamenti.
Si ha una concezione sbagliata di libertà come qualcosa che non ha limiti, ma in realtà ha limiti circoscritti dal contesto storico e culturale, e questo vale, è valso, varrà, sempre.
Quello di cui tu parli, invece, è una limitazione psicologica derivante dalla consapevolezza di vivere in una data situazione. Anche un esame universitario o un impegno di lavoro ha lo stesso effetto di limitazione nella nostra mente pur non essendo un'imposizione.
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