Per caso stasera ho guardato un video di Barbero che parlava della seconda guerra mondiale e di come il 30 agosto 1939 non vendevano più il caffè ai civili in Italia nonostante noi in guerra non ci saremmo entrati dopo due giorni, bensì mesi e mesi dopo...
Credo che a volte i commenti siano un pò avventati
anche meno ragazzi su...
Ultima modifica di olsen; 05/03/2021 alle 23:15
Lombardia, la grande paura per Milano e l'allarme dalle terapie intensive: "Con la variante inglese piu pazienti tra i 40 e i 60 anni" - Il Fatto Quotidiano
Anche dagli ospedali della lombardia,come da quelli dell'e-r,testimonianze della pesantezza della situazione
Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.
"nel fango affonda lo stivale dei maiali..."
@Sniek
Vorrei con educazione provare a rispondere ai principali quesiti che possono venire in mente a tutti.
1) Il Covid è un'influenza più aggressiva?
Dal punto di vista medico ti caccerebbero a pedate dalla facoltà di medicina. Sarebbe come dire che una reggia è solo una casa più grande. Non è per davvero così, anche se entrambe sono anche abitazioni, quindi condividono una delle caratteristiche principali.
Si tratta di due malattie sintomaticamente simili in quanto colpiscono le stesse parti del corpo, le vie respiratorie. Il Covid però causa molte altre complicanze che nell'influenza si osservano di rado, e parlo delle polmoniti virali e della massiva coagulazione vascolare disseminata nonchè stato infiammatorio acuto.
Le conseguenze del Covid, quando ti prende male, sono tra l'altro spiacevoli, e tra qualche anno vedremo un aumento di tante patologie cardiache e polmonari, perchè cuore e polmoni oggi danneggiati tra qualche anno vedranno la situazione degenerare ulteriormente.
2) Perchè non c'è influenza quest'anno?
Il Covid si diffonde molto più velocemente dell'influenza. Per cui, banalmente, le restrizioni adoperate per il Covid, se sono efficaci contro questo, sono ancor più efficaci con l'influenza.
Esempio: se io salto 50 cm e tu salti 1 metro, mettendo un ostacolo alto più di 1 metro non salti tu, ma non salto ancor di più neppure io!
Aggiungo: contro l'influenza quest'anno sono stati somministrati una marea di vaccini, per cui ancor più difficile che circoli.
3) Perchè si chiude? Ci stanno illudendo?
No, non ci stanno illudendo, siamo noi a non aver capito. Io fin da Ottobre dicevo che saremmo andati avanti con questi regimi di aperture e chiusure perchè finchè dura la stagione invernale il virus continua a diffondersi quando le restrizioni si allentano.
Si chiude perchè non farlo significa far diffondere il virus, che segue una legge esponenziale. Lasciato libero di correre, il virus mica aumenta in maniera costante, ma più passa il tempo, più accelera.
Per farmi capire, pensa a una famiglia che fa 2 figli. Ogni figlio fa 2 figli. Ognuno di questi 2 figli ne fa altri 2. E così via. Capirai che ogni generazione i numeri aumentano sempre più.
Si chiude perchè in inverno NON BASTANO le raccomandazioni o la prudenza.
Innanzitutto perchè non abbiamo tutti la stessa attenzione a tenerci sollevata la mascherina, a disinfettarla, a comprarne di nuove, a mantenere le distanze o a non uscire mettendoci in condizioni di pericolo.
Inoltre le mascherine non sono strutture antinucleari che impediscono al 100% di far passare il virus (se lo fossero non potresti nemmeno respirare) quindi c'è sempre la probabilità di infettarti (lo stesso che accade, facendo un'analogia, con i rapporti sessuali: l'unico vero metodo per non avere figli è l'astinenza). Su grandi numeri, se il 10% delle volte le mascherine non funzionano, avrai che su 60 milioni di italiani ben 6 milioni sono esposti. Paragone molto stupido e improprio.
Terzo, ci sono occasioni rischiose cui non possiamo sottrarci: lavoro, scuola, e soprattutto la famiglia. In famiglia poi abbassiamo del tutto le difese.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ecco, mi chiedo quando potremo tornare a "conoscere" e "concludere" un incontro, perché oggi il problema è anche quello. E senza entrare troppo nel triviale insomma è necessario anche quello, non è che possiamo continuare così perché poi si diventa ciechi.
A parte le battute da caserma un contatto umano e perché no sessuale non è che lo possiamo reprimere ancora a lungo. Almeno personalmente.
Dicembre 1996: la perfezione
Febbraio 2012: l'apoteosi
Febbraio 2018: la sorpresa
commento Lab24 ai dati odierni.
Grassetti miei.
Si chiude oggi la nostra settimana epidemiologica, e domani vedremo in dettaglio l’evoluzione dell’epidemia nel periodo 27 febbraio - 5 marzo. Segnaliamo intanto i valori di Rt relativi all’Italia e alle principali Regioni colpite da un rialzo del contagio: useremo il metodo istantaneo Kohlberg-Neyman (KN) standard, che risente meno delle oscillazioni che si manifestano nel breve periodo rispetto al metodo KN modificato che interpreta meglio le dinamiche di medio periodo. Alla sera del 4 marzo l’Rt nazionale era 1.14; leggermente più basso il valore del Veneto (1.11); in linea con quello nazionale il dato della Campania (1.14); più elevato l’Rt di Lombardia ed Emilia Romagna (1.18). Due rapide notizie, una cattiva e una buona. La variante inglese del Sars-CoV-2 ci costringerà probabilmente a rivedere la distanza minima di sicurezza tra due persone prive di protezioni individuali (mascherine) che da un metro potrebbe salire a due. Il motivo non risiede in una maggiore capacità del virus di viaggiare nell’aria, ma di legarsi ai recettori presenti sulla superficie delle nostre cellule. Un elemento che, come appare ormai certo abbinato a una maggiore carica virale, porta a una conseguenza che cerchiamo di spiegare semplificando al massimo (sacrificando la scientificità a favore della comprensione): la quantità di droplet che arrivava a due metri di distanza conteneva pochissimo virus del ceppo originario di Wuhan, meno efficiente nel legarsi alle nostre cellule. La quantità di droplet che arriva a due metri di distanza è sempre la stessa, ma contiene una maggiore quantità del virus con la variante inglese (sembra che la stessa cosa valga anche per le varianti sudafricana e brasiliana) perché i soggetti positivi sono caratterizzati da una maggiore carica virale. A questo si aggiunge, come abbiamo visto, una maggiore “abilità” nell’attaccarsi ai recettori cellulari. Una differenza sostanziale, che potrebbe costringerci a dilatare la distanza di sicurezza. La buona notizia arriva dal fronte dei vaccini: con il procedere degli studi in corso il vaccino AstraZeneca, la cui efficacia ha suscitato dubbi in molti non addetti ai lavori perché inferiore a quella di altri, si sta dimostrando il migliore in assoluto (efficacia del 100%) nel prevenire le forme gravi della malattia. Come abbiamo ricordato anche nel recente passato si tratterebbe comunque di un risultato importantissimo: in grado di trasformare una patologia grave in un disagio transitorio e con bassissimo rischio per la nostra salute. Diventa ancora più importante, alla luce di questi dati, procedere il più rapidamente possibile con la campagna vaccinale: dopo aver messo in sicurezza le categorie a rischio (operatori sanitari e soggetti più deboli per particolari condizioni di rischio) sarebbe però preferibile procedere per fasce di età piuttosto che per categorie professionali. Il rischio di sviluppare forma gravi di Covid-19, e di arrivare al decesso, cresce infatti in modo costante all’aumentare dell’età. Con un punto di svolta collocato, in modo molto chiaro, intorno ai 50 anni: età sotto la quale, alla data del 1° marzo scorso (dati Iss) si erano verificati 1.055 decessi (1,09% del totale). Percentuale che, considerando i decessi (254) al di sotto dei 40 anni, crolla ulteriormente allo 0,26%. (M.T.I.)
Segnalibri