Io invece non riesco a non paragonare il Ticino alla Lombardia.
E non riesco a digerire l’assurdità tutta italiana delle mascherine all’aperto, dei nidi e materne chiuse, etc
Curiosità : età media dei morti? Focolaio in una rsa, magari non ancora vaccinata?
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Mi sembra di essere un luminare ma figurati se lo sono, però ho detto a Ottobre che i calcoli sull'Rt a 1.0 quando hai 5.000 contagi ha un senso (in negativo) mentre averne uno a 1.5 quando ne hai 50 è tutt'altra cosa (non così tanto negativo)...toccava arrivarci 6 mesi dopo?!?! Boh, son basito.
E poi su AstraZeneca hanno praticamente scritto quello che ho detto numericamente io 3gg fa..
Ultima modifica di Simotgl; 15/03/2021 alle 00:34
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
Video che sembra molto interessante per valutare la possibile differenza pratica tra ffp2 e mascherine in stoffa...meno male che erano efficaci le seconde...
Covid, un video eccezionale mostra come restano nell'aria le droplet che trasportano il virus | Euronews
Giusto, sta di fatto che sembra che nemmeno la zona arancione sortisca più effetti benefici sulla diffusione, infatti siam finiti praticamente quasi tutti in zona rossa con misure ancor più rafforzate, sia per una parte di comportamenti che non vengono più tenuti, sia per la maggior contagiosità delle varianti e della minor efficacia di test e 40ene.
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
Nessun morto in RSA, non conosco l’età media, ma di certo c’è una 44enne (maestra elementare) e un 56enne.
ho degli zii a Bulach(Svizzera) che non vedono i nipotini da quasi un anno. Inoltre mi dicono che li i bambini alle 19.30 max devono essere a nanna. I genitori con figli la sera non hanno vita sociale, quindi a loro ad es. un coprifuoco alle 22.00 non ha senso. Ripeto, i paragoni tra culture diverse non hanno senso.
Ultima modifica di Pigio; 15/03/2021 alle 00:49
dati live: http://www.meteosanteramo.com/Liveiphone6.asp
(Befana 2017 indimenticabile, oltre 1mt di neve in 24h)
Perchè non abbiamo abbastanza tamponi molecolari forse.
Su quest'articolo di 3 settimane fa del "The Lancet" è scritto che non si dovrebbe mai abbandonare l'uso dei tamponi molecolari, salvo in caso di epidemia diffusa che non consente di soddisfare tutte le richieste.
https://www.thelancet.com/journals/l...048-7/fulltext
I test hanno una sensibilità come minimo (in teoria) dell'80%, il che significa che possono dare teoricamente fino al 20% di falsi negativi.
E più la popolazione di riferimento aumenta, più aumenta il numero di falsi negativi al tampone rapido.
La specificità invece resta molto alta, per cui se tu non hai il virus (ovviamente non puoi saperlo) e risulti negativo hai il 95-99% di probabilità che sia così effettivamente.
Su 150 persone nella tua azienda ciò significa che presumibilmente è stato beccato solo l'80-90% dei positivi. Se questi sono stati 3, significa che non è stato individuato almeno 1 positivo.
La ricerca suggerisce di combinare, se ci si affida ai tamponi rapidi, questi ultimi con i sierologici.
@Lou_Vall
Ulteriore riprova che l'informazione locale sa essere MOLTO migliore di quella nazionale.
Quest'articolo proviene dal giornale di Brindisi (Brindisireport) ed è stato scritto da uno statistico, ed ecco che anche lui si è accorto dei tamponi rapidi.
Riporto:
Per quanto riguarda le possibili cause di questo preannunciato inasprimento, sarebbe da soffermarsi su un aspetto forse spesso taciuto e che, invece, andrebbe attentamente valutato. Riguarda i tamponi rapidi dei quali, dal 15 gennaio scorso, è stato consentito l’uso, in forma alternativa ai tamponi molecolari. Ad ascoltare gli esperti, i tamponi rapidi di ultima generazione garantirebbero una resa quasi equiparabile a quelli molecolari, anche in fase di diagnosi. Tuttavia, a parte che non si sa quali tipi di tamponi rapidi vengano effettivamente utilizzati, non darei per scontato che i risultati ottenibili con il loro uso siano del tutto simili a quelli conseguibili con i tamponi molecolari.
Almeno qualche dubbio sorge se, ad esempio, si analizza l’andamento del tasso di positività diagnostica al variare della percentuale di tamponi rapidi giornalmente utilizzati (grafico n. 3). Ebbene appare evidente che al crescere della quota di tamponi rapidi, diminuisce il tasso di positività diagnostica, e viceversa. E questo avviene in maniera sistematica.
Ne consegue che il numero dei positivi decresce in quei periodi in cui sono usati quantità maggiori di tamponi rapidi ed aumenta, invece, quando se ne usano percentuali inferiori. In altre parole questo sta a significare che ai tamponi rapidi sfugge normalmente una quota non banale di positivi che, invece di essere intercettati, sono così lasciati a disposizione del virus per diffondere l’epidemia. Circostanza questa non certo di poco conto se si ricorda che, con i valori attuali di Rt, i contagi tendono a decuplicarsi in breve tempo e che, quindi ogni positivo sfuggito al controllo ne crea 10 nel giro di tre passaggi.
C’è a questo punto da chiedersi se l’attuale recrudescenza del virus non sia stata in buona parte causata da un uso troppo diffuso di tamponi rapidi, magari neppure di terza generazione. E se, pertanto, non sia il caso di regolamentarne in maniera più rigida l’uso.
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