Originariamente Scritto da
Simotgl
Questo dovrebbe insegnare che puoi fare tutti i protocolli che vuoi, anche ben efficaci, ma se poi uno/due soggetti non
li rispettano in un'occasione degenera tutto.
E da noi, in Italia, siamo al livello che oltre ai soggetti che lavorano oppure ai clienti, si aggiungono tanti proprietari di aziende o esercizi commerciali o ristoranti che non
li rispettano (o perché impraticabili o perché non vogliono attenersi alle regole).
Quindi, come a livello economico il problema è che non abbiamo i soldi per adeguati sussidi, a livello pratico il problema è che abbiamo una piccola parte che non rispetta i protocolli perché non abbiamo modo di fare n-mila controlli.
Sta di fatto che, per esempio nel caso in questione nella azienda di @
verza81, attenendosi ai protocolli per mesi e mesi può andarti bene, ma poi basta uno che in un occasione sfigata non rispetta una regola e ti parte un focolaio....
Quindi hai voglia a fare n-mila protocolli per tenere aperti n-mila tipologie di esercizi/attività, finisce che questi casi si moltiplicano n-mila volte e la diffusione non cala e anzi aumenta. Dunque con già alta diffusione è inevitabile dover limitare gli n-mila esercizi aperti a n-decine tipi di attività (le meno rischiose) per limitare eventuali casi a n-decine.
Poi possiamo discutere sul fatto che chiudi da una parte e poi i frequentatori si ritrovano altrove, ma lì lo stato non può arrivare e sta tutto alla responsabilità della gente, ergo...siamo abbastanza fottuti.
Casi di feste di laurea private, bar che aprono sul retro o gente che si ritrova in casa di altri, post-vaccino party in ospedale, compleanni tra bambini fatti
cmq, ecc...
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