Originariamente Scritto da
barry
Lab24 sulla stagione influenzale
L'ipotesi 2 nelle conclusioni è interessante anche se mi sembra ancora presto per trarre conclusioni, visto che le misure anti-covid hanno sicuramente un ruolo molto importante.
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È interessante, a inizio aprile, fare un punto sull’epidemia influenzale: che proprio in questo periodo dello scorso anno chiudeva la stagione epidemica 2019/2020 con un’incidenza di 1,7 casi segnalati per 1.000 assistiti. Dodici mesi dopo, a pari data, la rete nazionale dei medici sentinella (con l’eccezione di quelli in Calabria e Sardegna dove l’attività di monitoraggio non è stata avviata) segnala 1,2 casi per 1.000 assistiti: il valore si mantiene al di sotto della soglia basale in tutte le Regioni italiane che hanno attivato la sorveglianza. Per quanto riguarda il numero totale dei casi diagnosticati al termine della 12esima settimana del 2021 e calcolati da inizio rilevazione (ottobre 2020) sono stati finora rilevati 2.229.900 pazienti colpiti da sindromi simil-influenzali: una definizione mai corretta come per la stagione in corso perché, come si legge nel Bollettino di sorveglianza virologica, “la stagione è stata caratterizzata dalla totale assenza di virus influenzali sul territorio nazionale”. In termini più semplici, le diagnosi cliniche hanno rilevato sintomi sovrapponibili a quelli dell’influenza, ma non riconducibili al virus influenzale. Su un totale di 5.509 campioni clinici inviati ai laboratori per l’identificazione, nessuno è risultato positivo a ceppi di tipo A o B; 1.185 di questi, invece, sono risultati positivi al Sars-CoV-2. Come abbiamo avuto modo di sottolineare nelle scorse settimane la circolazione del virus influenzale è stata ridotta a livelli bassissimi in tutte le zone di monitoraggio a livello mondiale, con valori che negli altri anni venivano riscontrati nel periodo inter-stagionale (quando di fatto l’epidemia veniva considerata conclusa e si attendeva la manifestazione dell’anno successivo). Nel periodo compreso tra l’1 e il 14 marzo 2021, su 291.427 campioni clinici analizzati dalla rete mondiale WHO-GISRS solo 375 contenevano virus influenzale. Una situazione inattesa, in queste proporzioni, che può essere spiegata in due diversi modi:
1) Le misure di contrasto alla Covid-19 hanno avuto particolare efficacia contro il virus influenzale, eliminandolo di fatto dalla circolazione se non in casi sporadici.
2) Il Sars-CoV-2 ha un meccanismo di azione che contrasta quello del virus influenzale, prevalendo su di esso e impedendogli di raggiungere in modo efficiente le cellule bersaglio. Al momento non ci sono conferme ufficiali in tal senso, ma se questa ipotesi trovasse conferma potremmo essere di fronte a un evento storico dal punto del vista dell’epidemiologia: la sostituzione di un virus stagionale con un altro, che al momento non sappiamo però se destinato ad assumere le stesse caratteristiche di stagionalità o ad essere eradicato nel giro di qualche anno grazie alle campagne vaccinali in corso. (M.T.I.)
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