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Discussione: Nuovo Virus Cinese

  1. #92031
    Brezza leggera L'avatar di alexeia
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da simo89 Visualizza Messaggio
    A me il tuo sembra un ragionamento al limite dell'ossessività...cioè se non c'è pericolo, perchè mi devo preoccupare di azioni che, fatte prima, non portavano nessun problema?

    Non ci ha fatto bene questa pandemia, per niente proprio
    Premetto: io credo proprio che non ci penserò più e non riuscirò a stare attenta a tutte quelle cose lì che dicevo.
    Però prima, tutte queste azioni diciamo "a rischio", probabilmente erano la causa dei soliti raffreddori, influenzine, mal di gola passeggeri etc. etc, quindi si soprassedeva, tanto non muore nessuno, letteralmente.
    Ora invece abbiamo a che fare con un patogeno potenzialmente aggressivo, di cui non siamo in grado - e si è abbondantemente visto - di prevedere gli sviluppi. In questo senso, dico che il governo e le sue grancasse giornalistiche stanno cercando di mettere le mani avanti e aperte le stalle, riuscire in qualche modo a frenare i buoi.

  2. #92032
    Brezza leggera L'avatar di alexeia
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da jack9 Visualizza Messaggio
    vale lo stesso, lo fanno perché sono impuniti, anche dal datore di lavoro che in Italia non si può permettere di fare niente nei confronti del lavoratore che è intoccabile anche quando è nel torto marcio.
    è sempre un concorso di colpa, fermo restando che io di colleghi ne ho più di 60 e da un anno e mezzo queste cose non esistono anzi, se si presenta qualcuno con qualche sintomo (anche un banale mal di testa persistente) viene mandato a casa e forzato a stare a casa almeno una settimana se non vuole sottoporsi al tampone, grazie al cielo.
    Forse adeso l'hanno capita, e inizieranno a pensarci. Ma sino a gennaio dello scorso anno, nel pubblico non era proprio così. Da Brunetta in poi, si era aperta la caccia a chi si metteva in malattia, e molti medici evitavano il più possibile di dare giorni a casa, perchè avevano paura dei controlli. A me è capitato più di una vita di discutere col medico su questo punto; ma non sono l'unica nel mio ufficio. Se dall'alto la parola d'ordine è "guerra a chi si assenta" e "sicuramente se non ci sei sei un furbetto in vacanza" da perseguire, le persone non hanno molta scelta nel comportarsi. Nel privato poi nei settori in cui vige un più o meno dichiarato precariato, figuriamoci... I lavoratori si comportano di riflesso all'ambiente e ai datori di lavoro, non dimentichiamocelo. E il diritto alla malattia, ormai si è perso per strada. Se ti trovi a dover prendere ferie per stare a casa malato, a quel punto mandi tutti affan... e vai in ufficio, cercando di collaborare il più strettamente e ravvicinatamente possibile col dirigente...

  3. #92033
    Brezza tesa L'avatar di Musoita
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Ma infatti, come è finita la storia delle monoclonali?
    Già un anno fa se ne parlava come se fossero la svolta, la vera cura contro il Covid, l'avevan strombazzato a destra e a manca.. e alla fine? Tutto finito?
    Purtroppo praticamente inutilizzabili nel contesto attuale.
    Se ne farebbero 100 al giorno(normalmente posto dati accurati frutto di una quasi sicurezza o da fonti certe, tralascio il 99% dei rumor che conosco, mentre in questo caso lo ammetto il numero è frutto di una sommaria ricerca incrociando piu fonti e fidandomi di una in particolare) i farmaci autorizzati sono 2 il Bamlanivimab che costa 1090 euro e il Regeneron che mi sembra stia sui 3000 ad infusione. Si parlerebbe di una spesa ipotetica 150k al giorno,5 milioni di euro circa al mese.

    Mi fa riflettere invece questo: 17 Novembre 2020:
    L’anticorpo monoclonale fatto in Italia che noi non usiamo. Prodotto a Latina, poteva curare (gratis) 10mila malati. I burocrati lo lasciano agli Usa

    Diecimila italiani potevano guarire subito, come tanti Donald Trump. Invece, aspettando un vaccino, l’Italia va incontro alla terza ondata Covid senza terapie a base di anticorpi monoclonali, quelli che in tre giorni neutralizzano il virus evitando il ricovero. Da uno stabilimento di Latina in realtà escono furgoni carichi di questi farmaci, ma sono destinati a salvare pazienti americani, non gli italiani. Ai quali, per altro, erano stati offerti a titolo gratuito già due mesi fa. È il paradosso di una storia che ha pesanti risvolti sanitari, politici ed etici. “Abbiamo ‘pallottole’ specifiche contro il virus. Possono salvare migliaia di pazienti, evitare ricoveri e contagi, ma decidiamo di non spararle. Non si spiega”, ripete da giorni Massimo Clementi, virologo del San Raffaele di Milano.


    Racconta che i colleghi negli Stati Uniti da alcune settimane somministrano gli anticorpi neutralizzanti come terapia e profilassi per malati Covid. La stessa cura che ha salvato la vita a Donald Trump in pochi giorni, nonostante l’età e il sovrappeso: “Dopo 2-3 giorni guariscono senza effetti collaterali apparenti”. Il tutto a 1000 euro circa per un trattamento completo, contro gli 850 euro di un ricovero giornaliero.
    Gli Stati Uniti ne hanno acquistato 950mila dosi, seguiti da Canada e – notizia di ieri – Germania. Non l’Italia, dove si producono. Il nostro Paese ha investito su un monoclonale made in Italy promettente ma disponibile solo fra 4-6 mesi. Scienziati molto pragmatici si chiedono perché, nel frattempo, non si usino i farmaci che già si dimostrano efficaci altrove: fin da ottobre – si scopre ora – era stata data all’Italia la possibilità di usare questi anticorpi attraverso un cosiddetto “trial clinico”, nel quale 10mila dosi del farmaco sarebbero state proposte a titolo a gratuito. Una mano dal cielo misteriosamente respinta mentre il Paese precipitava nella seconda ondata.


    l farmaco – bamlanivimab o Cov555 – è stato sviluppato dalla multinazionale americana Eli Lilly. La sua efficacia nel ridurre carica virale, sintomi e rischio di ricovero è dimostrata da uno studio di Fase2 randomizzato (la fase 3 è in corso) condotto negli USA. I risultati sono stati illustrati sul prestigioso New England Journal of Medicine. Dall’headquarter di Sesto Fiorentino spiegano che l’anticorpo è stato messo in produzione prima ancora che finisse la sperimentazione perché fosse disponibile su scala globale il prima possibile.
    Dal 9 novembre, quando l’FDA ne ha autorizzato l’uso di emergenza, gli Stati Uniti hanno acquistato quasi un milione di dosi. In Europa si aspetta il via libera dell’Ema che non autorizza medicinali in fase di sviluppo. Una direttiva europea del 2001 consente, però, ai singoli Paesi EU di procedere all’acquisto e la Germania ieri ha completato la procedura per autorizzarlo. A breve toccherà all’Ungheria. E l’Italia? Aspetta. Avendo il suo cuore europeo alle porte di Firenze, finito lo studio la società di Indianapolis ha preso contatto con le autorità sanitarie e politiche nazionali, anche italiane. Il 29 ottobre riunione con l’Aifa: collegati, tra gli altri, Gianni Rezza per il Ministero della Salute; Giuseppe Ippolito del Cts e direttore dello Spallanzani di Roma; il professor Guido Silvestri, virologo alla Emory University di Atlanta che aveva favorito il contatto con Eli Lilly. Sul tavolo, la possibilità di avviare in Italia la sperimentazione con almeno 10mila dosi gratis del farmaco che negli USA ha dimostrato di ridurre i rischi di ospedalizzazione dal 72 al 90%. In quel contesto viene anche chiarito che non sarebbe stato un favore alla multinazionale, al contrario: una volta che l’FDA l’avesse autorizzato, sarebbero partite richieste da altri Paesi.

    L’occasione, da cogliere al volo, cade nel vuoto, forse per una rigida adesione alle regole di AIFA ed EMA che non hanno però fermato la rigorosa Germania. Altra ipotesi: l’offerta è stata lasciata cadere per una scelta già fatta a monte. Sui monoclonali da marzo il Governo ha investito 380 milioni per un progetto tutto italiano che fa capo alla fondazione Toscana Life Sciences (TLS), ente non profit di Siena, in collaborazione con lo Spallanzani e diretto dal luminare Rino Rappuoli. La sperimentazione clinica deve ancora partire e la produzione, salvo intoppi, inizierà solo a primavera 2021. A quanto risulta al Fatto, l’operazione con Eli Lilly, che già due mesi fa avrebbe permesso di salvare migliaia di persone, non sarebbe andata in porto per l’atteggiamento critico verso questi anticorpi del direttore dello Spallanzani che lavorerà al progetto senese. “Non so perché sia andata così, dovete chiedere ad AIFA”, taglia corto il direttore Giuseppe Ippolito, negando un conflitto di interessi: “Non prescrivo farmaci, mi occupo solo di scienza”.

    Quando l’FDA autorizza il farmaco, la multinazionale non può più proporre il trial gratuito ma deve attenersi al prezzo della casa madre. Per assurdo, sfumata l’opzione a costo zero, l’Italia esprime una manifestazione ufficiale di interesse all’acquisto. Il negoziato va in scena il 16 novembre alla presenza di Arcuri, del DG dell’Aifa Magrini e del ministro della Salute Speranza. Si parla di prezzo e di dosi ma il negoziato si ferma lì e non va avanti. Neppure quando il sindaco di Firenze torna alla carica. Dario Nardella annuncia ai giornali di aver parlato coi vertici di Eli Lilly e che “se c’è l’ok della Commissione Ue, la distribuzione del farmaco a base di anticorpi monoclonali potrebbe cominciare dopo Natale non solo in Francia, Spagna e Regno Unito ma anche in Italia”. Natale è alle porte e in Italia non c’è traccia di farmaci anticorpali né si ha notizia di una pressione dell’Aifa per sollecitare l’omologa agenzia europea. Come se l’opzione terapeutica per pazienti in lotta col virus, già disponibile altrove, non interessasse.


    L’AIFA e la struttura di Arcuri – sentite dal Fatto – ribadiscono: finché non c’è l’autorizzazione EMA non si va avanti. Di troppa prudenza si può anche morire, rispondono gli scienziati. “Io avrei accelerato”, dice chiaro e tondo il consulente del ministro Walter Ricciardi, presente alla riunione un mese fa: “Con tanti morti e ospedalizzati valutare presto tutte le terapie disponibili è un imperativo etico e morale”. Il virologo Silvestri, che tanto aveva spinto: “Non capisco cosa stia bloccando l’introduzione degli anticorpi di Lilly e/o Regeneron, che qui negli States usiamo con risultati molto incoraggianti”. Ieri sera si è aggiunta anche la voce critica dell’immunologa dell’università di Padova Antonella Viola: “E’ sorprendente questo ritardo, cosa aspettiamo?”.
    Per il professor Clementi, siamo al paradosso. “È importante trovare il miglior farmaco possibile, ma non possiamo scartare a priori una possibilità terapeutica che altrove salva le persone. Una fiala costa poco più di un giorno di ricovero e ogni risorsa che risparmi la puoi usare per altro. Tenere nel fodero un’arma che si dimostra decisiva è incomprensibile. Da qui, la mia sollecitazione all’AIFA”.
    Certo, una soluzione al 100% italiana garantirebbe autosufficienza e prelazione nell’approvvigionamento. Da Sesto Fiorentino, però, rispondono che il loro farmaco, oltre ai benefici in termini di salute e risparmio, avrebbe avuto anche ricadute economiche per l’Italia: nella produzione è coinvolto un fornitore italiano, la Latina BSP Pharmaceutical. “Se andrà bene potremmo distribuirlo non solo negli Usa ma anche in Italia”, esultava a marzo il titolare dell’impresa pontina, Aldo Braca. Nove mesi dopo dallo stabilimento di Latina esce il farmaco più promettente contro il Covid. Ma va soltanto all’estero.



  4. #92034
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da verza81 Visualizza Messaggio
    Ripeto,lo ha detto quante settimane fa per fine aprile?
    Vedrai che sbaglierà di una settimana, ampiamente tollerabile a parer mio


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    Il 23 Aprile prometteva 500k dosi per il 29 Aprile giorno dello stress test finale. Vedremo anche se una mia idea me la sono fatta.

  5. #92035
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Ma Bolzano non smette mai di aumentare? Ha un che di tragicomico la cosa, visto che dovrebbe avere un 13-14% di popolazione positiva ufficialmente, e figuriamoci il sommerso (e arriviamo ad almeno un 20-25% includendolo).
    Bolzano ha visto un calo enorme nelle scorse settimane, passando dall'essere la provincia con l'incidenza più alta ad una di quelle con l'incidenza più bassa. In particolare ha regolarmente un tasso di positività bassissimo dato che fanno molti test rapidi, come le regioni confinanti dell'Austria.
    Un rimbalzo ci sta, vedremo se si tratterà di un trend anche se le vaccinazioni stanno procedendo spedite.
    "In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."

  6. #92036
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da wtrentino Visualizza Messaggio
    Per forza, al di fuori dei centri principali che sono maggiormente controllati fanno quel cacchio che gli pare.

    Comunque considera che fanno una marea di tamponi.
    Ma non solo per i controlli, ma proprio per una certa “mentalità “...


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  7. #92037
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Che cosa può succedere di qui al 15 luglio con le prime riaperture di ieri è contenuto in un modello statistico elaborato da Stefano Merler, il matematico-epidemiologo della Fondazione Bruno Kessler che fa i conti per l’Istituto superiore di Sanità e il ministero della Salute da febbraio 2020 (e li ha azzeccati tutti). Lo studio mai reso pubblico dal governo, ma che il Corriere ha potuto analizzare nei dettagli, è stato presentato il 16 aprile al Cts ed è stato determinante — dicono da Palazzo Chigi — per frenare le riaperture considerate troppo rischiose chieste dal leader della Lega Matteo Salvini.

    L’ultimo Rt rilevato sui casi sintomatici, riferito al periodo tra il 31 marzo e il 13 aprile, è di 0,81. È la base di partenza. Nelle proiezioni ci sono solo calcoli, nulla viene detto su cosa riaprire e cosa no. Scelte che spettano al governo guidato da Mario Draghi. Sul tavolo ci sono delle ipotesi. Se l’Rt ricresce a 1, cosa più che probabile a seguito delle riaperture, di qui al 15 luglio — secondo le previsioni di Merler — dovremmo continuare a fare i conti con 200/300 morti circa al giorno. Se sale a 1,1 il rischio è di un aumento costante dei decessi fino ad arrivare a metà luglio a 600 al giorno (300 al 24 giugno). A 1,25 il disastro: fino a 1.200/1.300 vittime al giorno. Ovviamente tutto ciò vale senza misure di restrizioni aggiuntive. Per semplificare in uno scenario di «liberi tutti».


    Altra simulazione illustrata da Merler. Se il riavvio fosse stato rimandato al 12 maggio i decessi giornalieri avrebbero potuto essere la metà: 100. Il motivo? Ritardare di due settimane la ripartenza avrebbe voluto dire aprire con un numero di casi giornalieri decisamente inferiore a quello attuale. È la cosiddetta incidenza, che trascina con sé inevitabilmente una percentuale di morti. L’ultimo report del Cts, aggiornato al 18 aprile, conta 157 casi a settimana ogni 100 mila abitanti. Perché l’epidemia sia sotto controllo bisogna arrivare a 50. Senza riaperture, che incidono sull’innalzamento della curva di infezioni, tra 15 giorni avremmo potuto scendere un bel po’. In questo caso, sempre con un Rt a 1, cioè con un infetto che ne contagia un altro, avremmo avuto un numero di partenza di contagi più basso. Con l’ovvia conseguenza di un minor numero di morti in prospettiva. Sempre al 15 luglio, con un Rt all’1,1, sarebbero stati 200. Mentre con un Rt a 1,25 sarebbero stati comunque diverse centinaia.

    Adesso c’è un po’ di margine. Ma è minimo. Non possiamo fare crescere l’Rt sopra l’1 e partiamo già da 0,81. Dunque, il tesoretto che abbiamo, secondo l’analisi di Merler, è di 0,2. E un po’ ce lo siamo già giocati, come mostrano le slide mostrate al Cts, con il riavvio della scuola in presenza. Certo proprio sulla scorta dei calcoli di Merler, l’alternativa — che non sarebbe dispiaciuta ad alcuni esponenti del Cts — avrebbe potuto essere quella di riaprire a maggio con un’incidenza più bassa. Il timore è che essendo elevata, la curva dei contagi possa ricrescere in fretta, costringendo a nuove chiusure. Ma qui sono entrate in campo le scelte politiche. Il «rischio calcolato» invocato da Mario Draghi.

    I conti di Merler tengono conto dell’abbassamento della letalità del virus indotto dalle vaccinazioni. Grazie ai vaccini il Covid sta già uccidendo meno e a un certo punto diventerà paragonabile all’influenza stagionale, passando cioè dagli undici decessi su mille infetti, a uno. Una prima data ipotizzata dall’Ispi in questo senso è stata il 25 giugno. Ma tutto è legato al ritmo con cui procede la campagna vaccinale e, soprattutto, a chi viene immunizzato: vanno protetti prima i fragili. Palazzo Chigi, con il generale Francesco Figliuolo, conta di accelerare ancora sulle vaccinazioni, arrivando a proteggere al 25 maggio l’80% dei fragili. E le riaperture saranno graduali. Al di là dei conti, la consapevolezza del Cts è che adesso molto dipenderà dai comportamenti individuali. Altrimenti non resterà che richiudere.


  8. #92038
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da nevearoma Visualizza Messaggio
    Non so, non la ridurrei così tanto alle varianti.

    I paesi del sud-est asiatico come Thailandia o Cambogia finora se la sono cavata tenendo i confini chiusi e reagendo immediatamente a qualsiasi focolaio. Però può capitare che la cosa inizi a sfuggire di mano, come è successo in paesi che avevano adottato strategie simili in passato - Melbourne ad agosto, l'Europa dell'est in autunno, l'Uruguay a dicembre-gennaio o la Mongolia poco dopo...le varianti sicuramente giocano un ruolo ma è comunque qualcosa che può accadere anche senza varianti.
    In più il SE asiatico e il subcontinente indiano, come scrivi, stanno vivendo la loro stagione peggiore e mentre l'anno scorso nello stesso periodo avevano frontiere chiusissime e una circolazione virale praticamente inesistente quest'anno l'ondata partita dall'India si è espansa gradualmente verso est. Si tratta comunque di paesi dove le condizioni socioeconomiche favoriscono una diffusione rapida e incontrollata, e anche numeri relativamente bassi possono apparire "sconvolgenti" in un grafico visto che finora sono stati pressoché covid-free.
    Sarà interessante nei prossimi giorni vedere i dati di paesi come Vietnam e Malaysia; il primo per ora non registra ancora nuovi casi comunitari, il secondo ha una crescita non esplosiva e non differente da quella dell'ondata precedente. E' anche interessante il caso del Bangladesh dove l'ondata sembra essere in fase calante, o del Pakistan dove la crescita è forte ma non estrema come in India.
    Non sono l'unico fattore, ma è un fattore importante. Non sono inarrestabili, lo vediamo anche qui, ma possono innescare dinamiche molto diverse da quelle precedenti. Ovunque si siano diffuse hanno prodotto una discontinuità più o meno marcata, anche in posti dove la stagionalità non dovrebbe essere così avversa come il Giappone.

    Poi ogni Paese ha le sue specificità, ovviamente se il Vietnam riuscirà a tenerle fuori non succederà niente lì, mentre il Bangladesh aveva già una significativa immunità naturale dovuta alla prima ondata, almeno nelle grandi città come Dacca dove era stata rilevata una sieroprevalenza molto alta. Le varianti sono arrivate presto e hanno prodotto una ondata piuttosto forte ma sembra di breve durata, coerentemente con l'ipotesi di una sieroprevalenza elevata.
    Ultima modifica di snowaholic; 27/04/2021 alle 09:54

  9. #92039
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da alexeia Visualizza Messaggio
    Forse adeso l'hanno capita, e inizieranno a pensarci. Ma sino a gennaio dello scorso anno, nel pubblico non era proprio così. Da Brunetta in poi, si era aperta la caccia a chi si metteva in malattia, e molti medici evitavano il più possibile di dare giorni a casa, perchè avevano paura dei controlli. A me è capitato più di una vita di discutere col medico su questo punto; ma non sono l'unica nel mio ufficio. Se dall'alto la parola d'ordine è "guerra a chi si assenta" e "sicuramente se non ci sei sei un furbetto in vacanza" da perseguire, le persone non hanno molta scelta nel comportarsi. Nel privato poi nei settori in cui vige un più o meno dichiarato precariato, figuriamoci... I lavoratori si comportano di riflesso all'ambiente e ai datori di lavoro, non dimentichiamocelo. E il diritto alla malattia, ormai si è perso per strada. Se ti trovi a dover prendere ferie per stare a casa malato, a quel punto mandi tutti affan... e vai in ufficio, cercando di collaborare il più strettamente e ravvicinatamente possibile col dirigente...
    Adesso nn generalizziamo Perchè tutta questa produttività la vedo in pochi casi. vabbbè problemi del sud e dei politici in particolare anche al nord.
    cmq se seguire 4 regole fesse in croce tra cui lavarsi le mani e nn mettersele in bocca (cosa che prima facevo) ti salva dai malanni io continuerò a farlo. oltre a disinfettare ogni giorno cell e telecomandi.

  10. #92040
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da galinsog@ Visualizza Messaggio
    Ma certamente e mi spingo a dire che se il messaggio pubblicitario è: "Mi prendo il farmaco, così mi passano i sintomi, sia Covid o qualsiasi altra cosa e così vado a lavorare" è un messaggio profondamente diseducativo, lo era ai tempi in cui circolava "solo" quella "banalità" che si chiama epidemia stagionale da virus influenzale... ma sai com'è qualche anno fa un mio "collega-eroe" è svenuto in ufficio dopo che per due giorni era venuto al lavoro con febbre >39°C per cui ormai mi sono rassegnato...
    Che lavoro fate?

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