Banalmente si considera la gravidanza potenziale un rischio enormemente superiore a ogni altro rischio legato all'assunzione della pillola.
Il preservativo, nel suo uso reale che ne fa la maggioranza della gente, ha un tasso di fallimento quasi pari al coito interrotto (20% vs 25%). La pillola ha un "tasso di fallimento" del 9% nell'uso reale, molto inferiore a quello del semplice preservativo.
Si dovrebbe insegnare ad usare con molta attenzione il preservativo, perchè il suo uso perfetto espone a un rischio di gravidanza bassissimo (3% annuo). Curiosamente anche il coito interrotto ha lo stesso tasso di gravidanze annue in caso di uso perfetto (4%). Come metodi si equivalgono abbastanza sotto questi punti di vista.
PS: Definisco "tasso di fallimento" il numero di gravidanze annue in 100 coppie che usano quel metodo contraccettivo.
PPS: Alcune donne prendono comunque la pillola a scopo terapeutico per l'ovaio policistico, in questo caso il beneficio di adoperarla supera i rischi perchè credo sia la terapia migliore.
Lou soulei nais per tuchi
Certo escludevo i casi in cui è consigliata per problemi legati a patologie ecc. Lì è giusto assolutamente.
Ma il punto è proprio questo, per usare correttamente il preservativo da parte dell'uomo ci vuole meno scienza dell'assunzione corretta della pillola da parte della donna e il preservativo protegge dalle std (uomo e donna).
Se ci pensi bene il rapporto costi/benefici in chi non ha necessità terapeutiche, considerando l'utilizzo del preservativo in alternativa, è sfavorevole.
Il vero problema è che i maschi non lo vogliono usare il preservativo e magari molti sono impediti che non riescono, e in quel caso a maggior ragione meglio che venga impedito loro di riprodursi rendendogli impossibile l'accoppiamento, così si elimina anche quel 9% di tasso di fallimento della pillola, e stiamo sicuri
Io tra le tante battaglie da parte delle donne ci metterei pure questa. Usate il preservativo
Non è che sono in lockdown eh. E me lo dicono anche gli amici che lavorano làLa decisione, sottoscritta da esponenti di spicco del governo, implica tra le altre cose che i locali notturni resteranno chiusi e che la gente sarà incoraggiata a continuare il lavoro a distanza dove possibile
Ma cosa chiuso?!
Che sono aperti i pub, i ristoranti, non c'è coprifuoco, la gente è tornata allo stadio, girano senza mascherina ed è obbligatoria solo in alcuni luoghi, neanche tutti quelli al chiuso.....
Hanno fatto un piano di riaperture e lo hanno rispettato per 5/6, ora ritardano l'ultimo passo delle riaperture in attesa di capire la minaccia della variante Delta, sequenziando tutto e sorvegliando....da un eccesso di prudenza torniamo a parlare di "non ne usciamo più"?!?! E' stato detto fin dall'inizio, da Dicembre, che seppur avessimo vaccinato tutti non era scontato che saremmo tornati automaticamente e senza alcun scrupolo alla vita pre-2020. Adesso ritardano qualche riapertura di un mese in un altro paese e sembra che ci sia stato detto a noi qui che torneremo a un lockdown stile marzo 2020...
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
Pubblicati su Lancet i risultati sugli studi della variante Delta
Variante Delta, lo studio su Lancet: "Due dosi di vaccino efficaci nel ridurre il rischio di infezione" - Il Fatto Quotidiano
Il vaccino Pfizer-Biontech fornisce contro questa variante una protezione del 79%, rispetto al 92% di protezione con la variante inglese. Per il vaccino Oxford-AstraZeneca, invece, è stata rilevata una protezione del 60% contro le infezioni dovute alla variante indiana, rispetto al 73% della variante inglese
La variante Delta – che sta creando allerta in Uk e in Europa – riduce del 13% l’efficacia dei vaccini, ma due dosi – sia di Astrazeneca che di Biontech-Pfizer – riducono il rischio di infezione. È uno studio su The Lancet pubblicato oggi che arriva a questa conclusione. L’analisi – condotta dall’Università di Edimburgo – ricorda in premessa che il rischio di ricovero in ospedale dopo essere rimasti contagiati con la variante Delta (indiana) di Sars Cov 2 è quasi doppio rispetto a quello della variante Alfa (inglese). Ma un completo ciclo vaccinale fornisce comunque contro di essa una forte protezione, sebbene inferiore rispetto alla variante inglese. Lo studio – scrivono gli scienziati – non è in contrasto con quelli pubblicati e resi noti nei giorni scorsi.
Secondo i dati analizzati dai ricercatori la variante indiana è ormai la forma predominante di coronavirus nel Regno Unito e si ritiene che sia al 60% più trasmissibile di quella inglese. Come le precedenti varianti del virus, anche nel caso di quella indiana le persone che corrono più rischi di ospedalizzazione sono quelle con patologie preesistenti. I vaccini, è stato rilevato dagli scienziato, riducono il rischio di ospedalizzazione, ma occorrono 28 giorni dopo la somministrazione della prima dose per riscontrare forti effetti di protezione contro la variante indiana. In particolare, il vaccino Pfizer-Biontech fornisce contro questa variante una protezione del 79%, rispetto al 92% di protezione con la variante inglese. Per il vaccino Oxford-AstraZeneca, invece, è stata rilevata una protezione del 60% contro le infezioni dovute alla variante indiana, rispetto al 73% della variante inglese.
La ricerca riguarda il periodo dal 1 aprile al 6 giugno 2021 della popolazione scozzese. Questi i dettagli che hanno portato i ricercatori alla conclusione. Entro il 1 aprile 2021, il 44,7% aveva ricevuto una dose del vaccino e il 7,6% aveva ricevuto due dosi. Tra le persone di età pari o superiore a 65 anni, le percentuali erano rispettivamente del 91,2% e del 15,9%. Alla fine del periodo di studio cioè il 6 giugno 2021 le percentuali erano ovviamente cambiate: il 59,4% aveva ricevuto una dose e il 39,4% due dosi. In questo arco temporale le proporzioni corrispondenti erano rispettivamente del 91,7% e dell’88,8% per le persone di età pari o superiore a 65 anni. Ebbene nel periodo analizzato ci sono state 19.543 infezioni: tra questi 377 persone sono state ricoverate in ospedale per Covid 19; 7.723 persone (pari al 39,5%) di questi casi e 134 pazienti (pari al 35,5%) ricoverati in ospedale erano positivi al gene S presente nel 99% dei casi di variante Delta. Il 70% dei casi positivi al gene S presi in esame non aveva ricevuto alcuna dose di vaccino. Gli scienziati ricordano anche che la mutazione, che inizialmente era stata chiamata indiana, è stata individuata principalmente nella fascia più giovane della popolazione.
Dagli Usa arriva una dichiarazione di Pfizer che esprime fiducia nell’efficacia nei confronti della variante Delta (B.1. 617. 2) e non pianifica di doverne mettere a punto un composto diverso per immunizzare contro questa mutazione. “Sono soddisfatto, ritengo che il nostro prodotto possa dare la necessaria protezione contro la variante e – ha detto l’amministratore delegato dell’azienda Albert Bourla alla Cbs – che non ci sia bisogno di un vaccino speciale”. Ma l’ad ha anche fatto sapere che l’azienda è pronta a realizzare nuovi vaccini, se emergessero nuove varianti, entro 100 giorni: “Abbiamo sistemi di sorveglianza in Paesi di tutto il mondo – ha osservato Bourla – e non appena una nuova variante del Sars-Cov2 emerge testiamo il comportamento del nostro vaccino nei confronti di queste specifiche mutazioni”. Quanto alla necessità di richiami il top manager ha chiarito che gli studi al riguardo sono in corso. A suo avviso però ci sarà probabilmente bisogno di una terza dose entro 8-12 mesi dalla seconda.
Domanda...da un paio di giorni sta tornando in auge la scelta di scendere nuovamente ai canonici 21 giorni di richiamo con Pfizer e 28 giorni per Moderna.
Secondo voi, c'è possibilità per chi come me ha avuto la prenotazione della seconda dose a 35 giorni con Pfizer di essere chiamato prima o scendere a 21 giorni?
Secondo me no, se ci pensi lo stesso è successo quando hanno allungato a 35 giorni: ciò non è valso per tutti, ma solo per chi riceveva la prima dose dopo il 10 Maggio.
Probabilmente si fisserà una data dopo la quale chi si vaccinerà con la prima dose avrà il richiamo dopo 21 giorni.
Questo a meno che non decidano di anticipare la seconda dose anche per chi dovrebbe riceverla secondo le precedenti normative dopo 35.
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