Pensavo che dopo il macello fatto con gli impianti sciistici a febbraio non avrebbero più fatto provvedimenti tanto folli nella tempistica. Evidentemente la mia (bassa) stima del governo italiano (che nel frattempo è pure cambiato, da buona italica tradizione) era mal riposta anche a questo giro
Completamente d'accordo. Il miglior modo per esporre la propria posizione è essenzialmente porsi in maniera cordiale; senza il rispetto e la temperanza ogni dibattito parte sempre destinato alla lite, è inevitabile
Si vabbé, ma alla fin fine siamo arrivati all'acqua calda. Perché non si è mai detto, preferiamo non pensarlo, ma... la sperimentazione di un qualche preparato da assumere su chi altro vuoi farla? A ben guardare è così su tutto. Prima ti pari il culo mandando avanti gli "eroici volontari", tanto di cappello per questa fascia di cavie umane che si offrono per tutti, ma nessuno pensa che sono quelli che si accollano la sperimentazione per tutti quelli che "eh, no, ma io non lo faccio perché non si sa ancora niente...".
Poi, di fatto, tocca a tutti quelli che usano quel qualcosa di nuova immissione sul mercato.
E' così che magari a distanza di decenni si è scoperto che un certo additivo alimentare aumentava l'incidenza del cancro, o che se si usano gli ormoni per allevare i polli poi ai consumatori crescono le tette. Si immette sul mercato dopo ragionevoli trial su numeri ristretti, e chi ti garantisce contro lo 0,000001 di incidenza di un evento nefasto? Siamo tutti cavie, anche nelle cose più banali.
Anche se è brutto dirlo, e seccante riconoscerlo.
Potrebbe semplicemente dimostrare che gli inglesi credono nel vaccino.
Siccome sono vaccinati, hanno grandemente abbassato la guardia, divenendo i bersagli preferenziali del virus. Adesso che si inizia a capire che comunque occorre stare attenti, il panorama potrebbe cambiare.
Comunque sono dati grezzi, per un'analisi epidemiologica dovresti vedere anche i comportamenti del singolo e valutare su quella base. Dove si sono contagiati? cosa stavano facendo? con che frequenza andavano in quel luogo di contagio?
E' un problema di fondo di questo tipo di analisi, finché lavori con i criceti, li chiudi in gabbia, pesi quello che gli dai da mangiare e quello che cagano, misuri i movimenti e conti quante volte squitticono. Se prendi gli umani, invece, puoi solo sperare che si attengano alle raccomandazioni, ma non saprai mai se una malattia dipende dall'elemento che stai indagando, o magari da altri comportamenti insignificanti che non ti sogni nemmeno di monitorare.
comunque siamo passati in poco tempo da via le mascherine a boom di contagi e pass obbligatorio... mah con ospedali vuoti,e morti quasi azzerati sembra ci volesse la scusa dei contagi (che presi da soli non vogliono dire nulla) per arrivare al green pass,un pass che niente a che vedere con la lotta al virus,mi sembra si voglia arrivare a quella società cinese che mostravano in rai nel 2020 a primavera,dove tutti vivevano come numeri e non persone,dove si vedevano i bambini tutti in fila scannerizzare codici per andare a scuola ecc....che bella società,ah mica sarà la famosa rivoluzione digitale di cui parlavano?
e se così non è allora,bastava mettere un vaccino obbligatorio e una volta fatto tornavamo alla vita di prima,il pass non sarebbe servito a nulla,invece si vede non è quello l'interesse ma il primo detto...
Si, dovrebbe essere protetto.
Però nonostante questo i dati ISS sulle ospedalizzazioni delle ultime settimane sono piuttosto allarmanti, anche se nella categoria "non vaccinati" c'è una quota di immunizzati naturali non evidenziata in quelle statistiche.
Questo da una parte è confortante per chi lo ha già avuto, dall'altra aggrava ancora di più la posizione di chi non lo è, visto che abbiamo quasi il 10% di ospedalizzati sui non vaccinati diagnosticati, nonostante l'età media di 28 anni.
Sicuramente è una percentuale gonfiata dalla presenza di molti casi non diagnosticati, ma sono numeri pesanti in ogni caso.
La metà circa dei giovani adulti che sono risultati positivi al Covid-19 ha manifestato sintomi persistenti per 6 mesi. A rivelarlo un lavoro di ricerca pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Medicine” sul tema del “Long Covid”, termine utilizzato dagli esperti per definire l’insieme dei sintomi fisici, neurologici e psichiatrici riscontrabili in alcuni pazienti contagiati. Il lavoro è stato condotto dai ricercatori dell’Università di Bergen, in Norvegia, che hanno seguito 312 pazienti con età compresa tra i 16 ed i 30 anni, di cui 65 ricoverati in ospedale, isolati a casa e con Covid in forma lieve, nel corso della prima ondata di casi verificatisi proprio nella città situata sulla costa sud-ovest della Norvegia. Covid, le raccomandazioni dei pediatri: “Vaccinare i ragazzi”“La principale scoperta è stata che oltre il 50% dei giovani adulti fino a 30 anni, isolati in casa, ha manifestato ancora sintomi persistenti sei mesi dopo aver contratto la malattia, in forma da lieve a moderata”, ha spiegato la coordinatrice del gruppo di studiosi, la professoressa Nina Langeland, del dipartimento di Scienze Cliniche dell’ateneo norvegese. Gli studiosi, tra l’altro, nel condurre il loro lavoro, hanno confrontato, dopo la risoluzione dell'infezione, i sintomi dei pazienti coinvolti con quelli di altri più gravi. Ne è emerso, appunto, come oltre la metà dei giovani isolati a casa, il 52%, abbia manifestato per almeno sei mesi sintomi di varia natura, da perdita persistente di olfatto e gusto a problemi respiratori, da difficoltà di concentrazione a problemi di memoria e senso di fatica cronica. Tra i risultati riscontrati, i ricercatori hanno potuto comprendere che, al di là dalla gravità dell'infezione, il 61% di tutti i giovani pazienti monitorati ha manifestato, a sei mesi dall'infezione, una serie di sintomi persistenti. Considerando i pazienti isolati a casa, nello specifico, il 13% ha manifestato perdita persistente di olfatto e gusto, un altro 13% problemi cognitivi, l'11% di memoria. L'aspetto più preoccupante, secondo gli esperti, è stata però la fatica persistente, sintomo che con il Covid sembra manifestarsi a livelli ancora più intensi.L’importanza della vaccinazioneNei pazienti Covid non ricoverati, si legge in un comunicato diffuso sul sito dell’ateneo norvegese, proprio il 30% ha manifestato affaticamento cronico, considerato il sintomo più comune. Per quanto riguarda, invece, i giovani di età inferiore ai 16 anni, la maggior parte ha manifestato meno sintomi a lungo termine rispetto ai ragazzi più grandi. Il professor Bjørn Blomberg, docente presso il dipartimento di Scienze Cliniche dell’Università di Bergen e primo autore dell'articolo, ha spiegato, commentando i risultati dello studio, che “i sintomi cognitivi della memoria alterata e delle difficoltà di concentrazione sono particolarmente preoccupanti, soprattutto per i giovani a scuola o all'università e sottolineano l'importanza della vaccinazione per prevenire le implicazioni sulla salute a lungo termine, legata al Covid-19”.
E' fallace il metodo, i due insiemi (vaccinati e non vaccinati) non sono comparabili per dimensione (l'insieme dei vaccinati è almeno 7 volte maggiore di quello dei non vaccinati), le caratteristiche dei vaccinati sono diverse da un punto di vista strettamente demografico (ad esempio in Israele il grosso dei non vaccinati hanno meno di 25 anni e se sviluppano malattia grave/critica in genere sopravvivono, i relativamente pochi vaccinati, in proporzione, che si ammalano sono concentrati nella popolazione anziana e sono spesso persone con problemi di immunocompetenza). Quando ti fanno vedere questi grafici e non ti spiegano cosa c'è dietro, cercando di farti credere che a morire sono prevalentemente immunizzati con due dosi, ti vogliono fregare.
Ultima modifica di galinsog@; 19/07/2021 alle 10:58
Il covid secondo i negazionisti no-vax no-tutto (ennesima discussione dell'altra sera):
"un mio conoscente che ha avuto il covid ed è finito in ospedale, gli hanno voluto mettere la maschera con l'ossigeno e lui vedeva che con quella non riusciva a respirare. Quindi ha insistito ed è riuscito a farsela togliere (...). Lui ora è guarito ed è uscito dall'ospedale ma ha visto che tutti quelli che erano con lui e gli hanno tenuto l'ossigeno sono morti. Capisci? li hanno uccisi insistendo a voler usare l'ossigeno quando non serviva!!!"
Cioè... non è che magari la maschera te l'hanno tolta perché eri migliorato e non ce ne era più bisogno, mentre quelli a cui l'hanno mantenuta erano così gravi che comunque, purtroppo, non c'è stato niente da fare?
Da persone con una logica così stringente, mi aspetto che camminando in un bosco col vento che fa stormire le foglie, deducano che "c'è vento perché gli alberi muovono le foglie e creano correnti d'aria".
Provo a spiegare il primo grafico, semplificando i numeri di base.
100 contagiati completamente vaccinati (magari over 50) ---> 1 decesso (circa l'1%)
10.000 contagiati tra i vaccinati con una dose (probabilmente under 50, dove già la letalità è minore ---> 17 decessi
1.000.000 contagiati tra i non vaccinati (probabilmente under 50, come sopra) ---> 1.300 decessi
Io sarei più preoccupato dei 1.300 decessi tra i non vaccinati under 50 con 1.000.000 di contagi che dell'unico decesso tra i vaccinati over 50...sbaglio?!?!?
Ecco come si leggono i grafici non avendo un "bias antisistema" di base.
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
Una cosa a cui molti non pensano,secondo voi quanti saranno i potenziali positivi che magari anche sintomatici,lievemente e eviteranno di farsi qualche tampone da ora in poi per non farsi chiedere in casa durante le ferie estive?
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