Non lo so, so che comunque qua da noi si fa circa la metà degli antigenici che si facevano a marzo (i molecolari invece stanno risalendo). Tendenzialmente una grossa parte degli antigenici erano fatti da laboratori privati che non hanno riaperto dopo l'ondata primaverile e dopo che la Regione ha deciso, di consenso con i privati, di smobilitarli...
Burioni su Facebook
Terza dose? Forse sì.
Molto spesso ho scritto e detto che non c’era modo di prevedere la durata dell’immunità suscitata dai vaccini: in alcuni casi dura per decenni, in altri casi molto meno. Non si poteva sapere a priori quando sarebbe durata quella dovuta ai vaccini anti-COVID-19, bisognava solo avere pazienza e aspettare, guardando che accadeva nei paesi dove si è cominciato per primi a vaccinare. E i primi dati stanno arrivando, e non sono purtroppo ottimi.
Non c’è un lavoro pubblicato (che speriamo esca presto) ma il Financial Times (giornale serio) riporta che il governo israeliano prevede una terza dose della vaccinazione Pfizer per persone anziane e particolarmente a rischio. Questa decisione è dovuta all’osservazione che negli anziani la capacità protettiva del vaccino nei confronti della malattia grave sembra essere scesa dal 97% dei primi mesi all’81%, un calo notevole che non può essere ignorato.
Il dato, ad essere sinceri, stupisce, perché è nettamente in contrasto sia con le osservazioni fatte in UK, sia con la prosecuzione dello studio randomizzato riguardante il vaccino Pfizer (di cui ho parlato nei giorni precedenti in questa pagina), visto che entrambi gli studi mostrano una protezione nei confronti della malattia grave ancora ben salda sopra il 95% nei confronti della malattia grave. Le differenze non sono facili da spiegare al momento, mancando i dettagli dei dati di Israele. Teniamo conto che i dati che arrivano da UK e da Israele sono dati “osservazionali” (nel senso che si guarda cosa succede e si descrive) e non derivano da studi controllati (come quello fatto da Pfizer) e i fattori confondenti sono molti. Speriamo che la situazione si chiarisca presto, e speriamo che si chiarisca nel modo più favorevole, ma non è detto.
A questo punto però direi che è meglio prepararsi allo scenario peggiore, ovvero quello di una immunità contro la forma grave che con il tempo sta diminuendo. Questo porta ad alcune considerazioni.
La prima è che diventa ancora più imperativo vaccinare nel più breve tempo possibile il maggior numero di persone possibili, per limitare al massimo la circolazione del virus. Se i dati israeliani fossero confermati il discorso “sei vaccinato, cosa te ne importa di quelli che non si vaccinano” sarebbe ancora più insensato del solito e correremmo il rischio di rivedere gente in rianimazione, anche vaccinata. Come ho spiegato nei giorni scorsi, un vaccino meno efficace richiede una vaccinazione più estesa. Quindi, un motivo in più per spingere sulla vaccinazione.
La seconda è che è meglio prepararsi per somministrare una terza dose a pazienti anziani, fragili e ai sanitari, che sono sempre una categoria chiave sia per la difesa dalla malattia, sia per la diffusione dell’infezione. A quello che so il Ministro della Salute si è preparato da mesi a questa eventualità e sarà possibile fare il richiamo in tempo e senza problemi logistici.
Al momento tutto fa pensare che la terza dose non sarà eseguita con un vaccino diverso da quello originale, che sembra funzionare bene.
Insomma, forse dovremo fare un richiamo. Non è detto che dovremo farlo ogni anno, perché potrebbero arrivare vaccini più efficaci, e in ogni caso un richiamo non è una tragedia. Lo facciamo già per il tetano, per la difterite, per la pertosse, per l’influenza senza troppi problemi. La tragedia è finire in rianimazione con il COVID-19.
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Vaccinati per ripartizione geografica (popolazione ISTAT al 1 gennaio)
Prima dose
Nord Ovest 65,17%
Centro 64,37 %
Sud 63,25 %
ITALIA 63,12 %
Nord Est 61,33 %
Isole 58,68 %
Ciclo completo
Nord Ovest 55,41 %
Sud 54,97 %
Centro 54,91 %
ITALIA 54,23 %
Nord Est 53,15 %
Isole 50,43 %
Aggregando tutto il Nord e tutto il Sud
Prima dose
Centro 64,37 %
Nord 63,55 %
ITALIA 63,12 %
Mezzogiorno 61,79 %
Ciclo completo
Centro 54,91 %
Nord 54,46 %
ITALIA 54,23 %
Mezzogiorno 53,51 %
BOLLETTINO VACCINATI
del giorno 30/07/2021
• Dosi somministrate: 641.940 (tot: 68.186.823)
• 1ª dose: 303.464 (tot: 38.352.334)
• 2ª dose: 338.476 (tot: 29.834.489)
• Immunità di *: 63.54%
*calcolata sulla prima dose
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Mah
Valori parecchio diversi da Lab24
Il-vaccino-anti-covid-in-Italia-in-tempo-reale-Il-Sole-24-ORE.png
Variante Delta si diffonde come la varicella: negli Usa torna la mascherina - Cronaca - ilgiorno.it
"Credo che le persone debbano comprendere che non stiamo gridando al lupo al lupo. E' una questione seria - ha detto alla Cnn il direttore del Cdc, Rochelle Walensky, confermando quanto riportato dal Washington Post - è uno dei virus più trasmissibili che conosciamo. Morbillo, varicella, questo".
Variante Delta, Crisanti: "Rischio malattia grave in vaccinati da 7-8 mesi"
Crisanti: "Quello che sicuramente è vero è che questa variante infetta anche i vaccinati: in quelli che hanno fatto una singola dose può creare malattia grave, in quelli che hanno fatto due dosi, se hanno superato i 7-8 mesi dalla vaccinazione e sono persone fragili e anziane, può causare malattia grave - ripete - Per il resto, aumenta la frazione degli asintomatici"
Commento: bisogna attendere certezza su ciò che è sottolineato. Ma d'altronde i casi che conosco direttamente io (tra cui amico che vive in america) parlano di possibile reinfezione già dopo i 6 mesi con possibilità di sintomi nettamente più gravi (uno dei casi: prima da asintomatico, seconda con iperpiressia ed emoftoe in soggetto sotto i 60 in salute).
La variabilità della risposta immunitaria da persona a persona rende difficile tutto il discorso.
Covid, da pandemia ad endemia: quando potrebbe verificarsi e cosa significa | Sky TG24
Palu':"Meno vacciniamo e più il virus si diffonde, quindi abbiamo meno possibilità di controllarlo e che questo virus diventi endemico"
Commento: Endemico è sia il raffreddore e sia la tubercolosi in vaste zone dell'Africa. La tubercolosi è tra le prime dieci cause di morte nel mondo. Endemico non significa che il virus è sotto controllo e diventa appunto un raffreddore.
Significa che vi è una presenza costante sul territorio senza particolari picchi. Il fatto che faccia più o meno male dipende da altri fattori.
E tra questi l'efficacia dei vaccini in quanto a spettro e durata di protezione. COsa di cui appunto al momento non abbiamo certezza.
Al momento potremmo già definirla una endemia in dirittura di arrivo, senza che ciò sia una cosa positiva ma estremamente negativa, considerando:
1 la capacità di infettare che se ne infischia anche di una delle estati più calde di sempre al sud, quando tutte le altre polmoniti virali sono clinicamente morte.
2 il fatto che va chiarendosi che una pregressa infezione non è protettiva da possibili recidive perché l'immunità acquisita potrebbe avere correlazione col tipo di variante che l'ha determinata ed inoltre potrebbe comunque avere una durata limitata.
Da Lab24:
Il 54,2% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale. Il 10,5% è in attesa di seconda dose. Complessivamente – contando anche il monodose e i pre-infettati che hanno ricevuto una dose - è almeno parzialmente protetto Il 64,7% della popolazione italiana. Considerando solo gli over 12, oggetto della campagna vaccinale, la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 71,8% mentre il 60,2% è completamente vaccinato.
I dati di Davide non so da dove provengano, sono senza fonte
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