Prima facendo zapping son capitato (per l’ennesima volta) sul film Qualunquemente.
Scena: tizio legge le critiche dell’avversario candidato sindaco, toccando argomenti abbastanza complessi, La Qualunque non capisce niente, domanda all’amico se ha capito qualcosa, lui risponde niente. La Qualunque alla fine dice: vedete, lui è il cittadino medio, che non capisce un ca**o di ste cose, e allora non lo votano, danno il voto a noi.
AMEN.
I numeri della settimana
Nella settimana epidemiologica 24-30 luglio i nuovi casi sono stati 35.984 (+36,7% dai 26.321 del periodo precedente, 17-23 luglio); media giornaliera 5.140 (da 3.760); rapporto positivi/tamponi totali: range 1,86% - 2,74% (in precedenza 1,27% -2,32%); rapporto positivi/casi testati: range 8,23% - 12,68% (da 5,74% - 9,71%); ricoverati in area medica il 30 luglio, 1.812 (dai 1.304 del 23 luglio); terapie intensive il 30 luglio, 201 (dalle 155 del 23 luglio) con 113 nuovi ingressi nella settimana (70 la precedente, prosegue l’inversione di tendenza al rialzo); in crescita, ma su livelli ancora bassi i tamponi totali: 1.486.467 (da 1.410.370; +5,3%); decessi settimanali 110 (da 84). A livello regionale troviamo incrementi del 17,0% in Campania (46,3% la settimana precedente); 22,6% in Lombardia (da 60,2%); 20,1% in Veneto (da 121,9%) e 53,4% in Emilia Romagna(da 144,7%). Il valore di Rt istantaneo a livello nazionale, calcolato con il metodo Kohlberg-Neyman, è1,16 (dato puntuale del 30 luglio) contro 1,51 del 23 luglio. Il tempo di raddoppio dei casi sale da 6-7 giorni a 11-12 giorni. Tutti gli indicatori segnalano, già nel corso della settimana appena conclusa, un chiaro rallentamento della crescita delle nuove infezioni (attenzione, non ancora un calo) a fronte di un incremento dei test eseguiti. Come abbiamo già indicato nell’ultima analisi settimanale (dal titolo “Vaccinazione con doppia dose: l’epidemia si può fermare così”) sulla base dei dati attuali il picco epidemico potrebbe arrivare rapidamente, già tra la metà e la fine di agosto: con tempi molto anticipati rispetto a quanto i numeri indicavano solo una settimana fa. Affrontiamo oggi due temi distinti, rispondendo alle numerose domande ricevute negli ultimi giorni sull’andamento attuale e futuro dell’epidemia e sulla reale efficacia delle vaccinazioni. Partiamo dal primo argomento. Lo sviluppo dell’epidemia in Italia sta seguendo un andamento atipico: con una prima fase di fortissima espansione (che sembra essere già in esaurimento) seguita da un rallentamento della crescita altrettanto marcato e precoce. Per entrambi i fenomeni forniamo una possibile interpretazione: la “fiammata” iniziale dei casi, che ha prodotto un tempo di raddoppio dei nuovi contagi di soli 6-7 giorni nella parte centrale del mese di luglio, può essere ricondotta a un bacino di replicazione virale molto più ampio di quanto fosse espresso dai dati ufficiali. In termini più semplici, il basso numero di test (come abbiamo più volte stigmatizzato) ha generato un bacino importante di positivi asintomatici, che hanno diffuso indisturbati l’infezione e causato l’esplosione iniziale. Il rallentamento precoce e più rapido del previsto dell’epidemia trova la medesima spiegazione: il basso numero di tamponi. I positivi non individuati sono stati probabilmente molti più di quanto finora stimato, quindi ben oltre il livello comunemente accettato di un positivo “ignoto” per ogni positivo ufficiale. Gli italiani venuti a contatto con il virus e immunizzati per via naturale potrebbero essere circa 3 volte il dato ufficiale, quindi 13,5 milioni (il 22,5% della popolazione). A questi dobbiamo sommare i vaccinati: il 30 luglio il 53,6% della popolazione, o il 52% se escludiamo i soggetti che hanno contratto la malattia, ma poi hanno ricevuto una dose singola. Numeri che ci stanno avvicinando più rapidamente del previsto all’immunità di gregge, o quantomeno alla soglia oltre la quale il virus è costretto ad arretrare. Qualcuno potrebbe vedere questi positivi “in più” come una sorta di tesoretto che ora ci porta effetti benèfici, ma in realtà segnala un grave problema che rileviamo da inizio epidemia: se individuati correttamente, e non lasciati liberi di circolare, i moltissimi soggetti sfuggiti alla rilevazione avrebbero permesso di avere una circolazione virale più limitata e quindi un minor numero di infezioni, di ricoveri e di decessi. Questa considerazione ci porta al secondo argomento, quello dell’efficacia dei vaccini: a nostro avviso non si possono avere dubbi in proposito, vista l’ormai enorme mole di dati ormai disponibili. Ma vivendo in un mondo dove c’è chi si ostina a dire che la Terra è piatta, ignorando qualsiasi prova che porta a certificare la sfericità della stessa, forniamo qualche ulteriore dato a supporto della campagna vaccinale. L’ultimo Report del nostro Istituto superiore di Sanità, con dati riferiti al periodo 4 aprile -18 luglio 2021, riporta un’efficacia media e indipendente dalle fasce di età così distribuita: contro il rischio di infezione 70,2% dopo la dose singola e 88,2% dopo il ciclo completo; contro il rischio di ricovero in area medica 81% dopo la dose singola e 95% dopo il ciclo completo; contro il rischio di ricovero in terapia intensiva 89% dopo la dose singola e 97% dopo il ciclo completo; contro il rischio di morte 80% dopo la dose singola e 96% dopo il ciclo completo. Nelle ultime due settimane solo il 9,2% di nuovi casi ha un’età superiore ai 60 anni, dove la copertura vaccinale suddivisa per fascia di età varia dal 76,9% al 93,9%; mentre il 61,3% delle infezioni si è concentrato tra 20 e 59 anni, dove la copertura vaccinale varia dal 36,7% al 61,4%. Si conferma quindi non solo l’altissima efficacia dei vaccini, ma anche l’ importanza di completare il ciclo con la seconda dose. (M.T. Island)
e ripetiamolo per la 386millesima volta non è un problema
1 l'anno scorso facevamo un decimo dei tamponi
2 l'anno scorso l'estate è arrivata dopo 2 mesi di lockdown (e con noi tutta Europa, va da sé dunque che gli scambi hanno prodotto meno contagi, e forse l'anno scorso c'è addirittura stato più turismo straniero di quest'anno) e non zone rosse verdi gialle e blu, ma lockdown vero, quindi coviddi non ce n'era (tolte quelle nazioni che invece l'hanno fatta fuori dal vaso da subito per accaparrarsi la fetta maggiore di turismo straniero, Spagna su tutte)
3 piccolo particolare, abbiamo una variante in giro giusto giusto quelle 5/6 volte più contagiosa di quella della scorsa estate, ancora simile al virus ruspante, e che è talmente contagiosa che la stagionalità quasi non la tange
Si vis pacem, para bellum.
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