Originariamente Scritto da
burian br
Vorrei parlare di questo.
Spesso leggo queste affermazioni e mi lasciano l'impressione che si creda che l'organismo umano, nel corso del tempo, nel mondo europeo, avesse "appreso" e selezionato persone con un sistema immunitario più forte nel combattere virus quali influenza e vaiolo, al punto che se avessimo scelto un europeo da una parte e un amerindo dall'altra, entrambi mai infettati da quei virus nel corso della loro vita, l'europeo sarebbe sopravvissuto e avrebbe avuto, molto probabilmente, sintomi meno gravi rispetto all'amerindo.
La realtà, invece, è ben diversa: sì, ci sarà stata sicuramente una selezione genetica che rendeva gli europei tendenzialmente meno inclini a morire o avere forme gravi quando contraevano quei virus, ma questa selezione genetica non era tale da lasciare un segno evidente.
Il vero motivo è che molti di quegli europei erano già sopravvissuti al vaiolo probabilmente, una malattia che colpiva nel Settecento secondo le stime 1,2 milioni di europei l'anno (numero che ho ricavato io moltiplicando per 3 il numero di morti annuali che si sono stimati, circa 400mila l'anno; il tasso di mortalità del vaiolo è sul 30% infatti), ovvero l'1% della popolazione europea dell'epoca. Possiamo applicare stessi numeri e stime anche al Cinquecento e Seicento.
Ne deriva che mentre nella popolazione amerinda un'epidemia di vaiolo aveva una mortalità fino al 40% essendo la popolazione vergine,
tra gli europei ne ammazzava anche meno del 10% visto che molti si erano già immunizzati in passato nel Vecchio Mondo.
Ma sia l'amerindo sia l'europeo avevano una probabilità di morire, se contraevano la malattia, sostanzialmente identica, il 30-40%.
Quanto dico è ben spiegato a pagina 8 e 9 di questo documento:
https://local.disia.unifi.it/livi/pu...ic-america.pdf
In altre parole la specie umana non si è mai adattata al virus del vaiolo, nè gli amerindi erano così immunodeficienti rispetto agli europei per il solo fatto di non aver mai avuto conoscenza con la malattia; il motivo per cui sembrava che fosse meno diffuso è nella semplice matematica dell'epidemiologia e non in una forma di evoluzione del sistema immunitario nostrano contro il patogeno, che non può avvenire in così breve tempo (ricordo che ci sono solo 3-4 generazioni nell'arco di un secolo; ogni generazione corrisponde ad una ricombinazione del materiale genetico).
Per dire, la malaria ha sì selezionato esseri umani più resistenti nel bacino dove era diffuso (Mediterraneo, fenotipo resistente nell'anemia falciforme mediterranea), ma la malaria si stima sia tra noi da oltre 50mila anni...
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