Il punto di svolta, con l’effettivo contenimento dei numeri del contagio, dovrebbe essere collocato intorno all’80% della popolazione totale vaccinata (non solo degli over 12, categoria che il virus non riconosce).
Spero vivamente in una azione tipo quella cubana al più presto.
"Abbiamo ricevuto molte domande sull’ultima variante inserita dall’Oms nell’elenco delle cosiddette “Variants of interest”, ovvero potenzialmente pericolose e da seguire con attenzione. Dai messaggi emergevano in modo evidente due sensazioni contrapposte: 1) Possiamo stare tranquilli, perché la diffusione della variante Mu a livello mondiale è soltanto dello 0,1%. 2) Siamo in grossi guai, perché elude la risposta dei vaccini. Nessuno dei due atteggiamenti è corretto. La diffusione modesta non limita il potenziale di espansione: anche la variante Alfa (ex inglese) e Delta (ex indiana) a un certo punto della loro storia erano allo 0,1%, ma questo non ha impedito loro di diventare dominanti a livello mondiale. Per contro, nonostante le allarmistiche interpretazioni degli ultimi giorni, sulla capacità della variante Mu di eludere la risposta vaccinale l’Oms si è mostrata molto cauta: parlando di “una costellazione di mutazioni che indicano una capacità potenziale di eludere la risposta immunitaria”, e facendo subito dopo espresso riferimento a studi preliminari che dovranno trovare conferma e che mostrano una ridotta capacità neutralizzante del vaccino (non una perdita totale) molto simile a quella riscontrata contro la variante Beta (ex Sudafricana)."
Mi ricordo che per la Beta c'era un vaccino in particolare che praticamente non aveva efficacia mentre gli altri ne conservavano un minimo. Non ricordo però quale di questi 3:
AZ o Pfizer o J&J?
Il problema è che quando sei sintomatico non dovresti nemmeno uscire, e comunque non potresti fare né il tampone in farmacia né poter acquistare quelli fai da te....resterebbe il chiamare per fartelo fare a casa, ma chissà con quali tempi di attesa (immagino non così lunghi ormai ma potrebbero passare comunque 2/3 giorni e con sintomi così blandi potrebbe essere già passato tutto anche in caso di positività, o comunque potresti risultare almeno non contagioso).
Onestamente io nel caso cercherei di stare sicuramente a casa finché durano i possibili sintomi, poi difficile che si sia contagiosi eventualmente (quindi in caso di dubbi si può anche uscire e comprare il test fai da te senza avere paura di contagiare).
Però mi rendo conto che forse potrebbe non essere la cosa ideale da fare
Ultima modifica di nago; 06/09/2021 alle 12:33
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
Nel mio paese 2 farmacie, una con gazebo esterno e massimo 2 persone all interno. Nell altra una saletta per i tamponi chiusa 1 metro x1 e fila per chi lo deve eseguire all interno e badate bene ingresso consentito a massimo 28 persone
È si piu grande dell altra ma tipo 3 volte,direi assurdo.
Rischia di morire a causa del Covid. <<Vaccinatevi>> | G. di Vicenza
Antonio, un nome come l'altro, senza un cognome. Una lettera, vergata con la penna, come si faceva una volta, intinta nell'anima e pubblicata ieri su una pagina intera del nostro Giornale, semplice, senza enfasi, che mette il cuore a nudo. Parole che emanano profumo di umanità, che ripercorrono il lungo calvario di un Covid crudele, estremo, sconfitto quando sembrava avesse ormai preso il sopravvento. Una scrittura delicata che ruota attorno a un "grazie" con la "G" maiuscola, per esprimere gratitudine "al buon Dio", a familiari, amici, ai suoi salvatori, medici, infermieri, fisioterapisti, operatori dell'ospedale di Vicenza. Poi, l'invito a sostenere una sanità pubblica spesso ingiustamente vituperata e, invece, così indispensabile, preziosa, una roccaforte fatta di professionalità, competenze, spirito di dedizione, che dà sicurezza ed è un riferimento preciso per tutti. Infine, il monito a vaccinarsi. Senza retorica, ma con autenticità. "Scrivi le frasi più vere che conosci" ripeteva Hemingway, e Antonio l'ha fatto. Perché le parole sono portatrici di emozioni, sentimenti. Placano, raccontano esperienze, hanno un grande potere, possono cambiare il mondo. Ancora di più in una lettera-testimonianza come questa che usa un alfabeto di cui, davanti alle derive del web e dei social, si avverte sempre più nostalgia. Cento giorni di battaglie sperando di aver vinto la guerra, è il titolo di questa confessione che dà il senso di una tragedia sfiorata, il virus spietato, la morte vista da vicino, una infinita e drammatica lotta in ospedale, la resurrezione conquistata, passi lenti e via via più sicuri accompagnati da persone care e straordinari camici bianchi. Oltre tre mesi di ricovero, più di due mesi in terapia intensiva. Un mese di riabilitazione.«Non è ancora finita ma il peggio è passato e oggi, più che mai, sento il bisogno di dire grazie». La riconoscenza di Antonio va a tutti i reparti del San Bortolo e di Arzignano in cui è stato curato «con professionalità, determinazione, amore»: il pronto soccorso, l'unità di malattie infettive e la pneumologia di Vicenza, la rianimazione del Cazzavillan. Con un ringraziamento particolare per i due reparti che lo hanno ospitato per più tempo: la rianimazione e la riabilitazione del San Bortolo. E, accanto ai reparti, i nomi dei primari: Francesco Corà, Vinicio Manfrin, Giuseppe Idotta, Silvio Marafon, Vinicio Danzi, Giannettore Bertagnoni. Fra di loro gli eroi vicentini che continuano a fronteggiare con abnegazione, bravura, passione, senza far rumore, il Covid insidioso e le sue varianti letali.Antonio, cinquantenne, è un miracolo vivente. È stato attaccato per settimane in rianimazione all'Ecmo, la macchina cuore-polmoni che è l'ultima chance che si offre a un paziente quando è in condizioni disperate. Un ultimo giro di roulette. Fu la moglie a chiamare il pronto soccorso e a passarlo al telefono a Corà. Il primario si accorse che non riusciva respirare: «Venga subito in ospedale». Iniziava così la dolorosa avventura. Una situazione sempre più grave. Sembrava un destino segnato. «Nessuno ci avrebbe più scommesso - sussurra un medico - e invece ce l'ha fatta». Prima in un letto degli infettivologi, subito dopo in pneumologia, ma è sempre più affamato d'aria, allora il trasferimento d'urgenza in rianimazione, dove viene intubato in posizione prona a pancia in giù per agevolare gli scambi gassosi, ma ancora un crollo, l'abisso, l'Ecmo per tre settimane, il cuore e i polmoni sostituiti da una macchina. È il tentativo finale quando l'ultimo miglio sta per finire, invece, va bene. Prima gli tolgono il tubo dalla gola. Poi la riabilitazione perché le gambe, dopo due mesi di terapia intensiva, sono come paralizzate. Il gioco di squadra, intelligente, instancabile, scienza a misura d'uomo, dei medici e delle loro equipe, ha la meglio sul nemico virale. Il duello rusticano colpo su colpo era vinto. Antonio era vivo. Il ritorno alla vita e a casa fra i volti amati.«Chi legge queste righe - scrive Antonio - faccia un esame serio di coscienza. L'unico strumento che può evitare casi come il mio è il vaccino. Se non l'ha già fatto, lo prenoti subito»
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Zaia: <<In terapia intensiva l'80% non vaccinato. Monoclonali: niente ricove...
Superati i 13 milioni di tamponi da febbraio 2020. Nelle ultime 24 ore sono 274 i positivi su 13mila tamponi circa (la domenica c'è un calo di tamponi), incidenza è del 2,1%. Sono invece 458.467 i positivi da inizio pandemia. Nelle ultime 24 ore +9 i ricoveri (+6 in area non critica e +3 in terapia intensiva).«Non siamo davanti a una curva che sta flettendo, abbiamo alcune realtà che passano da scenario 1 a scenario 2 - ha detto Zaia -. È una situazione gestibile ma è una situazione che ha bisogno dell'aiuto dei cittadini sia per il comportamento (mascherine, evitare assembramenti) sia per le vaccinazioni. Confermo che l'80% dei ricoverati in terapia intensiva sono non vaccinati. I non vaccinati sono il 70% dei ricoverati totali». «Imporre il vaccino penso sia una sconfitta sociale. Ritengo invece che non sia assurdo introdurre il green pass per certe categorie. Sarebbe inoltre fondamentale garantire tamponi gratuiti alle persone che, per una serie di motivazioni non possono vaccinarsi». «Va promossa la campagna vaccinale, nel rispetto delle idee di tutti. Oltre ai no-vax, c'è anche chi ha paura di vaccinarsi: il Governo non sta informando i cittadini». «Sul Green pass nella pubblica amministrazione dobbiamo attendere il provvedimento del Governo, ad oggi non abbiamo elementi». «Nel momento che ci sarà il provvedimento - ha sottolineato - ci saranno gli strumenti per il controllo, sapremo quanti sono vaccinati e agiremo di conseguenza, come avvenuto per i sanitari. Certo che se ci sarà un provvedimento lo faremo rispettare».«Spero si possano fare contemporaneamente terza dose e influenzale, se le autorità sanitarie lo concederanno». «È necessario che venga presa in fretta una decisione, soprattutto per anziani e sanitari, che sono stati i primi a vaccinarsi».Anticorpi monoclonali. «Riducono la possibilità di essere ricoverati e sono farmaci molto ben tollerati. L'89% dei pazienti non ha avuto bisogno di andare in ospedale. Sta aumentando il "portafoglio" di terapie a disposizione. Ora si possono somministrare anche se non ci sono fattori di rischio specifici per il paziente. Il medico di medicina generale può collegarsi in rete per i pazienti che necessitano di terapie monoclonali, oppure il medico può contattare direttamente il centro e gli specialisti. In Italia 8.434 trattamenti, in Veneto 1.167. Siamo la seconda regione dopo il Lazio. Si tratta di un trattamento che necessita di una certa organizzazione. Il trend è in aumento: nell'ultima settimana sono stati trattati 109 pazienti».
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