nell'accezione vera, romanesca, interrogativa.
ho due colleghe no vax, piangevano quando è uscito il decreto. PIANGEVANO
significa che nel cervello hai poco se piangi per queste cose a 40 anni, significa che i problemi veri non sai nemmeno cosa siano. come dici tu, c..o al caldo.
poi ci sono gli scettici, chi ha paura non perché nel vaccino ci sono i microchip o il grafene, ma perché ha semplicemente paura. quelli bisogna convincerli, non c'è riuscita l'informazione, non ci sono riusciti i dati sui rischi che corri se non ti vaccini anziché sì, come li convinci? con questi provvedimenti.
è come dire: ho un tumore ma ho paura dell'operazione, quindi non mi opero e mi curo col digiuno programmato. Ok, uno può rispettare questa cosa, ma come dice burian è obiettivamente, scientificamente, una puttanata pazzesca
poi parli di difficoltà... perdonami ma le difficoltà nella vita sono altre, non farsi un vaccino oramai non più sperimentale, somministrato a MILIARDI di persone NON E' UNA DIFFICOLTA'. si tratta di farsi una puntura e, tutt'al più, due giorni di febbre. non si tratta di andare al fronte in prima guerra mondiale eh, o morire di fame.
Si vis pacem, para bellum.
Hai centrato il punto secondo me... Chi non ha mai avuto problemi ha paura a farsi anche la famosa punturina... Chi non ha mai avuto problemi crede che il suo corpo, la sua salute, siano più importanti di quella degli altri, e quindi neanche il rischio di un lieve dolore al braccio, o non sia mai, ignote conseguenze a 732 anni di distanza dal vaccino, è lontanamente pensabile ne accettabile... Fortunatamente non tutti sono così, la maggioranza mantiene un approccio razionale anche se giovane e in buona salute, ma quella minoranza di "intoccabili" che c'è, resta e ce la teniamo.
In realtà non è questione nè di organizzazione del lavoro, nè valutazione della produttività e soddisfazione dell'utenza, impronta ecologica o altro.
La motivazione profonda è la volontà di far aumentare il PIL con le pause pranzo ai baretti. Vedi tweet del ministro.
Magari sarebbe un argomento per l'altra discussione, qui si va off-topic.
Lasciando stare i No Vax (poveretti, è una questione di disabilità probabilmente, non infieriamo su chi è più sfortunato di noi), io non capisco i renitenti alla terza dose, e non capisco neanche quale sia il problema.
Se c'è da fare si fa. Magari ne servirà una quarta, o una quinta, o un'undicesima, magari si farà il richiamo una volta all'anno.
Ebbene?
Dove sarebbe il problema?
Lou soulei nais per tuchi
@SsNo
interessante discussione sui totali della popolazione (il denominatore quando si fanno le percentuali dei vaccinati).
anche a me aveva colpito il numero relativamente elevato di over-80 con vaccinazione incompleta (sostanzialmente stabile da molto tempo)
la deduzione che viene fatta è che si tratta di deceduti (tipicamente non per covid) prima di ricevere la seconda dose.
https://twitter.com/OpencovidM/statu...83528774369285
ottima valutazione, che fa capire come la scelta sia sostanzialmente politica e quindi è comprensibile che sia diversa per i vari paesi.
dipende anche da come si è svolta a campagna vaccinale (per esempio, in Israele dove hanno vaccinato molto velocemente l'effetto del calo di protezione è più grande a livello comunitario, essendo "sincronizzato" per molte persone), dalla circolazione virale che si ha o ci si aspetta di avere nei prossimi mesi, ecc.
aggiungo che (a differenza di quanto qualcuno aveva ipotizzato), la terza dose mRNA non causa una maggior incidenza di effetti collaterali rispetto alla seconda (forse qualcosina di meno dai dati israeliani). Quindi il rischio aggiuntivo è molto limitato.
Vecchia questione sulla quale ho sbattuto più volte ma figurati, continuo a pensarla esattamente come prima.
Riguardo al discorso renitenti ai richiami, è normale ci siano perché non si è mai visto un vaccino che preveda un numero indefinito di richiami ad una frequenza sconosciuta (e non tiratemi fuori l’antinfluenzale che è tutta un’altra storia); io sono il primo a pensarlo, mi faccio la doppia dose e poi devo tornare a fare richiami ogni tot mesi? In base a studi che ancora dovranno essere condotti?
Magari a 70 anni potrei pensarci ma a 30 anche no, per riprendere il paragone fatto sopra più che vincere un mln di euro sembra quasi contrarre un mutuo quarantennale.
Tu sei uno, e frequenti pure un forum scientifico, da cui si ricava che hai comunque consapevolezza delle scelte che fai. Ma esiste una massa di persone che comunque pensa che il vaccino sia velenoso, senza avere piena contezza di ciò che dice. E che, mentre teme una microdose di un qualcosa di sconosciuto, continua ad alimentare la crescente domanda di cibo pre-elaborato, conservato e stabilizzato con una sfilza di ingredienti che non sanno nemmeno cosa siano, che per alcuni ci sono seri dubbi sugli effetti collaterali, e che comunque queste persone apprezzano senza porsi tante domande. Ci sono anche quelli che con una scrollata di spalle ti dicono "tanto di qualcosa si deve morire comunque" mentre si ingozzano roba che non mangerei nemmeno se mi pagassero. Però improvvisamente l'idea di morire per un vaccino li spaventa... è questo che non quadra... è perché lo percepiscono come un'imposizione? e tutte le altre imposizioni della nostra società, quelle gli sfuggono? avere sul mercato la frutta artificiale gonfiata e insipida, o i polli sottocosto allevati non si sa come, e dover servirsi solo di quelli, o quasi, non è un'imposizione?
Insomma, sono i grandi numeri che mi perplimono.
E' un problema delicatissimo, in realtà. E' una libera cittadina ma contemporaneamente un pubblico ufficiale, e riuscire non solo a far distinzione fra la persona e la funzione, ma anche a farlo capire agli altri è difficilissimo. Più sali in grado, più sei esposto, perché conosciuto e identificato direttamente con la funzione. E quindi maggiormente devi stare attento a quanto dici o fai, e a come viene recepito. A un certo punto, diventa veramente questione di scelta: faccio carriera e rinuncio alla persona se non in privato, oppure rinuncio alla carriera ma mantengo un po' di libertà di espressione in più.
Io faccio una gran fatica a far capire, nel giro dei conoscenti su in valle, che quando sono lì, a una cena o a un convegno, non sono quella che "lavora in Regione Lombardia", ma il semplice cittadino che si fa i cavoletti propri con gli amici. Ed evito con cura di rispondere su temi attinenti il mio lavoro. Perché so benissimo che poi quello che dico verrà riportato come "detto da xx, che lavora in Regione, quindi è quello che sanno lì" cioè la linea ufficiale dell'ente (nel mio caso si parla di dissesto idrogeologico, e rischi relativi a scala locale).
Una volta che mi è sfuggito di dire che stavo facendo un libro sui siti geologici da proteggere, e ho fatto vedere le bozze, sono stata puntualmente cazziata dal dirigente, perché non ho per contratto l'autorizzazione a parlare di cose relative alla sfera dell'Ente. Questo è da contratto.
Quindi, la persona in questione, nella posizione in cui è, è stata per lo meno "sventata" nella sua azione. Quando sei un personaggio pubblico e a un certo livello nella pubblica amministrazione, non puoi più permetterti di esprimerti liberamente, perché comunque sei identificato con la funzione.
Questo è il problema di base.
Nel contratto del pubblico in genere si prevede la sanzione disciplinare se dici cose che possono danneggiare o infangare l'ente, quindi ad esempio io non posso dire che la legge tal dei tali emessa dalla regione è una cagata. Non lo posso dire, perché sarebbe assurdo che faccio parte di una squadra di lavoro - l'Ente - che professa determinate convinzioni o linee di azione, epperò contemporaneamente non lo condivido. Che garanzia di serietà do al cittadino? che "nemmeno loro che fanno le leggi sono daccordo fra loro"?
Se veramente non sono d'accordo e una cosa va oltre le mie convinzioni, a quel punto mi cerco un altro lavoro, anche solo perché mi darebbe fastidio rimanere in quello che considero un covo di cialtroni. Questo è. Se sei un operatore del sistema e consideri il sistema come fatto di cialtroni, allora c'è qualcosa che non va, poniti delle domande...
In questo la persona in questione ha sbagliato la mira.
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