Beh si chiama Covid19 perché è stato notificato all'OMS a fine 2019, altrimenti sarebbe stato Covid20.
Non ho idea di quando i cinesi si siano accorti della sua esistenza, ma probabilmente fino a inizio gennaio non avevano nemmeno loro una idea chiara su quanto fosse contagioso e letale questo virus (anche perché è mutato rapidamente in quelle settimane).
Il vaccino anti covid in Italia in tempo reale | Il Sole 24 ORE
Si viaggia sulle 700 k dosi al giorno durante la settimana, notevole..
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Sempre piacevoli le tue digressioni storiche. Ne aggiungo una anch'io, di quando la peste di Londra era diventata mild.
Da Diario dell'anno della peste di Daniel Defoe (1722) "L’ultima settimana di settembre, dopo che la peste giunse al culmine, la sua violenza cominciò a placarsi. Ricordo che il mio amico dottor Heath, che mi venne a trovare la settimana precedente, mi disse che era certo che entro pochi giorni la furia del male sarebbe diminuita. (...)«Datemi retta, il prossimo bollettino presenterà cifre più basse e vedrete che guariranno molte più persone di quanto non accadeva in passato, perché sebbene dovunque ora una gran moltitudine di persone sia infetta e altrettante si ammalino ogni giorno, tuttavia non ne moriranno tante come prima, perché è calata la mortalità del male». "Non voglio indagare se sia così in tutto il mondo, ma qui mi resi conto con chiarezza che, mentre all’inizio dell’infezione gli abitanti intimoriti si evitavano a vicenda, non entravano nelle case altrui e scappavano dalla City, a causa di un’irragionevole e, secondo me, inutile paura, così ora, quando si diffuse la notizia che la peste non era più maligna come prima e che chi ne veniva colpito non era condannato a morte sicura, e poiché si constatava che ogni giorno guariva molta gente malata, la popolazione divenne così imprudente e così incurante di sé e dell’infezione, che considerò la peste poco più di una normale febbre, e forse nemmeno quello.
Non solo frequentò incoscientemente chi aveva addosso tumori e pustole aperti e perciò contagiosi, ma cominciò anche a mangiare e a bere con degli ammalati, ad andare a casa loro, a visitarli e – mi è stato riferito – a entrare nelle stanze in cui giacevano allettati. Consideravo questo atteggiamento assolutamente irragionevole e il mio amico dottor Heath riconobbe – ed era comunque evidente – che la peste era infettiva come sempre e che si ammalava lo stesso numero di persone di prima, anche se – osservava – di quelli che si ammalavano non ne morivano più tanti. Ma questa folle condotta del popolo proseguì: un gran numero di persone che trascurarono qualsiasi precauzione soffrirono ancora di più, e sebbene parecchie sopravvivessero, molte tuttavia morirono, e questo provocò per di più un danno collettivo, perché la diminuzione dei decessi fu più lenta di quanto non sarebbe stata altrimenti. I medici cercarono di contrastare con tutte le loro forze questo insensato atteggiamento da parte della popolazione, facendo stampare dei volantini da diffondere nella City e nei sobborghi, che ammonivano gli abitanti a continuare a stare attenti e a usare ancora la massima cautela nella vita quotidiana, anche se la malattia era diminuita, cercando di incutere loro timore paventando la minaccia di un ritorno della peste su tutta la città. Non servì a nulla: quegli incoscienti erano talmente in preda all’euforia, e così piacevolmente sorpresi al vedere un gran calo nei bollettini della mortalità, che respingevano qualsiasi nuovo motivo di timore e non volevano convincersi se non del fatto che l’angosciante tempo della morte era finito. Parlare con loro non era più utile di quanto lo fosse parlare al vento, perché aprivano le botteghe, andavano in giro, si occupavano dei loro traffici e conversavano con chiunque incontravano, sia per affari, sia senza ragione, non chiedendo nulla sulla salute degli altri, e non temendo affatto i rischi che ne potevano derivare, anche quando sapevano che erano malati. Questa condotta irresponsabile e scriteriata costò la vita a moltissime persone, che durante tutto il periodo cruciale dell’epidemia si erano chiuse in casa con grande cautela e circospezione, si erano tenute in disparte, per così dire, da qualsiasi essere umano, e per la misericordia della divina Provvidenza si erano in tal modo salvate. La gente era stanca di essere assente da Londra da così tanto tempo, e così ansiosa di tornarvi, che si riversò in città senza alcun timore né riflessione, e cominciò a comparire nelle vie, come se fosse cessato ogni pericolo. Era, in effetti, sorprendente vedere la gente vagare per la città, come se andasse tutto bene, anche se c’erano ancora da mille a milleottocento morti a settimana. La conseguenza fu che i bollettini della mortalità registrarono un nuovo aumento di quattrocento unità proprio la prima settimana di novembre, e – stando a quello che dissero i medici – ci furono oltre tremila individui colpiti dalla peste durante quella settimana".
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No. Tutta sta figura l'ha fatta perché, dopo aver liberamente deciso per motivi suoi di non farsela, non ha avuto le palle per sostenerne le ovvie e previste conseguenze, dato che sapeva di avere una trasferta "di lavoro", sapeva che era importante, e sapeva - o avrebbe dovuto sapere - quali erano le regole del luogo in cui andava.
Quindi, se sei serio, dici "io per le mie idee rinuncio anche alla gara, perché l'idea che mi sono fatto su questo argomento - cioè in fondo, la mia libertà di decidere - per me è più importante delle altre cose".
Invece no, ha pensato "io sono libero e nessuno può dirmi cosa devo fare, PERO' poi gli altri mi accettano in deroga, passando sopra alla loro libertà di decidere le loro leggi nel loro territorio".
E' questo che dà fastidio: l'arroganza, la presunzione, la non coerenza. Ancora più fastidiose - e dannose - se a metterle in scena sono personaggi noti, a cui non solo i media fanno da cassa di risonanza, ma che possono anche costituire un esempio per gli altri.
Con il comportamento individuale del singolo, in questo caso, si vanno ad alimentare situazioni le più varie: dal senso di frustrazione di molti, che si convincono vieppiù che ai grandi tutto è concesso mentre leggi e giustizia si accaniscono solo su noi poveretti, sino alla voglia di emulazione alimentata nei tifosi più fedeli e soprattutto magari nei più giovani, che pensano "se divento qualcuno posso fare quello che voglio"... non molto educativo, insomma, e molto lontano da quegli ideali che si voleva animassero lo sport nei secoli scorsi, ma che ormai sono morti e sepolti.
Per questo si gioisce della faccenda, così come capita quando viene beccato il grande evasore per il quale tutti paghiamo una quota di tasse. Nessuno discute la sua libertà di evadere il fisco, però se lo becco... altro che gioire, neh!
Intanto mio figlio febbre a 38.5° da sabato notte, ora alle 11:20 ennesimo tampone...
Vediamo quanto dovrà farsi di fila in queste condizioni...
Figlia di amici in prima elementare (quindi mascherina) in isolamento fino al tampone, il problema è che il SISP non sa quando prenotarlo, quindi classe a casa...
Bah..
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Per me anche questo punto è molto discutibile. Ad esempio, io ho delle posizioni analoghe al credere ai marziani, cioè ci ho le mie paranoie e ho paura che un non vaccinato possa essere portatore del virus e infettarmi. Bada, non dico che ciò sia vero, o che sono in una fascia d'età ad elevato rischio o che la mia idea è giusta. Dico semplicemente che io credo che ciò sia vero. Semplicemente, questa è la mia idea.
Allora, perché il non vaccinato deve essere libero di girarmi attorno, parlare, magari invitarmi al bar, senza rispettare la mia paura marziana - ben segnalata e nota a tutti, io sono un vax dichiarato ipocondriaco e fissato - e impormi la sua idea che tutto quello che penso sia una puttanata non supportata da prove, e non degna di attenzione?
Perché il punto è questo: se uno fa una scelta secondo le sue convinzioni, poi la segue in tutto; non cerca di imporsi e impormela anche a me. E parlo solo a livello di idee, convinzioni e comportamenti. Se riconosco che uno può credere anche ai marziani o al magozurlì - non è affar mio giudicare - allora pretendo di potere anch'io credere agli alieni e alla vispateresa, e pretendere che il no-vax non tenti di fregarmi passando con la certificazione falsa, o con la mascherina abbassata.
Invece pare che qui tutti abbiano la Verità in tasca e tentino di farla vincere, con rispetto delle idee altrui pari a 0, da ambedue le parti, però. Stiamo anche parlando di persone che in vari casi hanno impedito a parenti fragili di vaccinarsi, e magari qualcuno ci ha lasciato anche le penne... se non è imposizione di un'idea agli altri questa...
In quell’esempio noto comunque un problema di convivenza sociale da parte anche del vaccinato incompatibile con il ritorno alla normalità, perché impedire agli altri e a te di circolare normalmente dal momento che tu la protezione l’hai ottenuta?
Tornando su esempi più concreti, ora anche la scienza sui vaccini (opportunità di richiami) si sta ponendo, quando prima qualcuno osava porre qualche obiezione veniva liquidato come intollerante, irresponsabile e novax. Così non è, così come mai sarebbe dovuta esistere questa polarizzazione sulla tematica covid, che non è proprio come un’altra.
Appunto, è quello che sto dicendo. Persone che manifestano problemi di convivenza sociale potrebbero/possono esserci da ambedue le parti. Ho fatto apposta l'esempio di situazioni limite, non concrete ma psicologiche.
Allora la domanda è: perché uno dei due gruppi di "problematici psichici" deve essere rispettato nelle sue idee, mentre l'altro deve subirli in silenzio, arretrando la propria libertà rispetto a quella della controparte?
p.s. personalmente non sono comunque il profilo che ho descritto, creato per fare un caso limite. I miei problemi di "convivenza sociale" scattano esclusivamente di fronte alla sensazione che qualcuno possa essere più uguale degli altri... insomma, se multi me con l'utilitaria scassa per eccesso di velocità, e lasci passar via il personaggio noto col Ferrari, mi incazzo e divento asociale di brutto. Ecco.
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