Si parla di disagio psichico provocato da una situazione "estrema", quindi è ovvio che si va a paragonare con altre situazioni estreme, per vedere quali sono stati gli strascichi. E' un po' come vedere come va la curva dei contagi in paesi più avanti di noi con i vaccini, vediamo di capire con i "casi precedenti" come possono svilupparsi le cose attuali.
Allora, prendiamo uno scenario altrettanto estremo come la seconda guerra mondiale, e vediamo in quanto tempo i bambini sopravvissuti a essa hanno metabolizzato a livello psichico gli eventi, quanto è rimasto a livello di semplici paure, e quanto invece è degenerato in comportamenti patologici e/o alterazioni mentali. La domanda di fondo alla fine è: quanto lasceranno il segno gli eventi attuali? Allor, andiamo a vedere quelli passati: la guerra ha lasciato il segno? sì, certamente. Lo ha lasciato, a livello psichico, in maniera catastrofica? no, non sembra.
Quindi, c'è ancora speranza...
esatto, sei nella fase dei morti "pochi e remoti". E delle notizie minimizzate. Ma se fosse stato come nei primi mesi, una situazione fuori controllo e che colpisce vicino, forse era diverso. Non so, magari anche il bambino che continua a socializzare e vede giorno per giorno la classe vuota e gli amichetti a casa malati, non la vive proprio bene, boh?...
Ah beh allora stavano meglio.
Possiamo prepararci al meglio anche noi e prendere subito un aereo per l'Ucraina orientale che potrebbe diventare a breve uno dei migliori luoghi di socialità del pianeta.
Non mi pare di aver letto un'affermazione del genere da parte di nessuno.
Allora ok.
Ma il lockdown, quando c'è stato, era per forza la prima misura.
Anzi, mi smentisco...
La prima misura è stato il negazionismo più totale la cui conseguenza, come seconda misura immediata in assenza di alternative, è stato il lockdown.
Qualcuno si è per caso domandato quali potevano essere le conseguenze, proprio in materia di interazioni sociali, se fosse capitato, che so, 30 anni fa, prima dell'era internet?
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Basta guardare i dati della mobilità delle persone e si vede che anche nei Paesi dove ci sono meno restrizioni la "psicosi del contagio" fa il suo lavoro anche in presenza di vaccini che abbattono il rischio (immediato) Covid a livello di una normale influenza.
Pensa senza e con i numeri conseguenti.
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27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Perchè confrontare un periodo in cui è intervenuta una pandemia con un ipotetico passato migliore è come dire che si sta meglio in casa vestiti con 20° che fuori nudi con -30°...
Quanto al periodo invece io mi tengo oggi con la pandemia e limitazioni piustto che il 1950 (che è 70 anni fa); se non altro ho il cesso in casa...
Finita la quarantena, arriva primavera, salvo sfighe ricomincia a uscire e a 6 anni manco se lo ricorda della quarantena. Beata lei.
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so che centra poco, ma per me ragazzino che usciva tutti i pomeriggio a giocare per strada, restare chiuso 15gg (ma chiuso veramente) dopo lo scoppio della centrale di Chernobyl, all'epoca ricordo che fu un trauma, ma adesso faccio fatica a ricordarmelo.
spero che sia così anche con i nostri figli, anche se so benissimo che paragonare quei 15gg di allora ad oggi non ha propriamente senso.
EDIT:
non so nel resto di Italia, ma qui da noi ci fu veramente vietato di uscire di casa (o forse se l'era inventato mia madre), sta di fatto che per 15gg restai confinato in casa con le finestre sigillate
dati live: http://www.meteosanteramo.com/Liveiphone6.asp
(Befana 2017 indimenticabile, oltre 1mt di neve in 24h)
"Ci" chi? Dio, Allah, Brahma, Shiva e Visnù suppongo...
Sì, nel resto del mondo piove manna dal cielo e tutti la accolgono assembrati in piazza... Poi vai a vedere i dati di mobilità e vedi che Italia e UK le differenze son (state) risibili.
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Ma infatti non tutte le esperienze traumatiche o spiacevoli devono per forza causare un danno, la persona sana mentalmente dovrebbe essere in grado di elaborare psicologicamente ogni trauma, cosa che non significa "andare avanti" ad incubi tutta la vita, oppure attuando meccanismi di difesa come un qualche tipo di disturbo (ad esempio l'incapacità totale di riuscire a guidare dopo un incidente).
La pandemia è stata un'esperienza stressante, vuoi per la mancata socialità (anche se precedentemente altri fattori hanno pesantemente modificato il nostro modo di socializzare, nel bene ma anche nel male) ma anche per la paura di morire o avere conseguenze permanenti.
Non tutti hanno avuto o sperimenteranno conseguenze dal punto di vista mentale, per alcuni forse è stato un bene rendersi conto dei propri problemi durante il lockdown paradossalmente, quello che si intendeva dire è di non sottovalutare la cosa.
Poi personalmente credo che ora sia solo più facile parlare di salute mentale, i problemi esistevano pure prima, poi non so se sarete d'accordo su questa cosa, non ho esperienza di come fosse anche solo venti anni fa.
Tu mi dici, "Ti guardi? Sbagli a paragonarti"
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